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05/06/2021 06:00:00

Allarme “mala movida”. Risse e disordini nelle prime settimane di quasi libertà

Da Nord a Sud. Da Milano a Palermo, con episodi anche a Marsala. E’ allarme per la “mala movida” nei centri storici delle città in queste prime settimane di riacquisita quasi libertà.


Sono stati diversi gli episodi di violenza e disordini nei luoghi caldi della movida, nonostante siano in vigore alcune restrizioni anti-Covid, come il coprifuoco alle 23. Ma le prime risse, i primi episodi di caos preoccupano sindaci e residenti dei centri storici. Se già con il coprifuoco scoppiano risse e disordini cosa succederà quando non ci sarà più? Si chiedono in molti.


A Marsala nei giorni scorsi ci sono stati i primi disordini e la prima rissa in centro storico. Un gruppo di giovanissimi sono venuti alle mani, circondati da decine di coetanei, a due passi da Piazza della Repubblica. Un episodio che ha messo in allarme i titolari di bar e ristoranti.

“Cominciamo bene, se questo è l’inizio della stagione estiva allora dobbiamo preoccuparci quando finirà il coprifuoco”, ci dice il titolare di un ristorante. Perchè la rissa è avvenuta entro l’orario del coprifuoco, e in effetti c’è preoccupazione per quello che potrebbe succedere quando il coprifuoco scatterà alle 24, o addirittura quando non ci sarà più il 21 giugno. La sera ci sono ancora poche persone in giro, i locali non sono ancora a pieno regime, l’Antico Mercato è ancora chiuso, e si teme che si possa creare un problema sicurezza quando la movida entrerà “a regime”.

 

Nel frattempo si sta cominciando a pensare ad una serie di controlli della Polizia Municipale e delle altre forze dell’ordine, sia in divisa che in borghese, nel centro storico della città. Controlli che già avvengono per evitare che vengano venduti alcolici ai minorenni. Ma è una sfida difficile da vincere. Gli abitanti del centro storico segnalano che gli schiamazzi e la movida continua anche dopo il coprifuoco, al momento alle 23.


Il problema della gestione della movida è nell’agenda di molte prefetture in giro per il Paese.
In queste prime settimane di zona gialla, da Nord a Sud, sono stati tanti gli episodi di violenza nonostante le ancora esistenti restrizioni anti-Covid.
A Palermo, alcuni giorni fa, una maxi rissa alla Magione in cui sono stati coinvolti anche dei poliziotti.


Intervenuti per mettere fine allo scontro fra un gruppo di ragazzi, sono stati colpiti con delle bottiglie. Un poliziotto del reparto mobile è stato ferito con una bottiglia di vetro ed è finito al pronto soccorso. Da quando è scattata la zona gialla i residenti della piazza hanno lanciato l'allarme sulla questione sicurezza e decoro. Come loro anche tanti altri residenti del centro storico e alcuni titolari di locali che chiudono alle 23, come prevede il coprifuoco, mentre tutto attorno ancora è il caos. Nonostante il coprifuoco però c’è chi vende alcol abusivamente consentendo la continuazione della movida e problemi di sicurezza.

 


Anche a Palermo i residenti delle zone calde già alle prime settimane di movida sono stremati: “siamo prigionieri dei barbari”. Mentre la Prefettura corre ai ripari predisponendo servizi di controllo straordinari.
E anche altre prefetture d’Italia si stanno muovendo dopo alcuni disordini e scene di degrado. Da Roma a Firenze prefetture e questure in campo contro la movida molesta, e si pensa anche agli agenti in congedo per controllare le zone calde.


Intanto il Viminale raccoglie l'allarme dei sindaci. Un'escalation di violenza, quella di queste prime settimane, da Milano a Roma, da Napoli a Palermo, che ha portato il capo della polizia Lamberto Giannini ad analizzare in commissione Affari costituzionali la situazione parlando di “conflittualità tra giovani” e “comportamenti antisociali compiuti soprattutto nelle aree della movida” con “vere e proprie aggressioni a danno di vittime vulnerabili o in appuntamenti per scontri tra bande rivali”. Episodi che vedono coinvolti “soggetti di giovane e giovanissima età con alle spalle un passato di profondo disagio sociale che utilizzano il web per lanciare messaggi di odio e attivarsi al fine di commettere violenze”. In alcune città si intensificano i controlli, in altre, come a Trento, si pensa di chiudere alcune piazze. E' il dibattito del momento, tra chiudere e riaprire per “disperdere” ed evitare di concentrare più persone nei luoghi caldi.
In questo senso c'è anche chi chiede che vengano riaperte le discoteche. Il presidente di Fipe Confcommercio, Enrico Stoppani, sottolinea che le discoteche vanno riaperte anche per una questione di sicurezza: “se teniamo chiuse le discoteche in città esplode la movida incontrollata e violenta. Aprire discoteche in sicurezza può essere la soluzione al problema della movida incontrollata”.


Una mala movida che sta già infuocando queste prime settimane di quasi libertà. Con il timore che ci possa essere un’escalation quando il “quasi” non ci sarà più.