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28/07/2021 15:41:00

Da Matteo a...Matteo. In Sicilia Sammartino e Sudano pronti a lasciare Italia Viva per la Lega

Da Matteo a...Matteo. Due esponenti siciliani di Italia Viva pronti a lasciare il partito di Renzi per approdare alla Lega di Salvini. Si tratta del deputato regionale Sammartino e della senatrice Sudano.

Manovre siciliane per le elezioni regionali del 2022, Gianfranco Miccichè commissario di Forza Italia sull’isola ha incontrato nei giorni scorsi il sottosegretario alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, e ha aperto al “Modello Draghi”.


Insieme per il bene comune, dicono, per salvare la Sicilia dalla crisi economica che la attanaglia, tra le righe, dunque, si legge un giudizio negativo di questo governo targato Nello Musumeci che evidentemente tutte le riforme che doveva fare, a cominciare da quella dei rifiuti, non le ha messe in campo.

La Sicilia è pronta a questo modello Draghi? Gli addetti ai lavori sanno che è un esperimento di dubbia riuscita, non fosse altro che lo stesso Musumeci vincendo a mani basse contro l’allora sfidante di centrosinistra, Fabrizio Micari, e mettendosi avanti anche al M5S, ha avuto difficoltà grandissime in aula: la maggioranza non c’era e difficilmente ci sarà la prossima volta.

Le ipotesi in campo sono tantissime, gli incontri pure ma i partiti, intanto, devono fare i conti con i propri equilibri interni. A brevissimo, e prima ancora delle ferie agostane della politica, a lasciare Italia Viva sarà Luca Sammartino, deputato regionale, e Valeria Sudano, senatrice. I due politici catanesi sono incassatori di consenso, donna e uomo di territorio, poco avvezzi ai social. I dissidi con l’altra parte del partito, composta dagli uomini di Sicilia Futura, non sono mancati e quindi i due preferiscono uscire per tornare attivi a far politica altrove. L’accordo romano pare sia stato già formalizzato, il passaggio è previsto in quota Lega. Cosa accadrà al gruppo all’ARS? Voci molto ben informate sostengono che le difficoltà oggettive di fare liste per le prossime regionali ci sarà, che il Grande Centro non troverà una vera e propria realizzazione e che anche Giovanni Cafeo è in riflessione ma con la porta aperta verso l’uscita dal partito. Resteranno gli uomini di Sicilia Futura, anche se verrebbe da chiedersi se effettivamente ci sono mai stati, visto che anche loro per le regionali sono già collocati altrove.

Forza Italia, lo ha ribadito Miccichè, è il vero e primo partito di centro e quindi non è interessato ad operazioni che non vedano gli azzurri determinare i candidati, così a Palermo il candidato sindaco sarà un berlusconiano doc, del resto proprio in tutta la provincia di Palermo Forza Italia gode di buona salute, meno in provincia di Trapani dove l’assessore Toni Scilla, si occupa di pesca ma non di agricoltura, e dove non ha costruito nulla in termini di dirigenza se non in riferimento alla sua candidatura nel 2022.


Forza Italia lo ha scritto in una nota, perpetrando l’area in cui si muove: "Siamo il primo partito del #centrodestra e siamo convinti di poter guidare la coalizione verso una sicura vittoria e proporremo un candidato sindaco, che potrebbe anche essere una donna, all'altezza di questa sfida”.
Il Partito Democratico non è messo meglio, ha completamente perso la percezione del territorio essendosi scollato dalla gente, sono i giovani che portano dentro al partito la ventata di novità, ai quali però non viene riconosciuto né lo spazio né il giusto peso, tanto che la segreteria regionale è pronta a dare delle deroghe ai deputati uscenti, che hanno esaurito i mandanti, pur di galleggiare.
I partiti tutti hanno perso appeal nei confronti della collettività, comunicano male, cercano consensi sui social, non ascoltano le istanze delle persone, lontani dai territori.
Totò Cuffaro ha rimesso in piedi la Democrazia Cristiana, tutti giovani o comunque volti non noti alla politica, farà le proprie liste per le amministrative e per le regionali, indicherà una candidata alla presidenza della Regione donna.
L’idea lanciata, dunque, da Giancarlo Cancelleri sul “Modello Draghi” in Sicilia è stata interamente bocciata dai grillini che minacciano la rivolta, è Dino Giarruso a essere perentorio: "Se solo si ipotizza di affidare il M5S siciliano a chi vuol fare l’ammucchiata con Miccichè e compagni per parlare di ponte e inciucetti, meglio ammainare la bandiera, chiedere scusa a quelle migliaia di cittadini che hanno sacrificato la loro vita per il sogno di una politica diversa, e andare altrove”.

Il parlamentare Stefano Zito parla di proposta irricevibile e soprattutto personale di Cancelleri: “Con chi andare in coalizione lo deciderà il gruppo parlamentare o la base non certo lui".