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16/08/2021 04:00:00

Il Ponte Morandi e la "favoletta" sulla previsione del suo schianto...

 Per non dimenticare. Il 14 agosto del 2018 alle 11.36 crollava il viadotto Polcevera meglio conosciuto come ponte Morandi, 43 le vittime. Negli occhi dell'osservatore a distanza di tre anni le immagini del crollo sono indelebili. Il 18 agosto si celebrarono i funerali di stato per 19 anime, i familiari delle altre preferirono la forma privata. Ed ebbero ragione al dolore per la perdita avrebbero aggiunto la strumentalizzazione politica della tragedia e la passerella di Conte, Di Maio, Toninelli e Salvini, con relativi applausi, strette di mano e selfie. Ovviamente la promessa principale fu la revoca della concessione autostradale ad Aspi-Autostrade per l'Italia - posseduta da un holding Atlantia, il 30% della proprietà è dei Benetton.

Come sia andata è cronaca di qualche mese fa quando è stata raggiunta l’intesa per l'acquisizione dell'88,06% del pacchetto azionario di Autostrade per l'Italia, per circa 8 miliardi di €, dopo tutte le autorizzazioni. Il consorzio composto da Cdp Equity -51%-, Blackstone Infrastructure Partners-24,5%- e Macquarie Asset Management-24,5%- ha siglato l'accordo con Atlantia. I due partner di Cdp hanno il loro core business, uno in servizi finanziari-private equity ed hedge funds-e l'altro è una banca d'investimento, rispettivamente, statunitense e australiana.

Benvenuti nel mondo globalizzato e soprattutto nel diritto commerciale. Salvini che conosceva bene il contratto per le concessioni, avendolo votato favorevolmente si guardò bene dal richiederle. Riccardo Morandi nel 1979 scriveva del Ponte Polcevera in un rapporto internazionale dal titolo: "Il comportamento a lungo termine dei viadotti sottoposti al traffico pesante e situato in un ambiente aggressivo: il viadotto sul Polcevera in Genova". Il rapporto, scritto dopo 12 anni dall'inaugurazione del ponte affermava e dimostrava come al tempo della progettazione molte nozioni sulla durabilità del ponte non fossero conosciute. In docici anni molti progressi erano stati fatti.

Il rapporto iniziava in questo modo: "Alcuni decenni trascorsi a progettare, dirigere e supervisionare le costruzioni di ponti in cemento armato mi autorizzano ad esprimermi opinioni sulla loro durata e sulla frequenza di ripetuti inconvenienti che possono verificarsi nel corso del tempo.[...]". L'ingegnere impiegò gli ultimi anni della sua vita per far comprendere alla classe dirigente politica dell'epoca i pericoli anche perché il traffico nel tempo era aumentato notevolmente. E tutti sono responsabili e il web ha un'ottima memoria ."Tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà". Sei anni prima del crollo la preoccupazione del presidente di Confindustria Genova Giovanni Calvini, favorevole alla Gronda, avvertì la città. A cui rispondeva il M5s, con Paolo Putti componente dell'assise: "A noi Autostrade ha detto che starà in piedi per altri 100 anni", aggiungerei che creduloni.

Era la seduta del 4 dicembre 2012, del consiglio comunale del capoluogo ligure. Le previsioni di quanto sarebbe accaduto, si trovano nero su bianco perfino nei verbali della stessa. È sempre il 2012, dicembre, Giovanni Calvini, allora presidente di Confindustria locale a fine mandato, è furioso per chi - fra politici e amministratori - si oppone alla realizzazione della Gronda di Ponente, necessaria per agevolare il traffico nella zona dove sarebbe accadduta la tragedia. E l'opinione dei comitati del no alla Gronda e la condivisione del loro pensiero fu ospitato sul blog pentastellato e si parlava di "favoletta" reiterante sullo schianto della struttura. Per onestà intellettuale l'opera non sarebbe terminata prima del cedimento. Per non dimenticare. 

Vittorio Alfieri