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20/10/2021 08:35:00

Estorsione ai lavoratori del supermercato con la complicità del sindacato. A processo cinque persone a Trapani

  Sono state rinviate a giudizio dal gup di Trapani Emanuele Cersosimo cinque delle sei persone coinvolte nell’indagine della Guardia di finanza “A shot of money”, relativa alle estorsioni in busta paga che sarebbero state commesse, fino all’inizio del 2019, in danno di diversi dipendenti del supermercato Conad di Trapani quando questo era gestito dalla società “L’Arcipelago”.

Estorsioni che, secondo quanto emerso dall’indagine, coordinata dal pm Francesca Urbani, sarebbero state commesse addirittura con la complicità di due sindacalisti. Ad essere processati (prima udienza davanti il Tribunale di Trapani il prossimo 17 dicembre) saranno Gianluca Amato, 47 anni, di Carini, Salvatore Vitale, 42 anni, anche lui di Carini, ma residente a Palermo, rispettivamente presidente del Cda e consigliere delegato de “L’Arcipelago”, Massimo Leonardi, 47 anni, catanese, Romina Fiore, 38 anni, palermitana, responsabili all’epoca dei fatti del Conad di Trapani, e il sindacalista Antonino Bignardelli, 53 anni, di San Vito Lo Capo, della Cildi. Un’altra sindacalista, Nunzia Bivona, 50 anni, palermitana, della UilTucs, ha chiesto di essere processata con rito abbreviato. Tutti sono accusati di estorsione in concorso. Amato e Vitale anche di riciclaggio. A difendere gli imputati sono gli avvocati Salvatore Longo, Salatore Cusenza, Fabrizio Baudo, Pia Cristina Fallucca, i palermitani Rodolfo Calandra e Simona Sodano, nonché Alessandro Lupi e Maurizio Sordini del foro di Velletri.

Tra i legali di parte civile, invece, ci sono Claudia Castiglione, Gaetano Di Bartolo e Giuseppe Buscaino. Il caso esplose ai primi di novembre 2020, quando il gip di Trapani dispose sei misure cautelari personali interdittive (divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e la professione di conciliatore sindacale), nonché il sequestro preventivo di circa mezzo milione di euro, quale profitto illecito dei reati di estorsione e auto-riciclaggio. Secondo quanto emerso, i titolari della società che gestiva supermercati a marchio Conad a Trapani e Palermo, con l’aiuto dei due sindacalisti, avrebbero preteso dai dipendenti del punto vendita trapanese (sette le “parti offese” individuate) l’attestazione di aver percepito lo stipendio pieno, come da contratto nazionale, pur ricevendo somme più esigue. E ciò con il “ricatto” del possibile licenziamento. E gli imprenditori sarebbero stati spalleggiati, con “pressioni” sui lavoratori, dai due sindacalisti.