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03/11/2021 07:13:00

Bancarotta: arrestato Cesare Ciulla di Hessian, sequestrati sei negozi di abbigliamento a Palermo

12,40 - "Possiamo procedere allora con il pagamento delle ragazze? Certo. Ma poi tu che ti lamenti, puoi resistere ad altri dieci anni di pandemia". E' questa una delle intercettazioni della Guardia di Finanza di Palermo che registrava il modo in cui, con tutta tranquillità venivano eseguite certe operazioni alla base del sistema di autoriciclaggio messo su dai titolari della catena di abbigliamento Hessian finiti in manette.

Nel video dei finanzeri si ascoltano, i destinatari del provvedimento cautelare Cesare Ciulla, 61 anni, Patrizia Giannettino, 59 anni e Noemi Ciulla, 27 anni, imprenditori e amministratori storici nel settore della vendita di abbigliamento e accessori.

Qui sotto le intercettazioni dei finanzieri del comando provinciale di Palermo, che hanno eseguito l'ordinanza agli arresti domiciliari e misure interdittive di esercizio di attività per un anno emessa dal gip nei confronti dei tre imprenditori accusati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, con il sequestro preventivo del capitale di 4 società, di 6 negozi di abbigliamento nel centro di Palermo e Cefalù della catena Hessian.

07,10 - Svuotavano le società, attraverso complessi contratti di locazione di rami d'azienda, e poi le facevano fallire, proseguendo l'attività grazie alle nuove compagini societarie che mantenevano identici asset aziendali e sedi legali.

A Palermo sono finiti agli arresti domiciliari per il fallimento Hessian, tre imprenditori storici dell'abbigliamento e accessori moda: Cesare e Noemi Ciulla e Patrizia Giannettino. Sono accusati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Per loro anche il divieto di esercizio per un anno. Il provvedimento eseguito dai finanzieri del comando provinciale, su delega della Procura, ha portato anche al sequestro preventivo di 4 società e 6 negozi tra Palermo e Cefalù per un valore di tre milioni di euro, che saranno gestiti da un amministratore giudiziario. Un milione e 200mila euro, invece, il passivo fallimentare accumulato.

Le indagini, condotte dal Gruppo Tutela mercato capitali, sono partite da accertamenti contabili, si sono poi sviluppate con intercettazioni telefoniche.

“E’ emerso un articolato sistema di società – spiega la Guardia di finanza in una nota – ideato e realizzato da un’unica regia riconducibile agli indagati, frutto di una complessa pianificazione distrattiva, finalizzata a proseguire l’attività imprenditoriale attraverso la costituzione di nuove società, aventi similare compagine societaria e governance, nonché coincidenti sedi legali e operative ed identici asset aziendali, che rappresentavano la continuazione aziendale della precedente impresa”.