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11/01/2022 06:00:00

 Sulla Scala dei Turchi e il sangue in polvere

Scongiurato il danno permanente alla scogliera di marna vorrei provare a dare un senso a questo atto vile.

Vorrei che si trattasse di un atto dimostrativo, uno sfregio volutamente temporaneo, e la scelta della polvere di ossido di ferro lo dimostra. Detto ciò non intendo certo giustificare tale gesto che resta, in ogni caso, un atto di terrorismo deprecabile. Tuttavia avverto quasi la necessità di dare un senso altro per non annichilirmi dentro la demenzialità del vandalo di turno, o peggio ancora dispute giudiziarie sulle proprietà delle terre.

Quelle macchie rosse sul bianco abbacinante dipinto dagli elementi della natura, non possono che evocare il sangue. Chi guarda prova lo stesso sgomento di quanti hanno sperimentato la visione di scene orribilmente cruente, cerca il corpo, da qualche parte, in cima, si smarrisce al punto di pensare che quel sangue potrebbe essere il suo. A chi appartiene quel sangue che scivola disarticolato sulla scogliera bianca? Potrebbe essere tutto il sangue che non abbiamo voluto vedere dei morti innocenti seppelliti nel mare che lambisce quella costa.

Vorrei che un grande artista rivendicasse questo gesto, assumendosene tutte le responsabilità, motivando la scelta in qualità di attivista, guerrigliero capace di creare un nuovo contesto semantico e svegliare la coscienza di ognuno. L'immagine forte, che sta facendo il giro del mondo potrebbe diventare il manifesto dei nostri tempi, la sintesi perfetta dell'opera di quanti abitano questo pianeta senza rispettare la sua magnificenza. Quanta indignazione riserviamo, ogni giorno, alla continua deturpazione del pianeta? E quanta alla continua mancanza di rispetto nei confronti di un'umanità che soffre?

Quelle macchie rosse sono state ripulite nel giro di 24 ore grazie anche ai tanti volontari, il nostro vero esercito della salvezza, la meglio gioventù, così è stata ribattezzata da qualcuno, perché è facile ricordarsi che esiste una generazione di bravi ragazzi, probabilmente gli stessi a cui è stato negato un futuro dignitoso.

Mi auguro che questa vicenda serva almeno a tutelare in maniera più seria questo luogo d'incanto, che non si possa più calpestare, senza aspettare un gesto irreparabile per mano di un mitomane, come fu per il David di Michelangelo o la Pietà, in quel caso ben quindici martellate contro la Vergine mandarono in frantumi parte dello splendido viso della Madonna già straziata dal dolore del Figlio morto. Il patrimonio artistico italiano conta decine di gesti deprecabili per mano di invasati, nel 2007 tutti ricordiamo il sedicente post-futurista Graziano Cecchini, quello che gettò dentro il bacino di marmo della Fontana di Trevi un secchio contenete un colorante rosso, una bravata artistica, così la definì lo stesso autore, che non esitò a ripetere il gesto a distanza di dieci anni. Quando venne fermato dalla municipale indossava una maglietta con scritto: pacta servanda sunt, i patti vanno rispettati, non so cosa intendesse il tizio, però mi sembra perfetto per quello a cui penso io.

Consigli per la lettura: Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia, un titolo perfetto anche se la storia parla d'altro, e poi perché mi piace tanto questo giovane professore di letteratura che sta formando un esercito di bravi ragazzi.
Una ripassatina anche ai Patti internazionali sui diritti dell'uomo potrebbe tornare utile a proposito di pacta servanda sunt.

 Katia Regina