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13/01/2022 06:00:00

Mazara e l'angiografo "migrante". Ora è una questione di campanile (e ci perdono tutti)

 E dalla farsa dell’angiografo ‘migrante’, iniziata – e non ancora terminata – con alcuni atti incomprensibili dell’Asp di Trapani, si è pure generata la solita stopposa, inutile e dannosa epidemia di ‘campanilismo’, alla fine della quale le spese saranno sempre addebitate ai cittadini, fruitori del Servizio sanitario regionale.


‘ORGOGLIO CASTELVETRANESE BELICINO’
– Dopo poche ore dall’interrogazione del deputato regionale Claudio Fava (ne abbiamo parlato qui) – presentata nei giorni scorsi all’Assemblea regionale siciliana – a stretto giro di posta è giunta alla stampa anche la visione del direttivo del comitato civico che risponde così a Fava: “È notizia recente di una interrogazione dell’on.le Claudio Fava che sollecita una risposta scritta da parte dell’assessore regionale alla sanità Razza circa la mancata installazione di un angiografo all’Abele Aiello di Mazara, dirottato verso l’ospedale di base di Castelvetrano, ove risulterebbe non installabile per mancanza di adeguati locali (pareti in piombo, spazi definiti per attesa e intervento, ricambi d’aria etc.). Ricorda l’on.le Fava che Mazara è DEA di primo livello e si stupisce che non sia stato ancora dotato di U.O.C. di rianimazione che è invece allocata da sempre – come unità semplice – a Castelvetrano”.


OSPEDALE ‘CARCASSA’
– “Desideriamo ricordare all’on.le Fava che, forse a sua insaputa, la giunta regionale ha lavorato alacremente in questi ultimi anni per la trasformazione in carcassa dell’ospedale di base castelvetranese che è stato violentemente declassato e depauperato di numerosi reparti e in ultimo scippato del Punto nascite e del reparto di Pediatria, trasferiti temporaneamente, o forse definitivamente, proprio a Mazara del Vallo. Si chiede l’interrogante Fava se le modifiche dell’atto aziendale che determinerebbero l’installazione dell’Emodinamica a Castelvetrano, e la destinazione dell’angiografo a quest’ultima struttura sanitaria di base, non comporti una situazione di ‘confusione’ in merito al ruolo delle strutture di Mazara e Castelvetrano. Ritiene Fava che se non solo l’angiografo, ma anche l’intera Emodinamica, fossero destinatati a Mazara, il bacino d’utenza sarebbe più garantito e meno decentrato rispetto alla Valle del Belice il cui ospedale si dovrebbe occupare di sanità territoriale”.


UNA POSIZIONE CAMPANILISTICA – “L'interrogante, in tal modo, mostra di assumere una posizione campanilistica in favore dell’Abele Aiello, come se questa struttura possedesse gli adeguati locali per installare un angiografo e ignora che ancora oggi questa piccola realtà sanitaria, che era stata chiusa in passato per ragioni di sicurezza, non ha ancora l’autorizzazione del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco i quali, nella ristrutturazione dell’edificio, hanno verificato delle incongruenze nel “cappotto” esterno e ne hanno sollecitato una variante edilizia che dovrebbe finalmente metterla in sicurezza dagli incendi”.


UN DEA CLIENTELARE
– “Vale la pena di ricordare all’on.le Fava che il suo avversario politico della destra governativa regionale ha oltraggiato l’intera Valle del Belice depauperando scientemente l’offerta sanitaria dell’ospedale di Castelvetrano che ha un’utenza di circa 100.000 persone di serie B, rispetto a circa la metà dei cittadini mazaresi che, in barba alle norme della legge nazionale – Balduzzi – hanno ottenuto un DEA clientelare. Ricordiamo all’on.le Fava che il decentramento geografico di cui parla, ma di cui non si rende conto, appare plasticamente dimostrato da un DEA a Trapani, distante venti chilometri da altro DEA di Marsala che dista altri venti chilometri da Mazara e da un unico ospedale di base a Castelvetrano a cui sono stati devastati i servizi sanitari e che è stato utilizzato come carcassa da cui estirpare i reparti migliori per una eutanasia politico-clientelare che favorisce il territorio mazarese”.


UN ‘DESERTO SANITARIO’ – “Il risultato è che l’intera Valle del Belice è stata trasformata in deserto sanitario e ha perso anche il diritto di nascita a Castelvetrano a seguito dello scippo del Punto nascite; ma di questo Fava sarà evidentemente soddisfatto poiché nessun altro potrà dire di essere nato a Castelvetrano, né tantomeno gli storici dovranno ricordare che qui è nato Giovanni Gentile, visto che i suoi strali vanno ai natali del latitante mafioso che criminalizzano un’intera incolpevole comunità. Vogliamo ricordare all’on.le Fava che la VI Commissione regionale alla Sanità, presieduta da Margherita La Rocca Ruvolo, ha approvato il 10 aprile 2021 una risoluzione d’impegno verso il governo regionale per il potenziamento dell’ospedale di Castelvetrano. Gli suggeriamo – conclude la lunga nota direttivo del comitato civico ‘Orgoglio Castelvetranese Belicino’ – come consigliere regionale, di acquisirne copia e di tenerla in debito conto, augurandoci che dia delle risposte anche alla sinistra politica castelvetranese, oltre a quella mazarese, valutando complessivamente ciò che è stato perpetrato in danno alle popolazioni del Belice, cui appartiene quella medesima gente devastata dal sisma del 1968 che ebbe, a ristoro e a prevenzione sanitaria, una struttura ospedaliera che potesse lenire la convivenza con un territorio pericolosamente sismico”.  


LA RISPOSTA DI FAVA INDIRIZZATA AL SINDACO DI CASTELVETRANO
– “Ho letto con interesse e attenzione – scrive il 10 gennaio scorso al primo cittadino di Castelvetrano, Claudio Fava – la Sua nota relativamente all’atto ispettivo relativo alla situazione delle strutture del sistema sanitario regionale nell’area del trapanese e della Valle del Belice. Preliminarmente tengo a ribadire come non sia mia volontà quella di, in qualsiasi forma, voler agire per ‘sponsorizzare’ una struttura a danno di altra. Anzi. L’intera attività legislativa che il gruppo parlamentare ha intrapreso in questi anni è stata segnata dalla richiesta di potenziamento dell’offerta sanitaria, sfuggendo a logiche campanilistiche che, troppo spesso, poco avevano a che fare con le esigenze della salute dei cittadini siciliani. In particolare sia nell’interrogazioni in oggetto che in precedenti atti ispettivi, a titolo di esempio l’interrogazione n.2129 “Notizie sulla situazione di criticità registrata presso la struttura ospedaliera di Castelvetrano (TP)” si insiste per interventi di potenziamento della struttura e in generale dell’offerta sanitaria nel territorio. Tale linea di intervento, volta ad assicurare sempre il rispetto del diritto alla salute di tutti i cittadini siciliani, rappresenta l’unico obiettivo della nostra azione politica. In sinergia con i territori e gli amministratori locali. Confermo, quindi, il mio interesse fattivo per affrontare i temi posti nella Sua nota ed in particolare, come già evidenziato sia nell’interrogazione a cui Lei fa riferimento che nelle altre iniziative parlamentari, il ruolo della struttura di Castelvetrano. Di cui, è opportuno ribadirlo, si chiede sempre e comunque il potenziamento e ogni intervento necessario per renderlo pienamente operativo nell’interesse di una vasta area del territorio a cavallo tra le province di Trapani ed Agrigento. L’intento dell’interrogazione, quindi, non è – e qualora cosi sia stato interpretato avremo cura di sottolinearlo in ogni occasione possibile – procedere ad un travaso di risorse da una struttura all’altra ma di esortare l’Assessorato regionale alla Salute a procedere con tutti gli strumenti necessari per rendere tutte le strutture sanitarie all’altezza delle esigenze del territorio. Inoltre non può, certo, essere ignorata l’azione dei sindaci del territorio di cui si fa menzione nella Sua nota. Soprattutto in una fase in cui il tema dell’offerta sanitaria rappresenta il primo punto nell’agenda politica attuale e, presumibilmente, dei prossimi mesi.
In uno spirito, quindi, di collaborazione e reciproco dialogo, come Ella ha voluto gentilmente instaurare, confermiamo – conclude il deputato regionale de ‘I cento passi’ – da subito la totale disponibilità ad affrontare nel complesso il tema della sanità nel territorio belicino nell’interesse delle comunità locali e del principio inviolabile del diritto alla salute”.


Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo