Anche se non si sono ancora spente le polemiche sulle responsabilità politiche della mancata approvazione del Dup, il tema dell’ambiente non può certo essere dimenticato, soprattutto dopo i danni dei recenti nubifragi che hanno indebolito ulteriormente, anche in termini di sicurezza, il territorio Castelvetranese.
Abbiamo allora fatto qualche domanda al sindaco Alfano sulla salute delle nostre coste.
Che cosa si sta facendo per risolvere quella frana nella strada che collega Marinella di Selinunte alla Riserva del Belice, a pochi metri dal depuratore?
Ho incontrato un paio di giorni fa a Palermo Maurizio Croce, delegato dell’Ufficio del Commissario Straordinario per il rischio idrogeologico nella Regione Sicilia. E’ stato il nostro secondo incontro. Abbiamo parlato dei gravi problemi di smottamento che interessano Selinunte, tra i quali anche quello nella zona del depuratore. Prepareremo un progetto che faremo avere al Commissario, perché la situazione non è delle migliori e bisogna cominciare a pensarci adesso. Non sappiamo che conseguenze potrebbe avere in caso di smottamenti provocati da ulteriori nubifragi che potrebbero interessarlo in maniera diretta. Mi dicono che al momento tiene, ma le palificazioni sono a vista e non possiamo certo aspettare tempi biblici per un intervento.
Potrebbe essere un percorso molto lungo. C’è un piano B?
La Regione Siciliana ci ha inserito tra quei territori che hanno subìto la calamità naturale del novembre scorso. E a Roma valuteranno se inserire questi comuni nell’ambito dell’emergenza nazionale. In quel caso avrei la possibilità di chiedere ed ottenere un intervento immediato.
Che ci dice di quel grosso tubo rotto a causa di quella frana?
Al momento si tratta di una perdita di acque bianche, ma queste potrebbero diventare nere in estate, a causa dei diversi allacciamenti anomali. Se rientrassimo nell’agenda nazionale, potremmo fare un intervento immediato per mettere in sicurezza quel tratto e riparare il distaccamento del tubo. Occorrerà anche riparare il pennello a mare, che da decenni ha un’interruzione a pochi metri dalla riva.
Non sarebbe una spesa superflua, visto che il destino del depuratore è quello di essere trasformato in una stazione di sollevamento, in modo da spingere altrove i reflui?
Assolutamente no. Perché anche se i liquami fognari venissero pompati altrove, lo scarico delle acque bianche avverrebbe sempre lì. Allora è necessario che queste raggiungano il mare, non a pochi metri dalla riva come adesso, ma alla distanza corretta garantita proprio dall’intera lunghezza del pennello.
Questione ancora più delicata a causa dei diversi allacci abusivi che hanno trasformato nel tempo la linea delle acque bianche in una seconda linea di acque nere (soprattutto d’estate). È corretto?
Esatto. Nello stesso tempo dovremo lavorare anche su questo versante, per far sì che le acque bianche siano davvero bianche, riconvertendo gli allacci abusivi, come avevano iniziato a fare i commissari straordinari prima della fine del loro mandato.
Egidio Morici