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15/02/2022 06:57:00

Ecco perché l'ex Sindaco di Mazara Cristaldi è stato rinviato a giudizio 

 MAZARA DEL VALLO  – L’ex primo cittadino Nicolò Cristaldi è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio (art. 323 del codice penale). L’atto è stato emanato, qualche giorno fa dall’ufficio del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Marsala, nel corso dell’udienza tenutasi innanzi al Gup (Giudice per le udienze preliminari) Sara Quittino, a fine gennaio scorso.

LA VICENDA – Il presunto illecito, che dovrà essere dibattuto in aula il prossimo 22 febbraio – sarebbe stato originato da una mancata costituzione del Comune sia nel primo grado di giudizio che in quello possibile di appello. Parti in causa: Comune e un avvocato dell’Ente stesso, Epifanio Giglio. Questi, alle dipendenze del Comune stesso, aveva fatto causa all’Ente per ottenere delle somme arretrate in quanto professionista cui sarebbe spettata la qualifica ulteriore di ‘alta professionalità’. Esponiamo brevemente i fatti che risalgono al lontano 2014 e 2015.

SCRIVE IL GUP – In tale contesto temporale – Cristaldi avrebbe: “intenzionalmente procurato a Epifanio Giglio – scrive il Gup, Quittino nell’ordinanza di rinvio a giudizio – dipendente del suddetto Ente territoriale, e titolare altresì della posizione di ‘alta professionalità’ di avvocato all’interno del medesimo Comune, un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nel pagamento di cinque mila e 18,16 euro (5.018,16 € in origine 2.891,40 €) riconosciuti in favore del predetto Giglio dal Tribunale di Marsala, sezione civile, che aveva condannato il Comune di Mazara al pagamento – nei confronti del dipendente ricorrente – di tutte le indennità richieste (per i mesi di luglio, agosto e settembre 2014) con i conseguenti emolumenti aggiuntivi ed altri piccoli vantaggi economici, oltre che delle spese di giudizio. In particolare – continua il Gup – Cristaldi ometteva di assegnare all’ufficio Legale del Comune stesso la trattazione del ricorso giudiziale proposto da Giglio, innanzi al Giudice del lavoro di Marsala”.

Se nonché, dalle carte emerse nel corso dell’indagine della Polizia giudiziaria, sarebbe risultato che, in quel periodo, a Giglio non era stata ancora riconosciuta contrattualmente dal Comune di Mazara quella ‘alta’ qualifica. L’approvazione di quella ‘professionalità superiore’, a Giglio, venne regolarizzata solo in un periodo successivo ed esattamente dal 16 ottobre 2014, data dalla quale sarebbe stato appositamente contrattualizzato.

L’ABUSO D’UFFICIO E LE PRESUNTE COLPE DI CRISTALDI – L’ex sindaco al tempo: “Ometteva di costituirsi – secondo quanto scritto nell’ordinanza di rinvio a giudizio – alla prima udienza tenutasi il 28 gennaio del 2015 nella causa civile avviata a seguito del citato ricorso, nonostante già il 15/12/2014, il segretario generale Antonina Marascia avesse reso noto al primo cittadino che, in assenza della stipula del contratto previsto, quale elemento essenziale, l’incarico contrattuale non obbligatorio, dell’alta professionalità non poteva essere validamente attribuito al dipendente avvocato Epifanio Giglio. L’ufficio legale avuto notizia della condanna dell’Ente richiede “una dettagliata relazione di controdeduzioni al dirigente”, che essendo nel caso di specie proprio il Giglio stesso per un palese conflitto di interessi “soltanto il sindaco – scrive il Gup – avrebbe potuto richiedere al consulente legale esterno del proprio Ufficio”. Non finisce qui. L’Ente, in contumacia, viene condannato a pagare gli emolumenti aggiuntivi e le spese di giudizio ricevendone notizia il 6 febbraio 2015. Chiaramente l’assenza in giudizio del Comune ha provocato l’impossibilità di fare emergere facilmente la mancanza di qualsivoglia presupposto giuridico delle pretese del Giglio nei confronti del Comune: non c’è contratto quindi puoi attaccarti al tram, ma così non è stato.

RIPETUTAMENTE ME NE INFISCHIO – “Reiteratamente ometteva di fornire risposte – continua la Gup, Quittino – alle note indirizzate anche al sindaco con le quali il funzionario responsabile dell’Ufficio legale del Comune di Mazara chiedeva di conoscere i motivi per cui il suddetto ricorso del dipendente non fosse stato mai trasmesso all’ufficio legale stesso e quale fosse l’orientamento dell’amministrazione comunale in merito alla proposizione entro trenta giorni dalla notifica, dell’appello avverso la sentenza”.

ME NE DIMENTICO PER 29 GIORNI – Ebbene, oltre al danno anche la beffa. Dopo la soccombenza dell’Ente nel processo di primo grado l’ex sindaco Cristaldi avrebbe tardato fino al 29esimo giorno, sui trenta disponibili per legge, per costituirsi in appello avverso la sentenza di primo grado, rendendo così praticamente impossibile, per mancanza di tempo, fare avviare la procedura al consulente legale esterno del Comune di Mazara del Vallo.

OMETTEVA PURE DI FIRMARE – Altra cosa che pare incredibile è quella secondo la quale il sindaco: “Ometteva di sottoscrivere – sottolinea la giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Marsala, Sara Quittino – la determina sindacale predisposta d’iniziativa dal responsabile dell’ufficio legale del Comune avente per oggetto proposizione atto di appello nella causa Comune di Mazara/Epifanio Giglio. Conferimento incarico”.

Cristaldi, in quanto primo cittadino, lo ricordiamo, è l’organo che ha il compito – come tutti i sindaci, per legge – di rappresentare in giudizio l’Ente locale ogni qual volta quest’ultimo sia chiamato in causa. E lo può fare demandando, a tal fine, l’ufficio legale del Comune o altro professionista quando sia necessario.

COSA DICE IL CODICE PENALE – “Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità”.

 

Alessandro Accardo Palumbo

www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo