Dopo che, nel fine settimana, Stati Uniti, Unione Europea, Gran Bretagna, Canada e Giappone hanno inasprito le sanzioni contro la Russia, Vladimir Putin ha ordinato la messa in stato di allerta del sistema di deterrenza nucleare. Dal Cremlino, circondato dagli alti gradi militari russi, compresi il ministro della difesa Sergej Shoigu e il capo di Stato maggiore Valerij, Putin ha minacciato «conseguenze come non se ne sono mai viste nella storia».
«Secondo il Sipri, l’Istituto per la Ricerca sulla pace che ha sede a Stoccolma, la leadership russa non ha però alcuna intenzione di usare l’arma nucleare in collegamento alla crisi ucraina: perché allora Putin ricorre a una mossa che ricorda i periodi più bui della Guerra Fredda, quando numerose volte le forze di dissuasione nucleare sovietica e americana vennero messe in stato di massima allerta, dalla crisi dei missili a Cuba nel 1962 a quella seguita all’abbattimento del Boeing coreano da parte dei sovietici nel 1983? Si tratta sicuramente dell’ennesimo cambio di passo di Putin nella guerra di pressione psicologica e di propaganda contro gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali» scrive Il Corriere della Sera.
Una dichiarazione «inaccettabile e non necessaria», ribatte il Pentagono, per il quale «un calcolo sbagliato può rendere le cose molto pericolose». Ma poi rassicura tutti: «Confidiamo nella nostra capacità di difendere noi stessi, i nostri alleati e i nostri partner».
Il livello di allerta è altissimo, al punto che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha deciso con 11 voti a favore, uno contrario (la Russia), e 3 astenuti (tra cui la Cina) di convocare una rara sessione speciale di emergenza dell’Assemblea generale. Una decisione presa solo sette volte nella storia, l’ultima delle quali nel 1982. La riunione si svolgerà entro oggi..
Oggi inizia il negoziato
Al quarto giorno di guerra, Russia e Ucraina hanno intanto deciso di sedersi a un tavolo per negoziare. Una delegazione ucraina ieri è andata a Gomel, località al confine tra Russia, Ucraina e Bielorussia, dove era già presente una rappresentanza russa autorizzata da Vladimir Putin. I colloqui dovrebbero iniziare oggi, vicino al fiume Pripyat. La sicurezza dell’incontro sarà affidata al leader autoritario bielorusso Alexander Lukashenko, stretto alleato di Putin. «Non ci credo molto, ma proviamo: diamo una chance» ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video diffuso sui social.
In pochi credono a una riuscita delle trattative, anche perché le condizioni che Putin vorrebbe per l’Ucraina sono durissime: il paese deve impegnarsi a non entrare nell’Ue e nella Nato, deve attuare il completo disarmo e la «finlandizzazione», ovvero la neutralità
«Kiev è circondata ed è ormai impossibile un’ulteriore evacuazione di civili» ha detto ieri sera il sindaco di Kiev, l’ex pugile Vladimir Klitchko.
Fonti statunitensi hanno annunciato che inizierà la caccia a tutti i beni degli oligarchi russi, compresi yacht, immobili e attività economiche. «O la terza guerra mondiale, o le sanzioni», ha detto il presidente statunitense Joe Biden per spiegare perché escludesse l’ipotesi di schierare soldati Nato in Ucraina.
Ultime dal fonte ucraino
Dopo una notte di pesanti bombardamenti, ieri le truppe russe sono entrate a Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, nell’est del paese. Si è combattuta una feroce battaglia, al termine della quale l’assalto russo è stato respinto (per ora).
La scorsa notte è stata lunghissima. Kiev è stata accerchiata, dopo che durante la giornata sono stati colpiti anche i quartieri più residenziali e centrali: Solomenka e Troyeshchyna. La pista dell’aeroporto internazionale Sikorsky è stata disseminata di ostacoli, probabilmente per impedire l’atterraggio delle forze russe.
Il ministero della Difesa ucraino ha confermato che i russi, in un bombardamento, hanno distrutto l’Antonov AN-225, il velivolo cargo più grande del mondo. L’aereo si trovava all’aeroporto di Hostomel.
La Difesa russa ha invece detto di aver distrutto, dall’inizio della guerra, 254 carri armati e veicoli corazzati ucraini, 31 aerei, 46 lanciarazzi multipli, 103 cannoni e mortai, 164 veicoli speciali e 975 infrastrutture militari.
Secondo il Pentagono, la Russia ha schierato in Ucraina i due terzi delle truppe e dei mezzi che aveva accumulato ai confini del paese nelle scorse settimane. I soldati russi hanno sparato almeno 320 missili, ma non hanno preso alcuna delle città principali, e si trovano a 30 chilometri dal centro di Kiev.
L’Europa invia armi agli ucraini
«Per la prima volta in assoluto l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco. È un momento spartiacque». Così la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha annunciato l’European Peace Facility con cui l’Ue, e quindi anche l’Italia, finanzierà l’acquisto anche di materiale letale per gli ucraini.
L’Ue ha deciso di chiudere lo spazio aereo a qualsiasi tipo di velivolo civile o militare che provenga dalla Russia o che sia di una compagnia russa. Francia e Germania hanno chiesto ai loro cittadini di lasciare la Federazione Russa.
Il presidente della Confederazione svizzera, Ignazio Cassis, ha detto in televisione che «è molto probabile» che la Svizzera seguirà l’Unione europea nelle sanzioni contro la Russia e il congelamento dei beni di alcuni individui. Una novità vista la tradizionale neutralità della Svizzera nelle questioni internazionali.
Dal governo italiano oggi potrebbe arrivare un nuovo decreto per inviare armi all’Ucraina. Dopo l’accordo interno all’Unione europea, il provvedimento autorizzerà l’invio di mitragliatrici e munizioni, oltre alla messa a disposizione di alcuni lanciarazzi. Il materiale bellico arriverà attraverso un ponte aereo sino al confine e poi via terra con un convoglio Nato.
«Sono pronti a partire i soldati che sono stati messi a disposizione della Nato. Sono 1.350 militari e fanno tutti parte dei nuclei speciali. Sono lagunari, paracadutisti, alpini, incursori del Consubim. Andranno in Romania e Ungheria per l’operazione Eagle Defense che partecipa alla protezione dei territori minacciati dall’attacco russo» scrive il Corriere.
La Fifa sanziona la Russia
Via bandiera e inno, divieto di ospitare in casa le gare internazionali fino a data da destinarsi. La Nazionale di calcio perde anche il nome, non più Russia, ma Football Union of Russia. D’ora in poi giocherà con questa dicitura. Sono le sanzioni della Fifa e del suo presidente Gianni Infantino. «La Fifa continuerà il dialogo con il Cio e la Uefa per determinare eventuali sanzioni aggiuntive, inclusa una potenziale esclusione dalle competizioni». In sostanza dirà più avanti se estromettere la Russia dal Mondiale 2022 in Qatar,
sempre che ci arrivi. La Polonia definisce inaccettabile la decisione della Fifa di consentire alla Russia di giocare le partite internazionali in campo neutro e ha ribadito che boicotterà il match di spareggio con la Russia per le qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022. «La Polonia non è interessata a questa partita e non la giocherà», la reazione di Cezary Kulesza, presidente della federcalcio polacca.
Ieri la manifestazione contro la guerra a Trapani. Ne parliamo qui.