Ci risiamo, i cittadini delle Isole Minori della Sicilia sono penalizzati ancora una volta da un nuovo aumento delle tariffe deciso dalle compagnie di navigazione, che con una nota inviata nei giorni scorsi al presidente della Regione Siciliana e, per conoscenza, ai prefetti delle province di Trapani, Palermo, Agrigento e Messina, e ai sindaci delle Isole Minori, hanno annunciato l’applicazione, a partire dal 22 giugno di “aumenti tariffari”, “asimmetrici tra le linee statali e quelle regionali”, “per compensare i gravi effetti del caro carburante degli ultimi mesi”, con “potenziali impatti sul livello dei servizi di collegamento con le Isole Minori, nonché occupazionali”.
Ne abbiamo parlato con il sindaco delle Egadi, Francesco Forgione. Viaggiare alle Egadi da qualche giorno costa di più. Una nuova tegola che si abbatte sulle isole minori non solo sulle Egadi, sul fronte del trasporto marittimo. Cosa sta succedendo, perché questo aumento del prezzo dei biglietti e cosa state facendo?
Noi siamo in contatto con tutti i sindaci delle isole minori, anche i neo eletti di Lampedusa e Lipari, perché quello che sta avvenendo in queste ore è inaccettabile. Il governo nazionale che ha fatto dei tagli sui finanziamenti alle tratte finanziate dallo Stato, non quelle della regione, non si è fatto carico in questi mesi di correggere quanto aveva deciso a fine anno con la finanziaria, per cui le compagnie di navigazione hanno deciso sulla base di una loro valutazione di aggiornamento dei costi, soprattutto del carburante, di aumentare le tariffe. Ci troveremo, ad esempio, sulla stessa tratta Trapani-Marettimo, con l’aliscafo finanziato dalla Regione con un prezzo e l’aliscafo finanziato dallo Stato con un aumento del 20%. Una vicenda assurda e anche un po’ pirandelliana, visto che il servizio è lo stesso. E’ inaccettabile per due ragioni: prima, perché colpisce le nostre isole e le Egadi per quanto ci riguarda, proprio ora all’avvio della stagione turistica, ma colpisce anche i cittadini, perché l’aumento del costo delle navi, vuol dire aumento del costo della frutta, dei generi alimentari, che già da noi costano di più tutto l’anno, non per i turisti, ma per il costo aggiuntivo dei trasporti. Quindi colpisce, sia l’economia turistica, all’inizio della stagione, sia i cittadini delle nostre isole. E’ davvero una cosa vergognosa, noi abbiamo chiesto che il governo regionale, che in questo caso non ha responsabilità, intervenga sul governo nazionale e non si giri dall’altra parte quando si tratta di affrontare i problemi delle isole minori.
E’ chiaro che la vita economica delle isole dipende dai trasporti marittimi. Forgione come sta andando l’inizio della stagione turistica, avrà sentito gli operatori commerciali, come stanno vivendo questo momento?
C’è un boom delle Egadi, ci sono molte presenze, stiamo cercando di accelerare anche noi per offrire servizi. Abbiamo dati dei fine settimana che ci riportano alle giornate di agosto. Diciamo che c’è un forte interesse, una forte attenzione per le Egadi, c’è molta voglia della gente di liberarsi dalle restrizioni del Covid e devo dire che le Egadi rappresentano una meta, non solo nazionale ma anche internazionale, ci sono molte presenze di francesi, di spagnoli, di un turismo diverso, oltre che di quello quotidiano, quello delle gite mordi e fuggi, che crea come sappiamo dei problemi, ma è comunque una componente fondamentale delle presenze turistiche nelle nostre tre isole.
A proposito di turismo mordi e fuggi, si è risolta la questione della presenza auto alle Egadi?
Noi abbiamo chiesto al ministero della Mobilità di approvare la nostra proposta di soggiorno minimo di sei giorni, per poter accedere alle isole con l’auto. Ora c’è bisogno che si adeguino tutti i sistemi di prenotazione online e questo riguarda le compagnie. Abbiamo scritto una lettera ufficiale perché si rispetti il decreto del governo, benché approvato su nostra proposta comunale e faremo in modo che anche i controlli allo sbarco siano effettivi e facciano rispettare queste indicazioni. Del resto le nostre isole hanno un territorio limitato, quindi noi non possiamo permetterci una invasione di auto, perché sarebbe insostenibile.
Forgione quali saranno le prossime mosse contro questo aumento delle tariffe dei trasporti?
Abbiamo preparato un documento congiunto di tutti i sindaci delle isole minori. Abbiamo investito l’associazione nazionale dei comuni delle isole minori. So che si stanno muovendo delle iniziative parlamentari, nazionali e regionali, noi facciamo la nostra parte come sindaci, ovviamente c’è bisogno che il governo nazionale si dia una mossa e blocchi questa iniziativa, del resto non può apparire come un ricatto delle compagnie sulle istituzioni.
E sull'aumento del costo dei biglietti da parte delle compagnia di navigazione Ex Siremar per le isole siciliane, questo l'intervento dell'assessore regionale alle Infrastruttue Marco Falcone: «L'aumento è una notizia che purtroppo non ci sorprende - dichiara Falcone - alla luce dell’indifferenza del Governo nazionale di fronte alle reiterate richieste di intervento per arginare le ricadute del caro carburanti sui costi delle linee ex Siremar. Secondo i calcoli della concessionaria Sns i rincari peseranno sulla convenzione statale per almeno 15 milioni di euro nel 2022, un peso che mette a repentaglio la sostenibilità di un servizio che, peraltro, si regge solo grazie ai contributi pubblici».
«Di fronte a tale difficile congiuntura - continua Falcone - la risposta del ministro Giovannini è stata il silenzio. Avevamo registrato lo stesso, grave, disinteresse a proposito della continuità territoriale via aereo per Pantelleria e Lampedusa. Adesso anche su navi e aliscafi per le Isole minori, il Ministero si volta dall’altra parte, ignorando le esigenze di migliaia di siciliani. Il caro carburanti, però, resta un problema per tutti. Per quanto di nostra competenza, il Governo Musumeci, ha stanziato ben 20 milioni di euro garantendo l’equilibrio finanziario dei collegamenti marittimi per gli arcipelaghi pagati dalla Regione Siciliana. Lo Stato deve fare lo stesso, e se il ministro Giovannini insisterà nel suo immobilismo - conclude l’assessore Falcone - ci rivolgeremo direttamente al presidente Mario Draghi».