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19/09/2022 06:00:00

Marsala, giro della vergogna nella città sommersa dai rifiuti. Video

E’ un viaggio tra i rifiuti, quello nella periferia di Marsala. Un viaggio della vergogna.

La vergogna di strade di periferia diventate discariche.
La vergogna di terreni, a ridosso di ville con vista sullo stagnone, trasformati in luoghi in cui buttare di tutto.
La vergogna di una storia, quella delle cave, riempite di spazzatura e bruciate.

Tutti questi rifiuti, sparsi nelle tante aree nascoste, ma non agli incivili, restano fuori dai numeri, dalle statistiche. E così il 60, 65, 70% di raccolta differenziata in città, in realtà, è un numero gonfiato perchè non si considera tutta la spazzatura, di ogni tipo, che c’è per strada e nei terreni di un territorio vasto e incontrollato. Un territorio in balìa di criminali.

Abbiamo fatto un piccolo giro, tra le contrade Amabilina e Madonna Alto Oliva. Ma è così ovunque. Stradine che danno le spalle al quartiere popolare, e che ai lati sono pieni di sacchetti, ma anche pneumatici, scarti d’edilizia, gli immancabili materassi. Rifiuti e natura che si mescolano. Se qualcuno volesse, per puro caso, ripulire tutto, non saprebbe distinguere dove finiscono i rifiuti e dove inizia la parte “pulita”.

 

 Marsala, giro della vergogna nella città sommersa dai rifiuti from Tp24 on Vimeo.

 

Saliamo un po’, Madonna Alto Oliva. Stradine che si fanno più strette, su per le zone più alte della città. Proprio qui in molti hanno realizzato ville con tanto di vista sullo Stagnone e sulle Egadi.
Una vista meravigliosa. Ma ruotando lo sguardo vedi solo rifiuti. Montagne di spazzatura, davvero di ogni tipo. Elencare tutti gli oggetti buttati è difficile. Ma ci proviamo per quelli più "originali". C’è il cestello della lavatrice, ci sono come materiali di risulta dei capitelli e delle colonne che avrebbero addobbato in maniera sobria qualche casa. Ci sono pneumatici bruciati, lattine bruciate. C’è un ombrellone. Ci sono giocattoli, tanti. Come gli immancabili tricicli per i più piccoli.
C’è un orsacchiotto di peluche, messo seduto. Come se aspettasse la sua ora, qualcuno che lo venga a prendere. Ma ormai il sole e la pioggia lo stanno consumando. Un orsacchiotto che sarà stato di qualche bambino, a cui si sta lasciando una città devastata, un ambiente martoriato. Un territorio che non merita certa bellezza.