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12/05/2023 06:00:00

   Dai Diabolik alle borse firmate. Adamo, Marrocco e la storia delle spese pazze all’Ars

In principio è stato uno scandalo. Quello dei soldi dei contribuenti usati per comprare fumetti, regali di nozze, pagare multe, acquistare borse e cravatte firmate. Ma nove anni dopo l’inchiesta sulle spese pazze all’Ars si è ridotta ad un quasi nulla di fatto.


E così gioiscono tutti quei politici, ex deputati regionali siciliani, presi per arraffoni e ladri di merendine, e che sono usciti indenni dal processo di secondo grado che li ha visti assolti.


Prima tra tutte Giulia Adamo, ex sindaco di Marsala, ed ex deputato regionale, che ha sempre urlato che certamente non aveva bisogno di usare i soldi pubblici per fare regali, e che quell’inchiesta l’ha fatta fuori dalla scena politica locale. E anche Livio Marrocco incassa, dopo anni di sfottò subiti per la questione dei Diabolik, l’assoluzione.

Ma ripercorriamo i fatti, a partire dalle ultime vicende.


L’ultima sentenza
I giudici della corte d'appello di Palermo hanno condannato per le spese pazze all'Ars Salvo Pogliese, l'ex sindaco di Catania del Pdl e Cataldo Fiorenza del gruppo misto.
Assolti Giulia Adamo, Pdl, gruppo Misto e Udc, Rudi Maira Udc e Pid, e Livio Marrocco, Pdl e Futuro e Libertà.
Assoluzione con formula piena per l'ex deputato regionale trapanese, Livio Marrocco, e per l'ex Sindaco di Marsala, Giulia Adamo (assolta per cinque capi di imputazione, mentre è scattata la prescrizione del reato per una settima contestazione).
A Livio Marrocco, in primo grado, erano stati inflitti 3 anni. Alla fine nel suo caso il capo di imputazione riguardava poco più di tremila euro.
Giulia Adamo ha ottenuto assoluzioni del merito e prescrizioni che azzerano i 3 anni e 6 mesi del primo grado.


L’inchiesta
E’ una faccenda lunga e tortuosa quella delle spese pazze all’Ars. In principio erano novantasette, per la maggior parte deputati regionali, e qualche dipendente, finiti nei guai perchè accusati di aver speso i soldi destinati all'attività istituzionale per fini personali. I politici avrebbero utilizzato i soldi destinati all'attività istituzionale dei gruppi all'Assemblea regionale siciliana per comprare foulard di Hermès, borse Louis Vuitton, profumi, soggiorni in Spa, ma anche per pagare cene al ristorante e persino fumetti di Diabolik. Un’inchiesta che prese il nome, proprio, di “spese pazze all’Ars” e che per la Procura di Palermo configuravano il reato di peculato.


Una vicenda giudiziaria lunga, cominciata nel 2014 quando Procura ordinaria e della Corte dei Conti cominciano a spulciare quello che combinavano a Palermo i deputati regionali. I fatti contestati risalivano alla legislatura 2008-2012, quella del governo Lombardo. La prima indagine coinvolse una novantina di politici, alcuni avevano spese sospette per poche migliaia di euro, altri, i capigruppo soprattutto, per centinaia di migliaia di euro.
In questi anni ci sono state sentenze di condanna da parte della Corte dei Conti, che ha inflitto agli ex onorevoli il pagamento di laute somme come risarcimento per le “spese pazze”, Adamo ad esempio deve dare 180 mila euro. Il percorso seguito dalla giustizia contabile è stato parallelo, ma più spedito della giustizia ordinaria, e ha visto già emettere condanne definitive.


I giudici di primo grado erano stati lapidari, parlando di “disvalore delle condotte degli imputati” e sentenziando che era stato “leso il prestigio e l’immagine dell’Ars”
Spese pazze, appunto, che qualcuno è riuscito a giustificare. In molti sono riusciti a cavarsela con l'archiviazione, altri sono stati assolti dalla magistratura contabile. Per altri invece non c'è stato un esito positivo.

 


Giulia Adamo e le borse griffate

Tra i politici coinvolti c'è anche Giulia Adamo che è stata capogruppo all'Ars del Pdl Sicilia e dell'Udc tra il 2008 e il 2012, quando era punto di riferimento di Casini in Sicilia.
Nel carrello di Giulia Adamo c’erano liquori e vini pagati 1600 euro, la famosa borsa Luis Vuitton costata 440 euro, cravatte e carrè di seta Hermes da 1.320 euro, una borsa Bagagli da 145 euro. Tutti acquisti che i giudici di primo grado hanno definito “estranei all’attività parlamentare” e privi di “giustificazione contabile coerente con la finalità per cui era stato concesso il contributo”. Un giudizio però ribaltato dalla Corte d’Appello.
Come detto Giulia Adamo è stata nel frattempo condannata dalla Corte dei Conti.


Quando scoppiò il caso, in virtù della legge Severino, Giulia Adamo fu sospesa dalla carica di sindaco di Marsala e poi decise di dimettersi. La condanna in primo grado arrivò alla vigilia delle elezioni amministrative del 2020, a cui la Adamo aveva fatto un pensierino per tentare di tornare a fare il sindaco di Marsala.

Livio Marrocco e i Diabolik
L'altro politico della provincia di Trapani condannato è Livio Marrocco. Per i giudici si è appropriato di 3.961 euro. Tra queste spese ci sono 179 euro di fumetti Diabolik che ha sempre detto di essere allegati ai quotidiani che comprava legittimamente. Il resto sarebbe servito per comprare pasta fresca, vestiti, per revisionare uno scooter, articoli da profumeria, ottica, lavanderia. Ma Marrocco è riuscito a dimostrare quanto detto dopo la sentenza di primo grado. Cioè che “le spese che sono state contestate sono tutte relative a esborsi dal conto corrente personale” dell’ex deputato. Marrocco si è sempre detto certo di aver svolto l’incarico “con la massima correttezza”.