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12/06/2023 06:00:00

  Stipendi e pensioni. Le donne siciliane pagate meno degli uomini. I numeri

Stesso lavoro, retribuzione uguale. Un’equazione scontata. Ma in Sicilia non è così.
Ed è sempre ampio il divario tra donne e uomini per quanto riguarda stipendi e pensioni. Una donna siciliana percepisce, in media, 400 euro in meno al mese rispetto ad un uomo, a parità di mansioni.
E’ l’ultimo dato impietoso di un gender gap economico che non penalizza solo la donna, ma tutta la società. Ed è un divario che fa dell’isola tra le regioni in cui la parità di genere, a livello economico, in particolare, è un traguardo ancora lontano.

Alcuni numeri, per fare degli esempi. L’importo medio di una pensione di vecchiaia per una siciliana si aggira intorno agli 823 euro al mese. Un siciliano, in media, ne percepisce 1.326. Un gap che si dilata ulteriormente allargando la lente d’ingrandimento: nel resto d’Italia la pensione media di una donna è di 945 euro, per l’uomo di 1669,18. E ancora, una pensione media di invalidità percepita dalle donne dell’Isola è pari a 578,84 euro, quella degli uomini si attesta su una media di 769 euro.

 


Sono dati che emergono dallo studio condotto dallo Spi Cgil Sicilia su donne, lavoro e pensioni.

Dati alla mano, il gap nelle retribuzioni tra uomo e donna parte dal mercato del lavoro e arriva fino alla qualità della vita nella terza età. In media, un operaio siciliano guadagna 14.199 euro l’anno, mentre la stessa mansione svolta da una donna è retribuita in media appena 7.545 euro l’anno. Un gap inferiore si trova nella fascia impiegatizia: 24.471 euro annui per gli uomini, 14.573 per le donne. E ancora meno tra i quadri: 59.962 euro annui per gli uomini, 51.858 per le donne. La forbice torna invece larghissima tra i dirigenti: gli uomini percepiscono poco più di 100 mila euro in dodici mesi, le donne appena 54.509.

 


Il divario si accorcia per quanto riguarda autonomi e dipendenti pubblici.

 

Ovviamente tutte le storture del mercato del lavoro e il divario tra uomo e donna si ripercuote sulle pensioni. Andare in pensione oggi in Sicilia, per tante e tanti significa ritrovarsi con pochi spiccioli in tasca, praticamente sulla soglia della povertà.

“Stiamo accendendo un faro sulla condizione delle donne – osserva Maria Concetta Balistreri della segreteria regionale Spi Cgil Sicilia – perché la posizione previdenziale si costruisce piano piano nel corso di tutta la carriera lavorativa”.
Per Concetta Raia “parlare di denatalità, spesso in maniera distorta, dando la colpa alle donne se decidono di non avere figli, è falso e sbagliato. Se si vuole favorire la natalità si devono cambiare le politiche di welfare”.
Infatti il divario non riguarda solo le retribuzioni, quanto anche le pari opportunità di accesso al mondo del lavoro. Per le donne siciliane è un’impresa riuscire a coniugare famiglia e lavoro, a causa di un welfare ancora molto indietro. Pochi asili pubblici, niente tempo pieno in molte scuole, servizi alle famiglie inesistenti.