Il dragaggio del porto canale di Mazara non è ancora stato avviato concretamente ma solo per ciò che concerne i lavori propedeutici di sistemazione dell’area, cosa di cui vi avevamo informato pochi giorni addietro.
In particolare al momento - dopo la firma del 16 maggio scorso, per la consegna del 1° stralcio dei lavori di dragaggio dei fondali del bacino portuale e del retrostante porto canale, avvenuta in Comune, ci si trova ancora nella fase di preparazione delle vasche di raccolta provvisoria dei fanghi.
STOCCAGGIO PROVVISORIO - I contenitori della melma asportata, infatti, saranno approntati nella zona della colmata (tra il porto nuovo e la zona di Tonnarella). In tali cassoni, appositamente impermeabilizzati al fine di evitare qualsiasi sversamento all’esterno degli stessi, saranno momentaneamente depositati i fanghi che proverranno, a poco a poco, dalle attività di dragaggio. La procedura prevede, infatti, che i liquami vadano nuovamente caratterizzati in questa fase di prelievo in modo da poterli classificare secondo i parametri previsti dalla legge.
LA LETTERA APERTA DEGLI AMBIENTALISTI ‘PRO CAPO FETO’ - Con l’avvio di questa fase la problematica torna all’onore delle cronache e si moltiplicano gli interrogativi. La nostra redazione, in tale direzione ha ricevuto - nei giorni scorsi - una lettera aperta che si conclude con tre domande finali. Ecco la missiva: “Egregio Direttore, sono Anna Quinci, dell'associazione Pro Capo Feto. Le inoltro il link del video dell'ex sindaco Cristaldi sull’avvio del dragaggio del porto canale, in cui, tra l'altro, pone un interrogativo: “che fine hanno fatto i soldi del dragaggio? Il sindaco Cristaldi meglio di altri dovrebbe conoscere la risposta dato che, per circa un decennio, ha avuto il controllo del progetto tp-189 relativo al dragaggio e alle opere collaterali. L'associazione Pro Capo Feto, aderente alla Federazione nazionale Pro Natura, è stata l'unica associazione ambientalista ad avere partecipato ai tavoli tecnici per la migliore riuscita del dragaggio, e - contrariamente all'interrogativo e ai dubbi che l'onorevole Cristaldi può avere ingenerato - può affermare che i soldi ad oggi sono stati spesi per l'esecuzione di lavori che si sono dovuti affrontare in corso d'opera.
QUALCUNO PROVA A FARE LO GNORRI - “Da più parti - scrive a Tp24.it, Vincenzo Sciabica, che da decenni segue le vicissitudini del dragaggio e dell'utilizzazione della ‘laguna di Tonnarella’ - ed anche da parte di chi ha amministrato la Città, echeggia la richiesta: "Dove sono finiti i soldi del dragaggio?". Che lo chiedano i cittadini è normale se non doveroso, ma chi ha amministrato la Città (l’ex sindaco Cristaldi ha guidato la Città per 10 anni dal 209 al 2019 n. d. a.) dovrebbe sapere che i soldi sono stati spesi per pagare: l'IAMC (Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero - Centro Nazionale di Ricerche di Capo Granitola) che intorno al 2012 ha eseguito le prime analisi dei sedimenti portuali e della Colmata B, senza lasciarsi condizionare dal ‘Comune’, a quanto sembra e a quanto è stato scritto sul Quotidiano di Sicilia, riportato su ‘mazaraonline.it’ di sabato 27/10/2012; per pagare gli altri esecutori di analisi, ma soprattutto per fare fronte agli interventi dopo l'esondazione del Mazaro, esondazione avvenuta a cavallo tra l'avvicendamento della nuova Giunta comunale e quella uscente.
IL PROGETTO TP 189 - Esso “ha previsto l'escavazione del Mazaro nella parte finale del fiume - continua Sciabica - ma con l'esondazione si è dovuto iniziare dalla parte a monte. Là c'era, infatti, il depuratore di Mazara 2 intasato da rifiuti di vario genere, c'era tutto il corso del fiume, che scorre lungo le grotte di Miragliano fino all'ingresso del porto-canale, sopraffatto da vegetazione arborea e da vegetazione palustre. Come vorrebbe un vero intervento di mitigazione del rischio idrogeologico, con l'esondazione è stato ripulito ed attivato il depuratore di Mazara 2; è stata eliminata tutta la vegetazione, compresa quella che andava preservata (fuori dal letto del fiume), tra il ponte ferroviario di seguito alla Via M. Fani e le grotte di Miragliano. Adesso - prosegue Sciabica - si sta procedendo a ripulire l'area circostante la Colmata B, dove dovranno essere sversati i fanghi del porto, un'area che verrà modellata con i fanghi del dragaggio e sistemata con la piantumazione di 3000 alberi, nel frattempo quest'area a detta del Sindaco, nell'ultimo decennio è diventata una vera discarica..., ma cosa più impegnativa sarà lo smaltimento di tutti quei rifiuti provenienti da lavori edili. Lavori di smaltimento rifiuti che la ditta Ecol 2000, in seguito a recinzione dell'area di cantiere, ed in seguito all'escavazione controllata, per non danneggiare la vegetazione della sponda occidentale della stessa Colmata B, aveva iniziato a fare. Lavori - continua l’ambientalista mazarese - che hanno avuto sicuramente un costo. Lavori che ora, con il cambio dell'impresa, sembrano procedere incontrollati e mal diretti rispetto a prima, visto tra l'altro che sul posto non c'è più la recinzione del cantiere e non figura insegna alcuna con la ragione sociale della ditta esecutrice, né le date di inizio e di fine lavori, né l'importo dell'opera”.
TRE DOMANDE APERTE - “Piuttosto che innescare dubbi sulla fine dei soldi - conclude il naturalista Vincenzo Sciabica - che, sulla scorta di quanto qui riportato, sono stati spesi, i signori amministratori comunali, passati, presenti e pretendenti, dicano se sono nelle condizioni di poterci garantire per il futuro: 1) l' opera seria di mitigazione del rischio idrogeologico del fiume Mazaro; 2) il dragaggio decente del porto-canale ogni qualvolta ce ne sia necessità; 3) la riqualificazione ambientale, con la valorizzazione anche per fini turistico-ricettivi, della Colmata B”.
Domande legittime che aspettano una risposta. Quando e, se, dovessero arrivare noi di Tp24.it ne daremo immediatamente conto.
Alessandro Accardo Palumbo
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