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08/07/2023 06:00:00

L'economia siciliana recupera (quasi tutto) quello che ha perso nella pandemia

 Tensioni geopolitiche, forte inflazione e condizioni di finanziamento in peggioramento hanno provocato un rallentamento dell'economia siciliana durante il 2022 nel suo complesso, dopo la robusta crescita della prima parte dell’anno. Lo mette nero su bianco l'ultimo rapporto annuale "Economie regionali - L’economia della Sicilia" redatto dalla Banca d'Italia, a fine giugno di quest'anno.


NEL 2022 +3,7% - “Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) - si legge nel report - nel 2022 l’attività economica in Sicilia è aumentata del 3,7 per cento, in linea con la media nazionale; la crescita ha consentito di recuperare quasi completamente la perdita di prodotto connessa con la pandemia”.

LE IMPRESE: BENE EDILIZIA E TERZIARIO, MALUCCIO L’INDUSTRIA – L’andamento dell’attività è stato diverso tra i vari settori produttivi; alla stagnazione dell’industria si è contrapposta la crescita dell’edilizia e quella del terziario. Nell’industria la ripresa che aveva caratterizzato il periodo post-pandemico ha progressivamente perso vigore a partire dai mesi estivi, nonostante l’incremento delle esportazioni che ha riguardato sia i prodotti petroliferi sia gli altri settori. La crescita dei costi di produzione, già in atto nel 2021, si è intensificata nel 2022 sospinta dai rincari dei beni energetici; gli effetti sulla redditività sono stati mitigati dall’incremento dei prezzi di vendita. Nelle costruzioni l’espansione è stata trainata soprattutto dal comparto dell’edilizia residenziale che ha ancora beneficiato dello stimolo fiscale per la riqualificazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici; in prospettiva il notevole incremento dei bandi per lavori pubblici, connesso anche con l’esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), dovrebbe favorire l’attività del settore.

SERVIZI TURISTICI IN RECUPERO RISPETTO AL PRE COVID - La dinamica positiva dei servizi si è rafforzata, sostenuta da flussi turistici in accelerazione che, recuperando quasi completamente i livelli pre-pandemia, si sono riflessi sui movimenti di passeggeri nei porti e negli aeroporti dell’Isola. Nel complesso la redditività delle imprese è rimasta positiva e ha sostenuto l’accumulazione delle disponibilità liquide che si sono mantenute elevate nel confronto storico; l’espansione dei finanziamenti bancari, proseguita nel primo semestre del 2022, si è successivamente interrotta. L’indebolimento ha riflesso il calo della domanda di credito finalizzato agli investimenti in un contesto di aumento dei tassi ufficiali che si è trasmesso rapidamente al costo dei prestiti bancari al settore produttivo.

IL MERCATO DEL LAVORO - L'occupazione ha subito una crescita (2%) ma non tale da far recuperare il gap con il periodo pre covid. “Nel 2022 - si legge nello studio della Banca d’Italia - l’occupazione ha continuato a crescere anche se in misura insufficiente a riassorbire completamente gli effetti della pandemia; solo nel settore delle costruzioni, grazie all’espansione dell’attività, il numero degli occupati è risultato ampiamente superiore a quello del 2019”.

DISOCCUPAZIONE DOPPIA RISPETTO AL RESTO D’ITALIA - “L’incremento del tasso di occupazione - prosegue il report - si è associato a una diminuzione di quello di disoccupazione che rimane però su livelli doppi rispetto alla media nazionale. Nel settore privato il numero di attivazioni, al netto delle cessazioni, nella prima metà del 2022 è stato superiore rispetto agli ultimi anni ma poi si è riportato sugli stessi valori del 2019”.

BENE IL LAVORO DIPENDENTE A TEMPO INDETERMINATO MA MENO ATTIVI - “La creazione di posizioni di lavoro dipendente è stata trainata dai contratti a tempo indeterminato che hanno beneficiato anche delle trasformazioni dei numerosi contratti a termine attivati l’anno precedente. Nel 2022 il tasso di attività è lievemente aumentato, ma il numero di persone attive sul mercato del lavoro si è ridotto risentendo anche delle dinamiche demografiche in atto”.

LE FAMIGLIE PER L’INFLAZIONE PERDONO POTERE D’ACQUISTO - “Il reddito delle famiglie siciliane nel 2022 - scrivono gli analisti della Banca d'Italia - è cresciuto a valori nominali, ma l’elevato tasso di inflazione ne ha determinato una contrazione in termini reali. I consumi hanno proseguito la ripresa avviata nel 2021; i rincari e il deterioramento del clima di fiducia, tuttavia, hanno impedito il pieno recupero rispetto ai valori pre-pandemia”.

BATOSTE PER QUELLE MENO ABBIENTI - “L’aumento dei prezzi - prosegue il report - ha avuto ripercussioni più consistenti sulle famiglie meno abbienti, il cui paniere di spesa è composto in misura relativamente maggiore dai beni e dai servizi che hanno subito i rincari più elevati.

PIÙ FINANZIAMENTI E MUTUI: LUCI ED OMBRE - “La crescita dei finanziamenti alle famiglie - approfondisce lo studio - è proseguita sia per la componente del credito al consumo sia per i prestiti per l’acquisto delle abitazioni; a fronte dell’incremento dei tassi di interesse, nella seconda parte dell’anno le nuove erogazioni di mutui si sono però sensibilmente indebolite. L’esposizione delle famiglie ai rialzi dell’onere del servizio del debito è nel complesso limitata, grazie alla prevalenza dei mutui a tasso fisso sul totale delle consistenze”.
Domani proseguiremo con altri numeri utili a fotografare lo scenario economico isolano.

Alessandro Accardo Palumbo
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