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13/07/2023 06:00:00

Torna l'incubo peronospera in provincia di Trapani 

 Torna l'incubo peronospera in provincia di Trapani e in generale su tutta la Sicilia. L'instabilità del meteo, prima con siccità e poi con picchi di umidità, ha creato il terreno fertile per la proliferazione. Mentre nelle ultime stagioni la malattia è stata rara, nel 2023, sfortunatamente, la situazione è opposta.

Ad essere colpite dalla peronospera sono in realtà, in particolare, le regioni della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise con perdite fino al 40%, ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia che si affacciano alla vendemmia con cali previsti nell’ordine del 25-30%. Complicata la situazione anche in Umbria, Lazio e, come detto in Sicilia, specie nel trapanese. 

La situazione nel trapanese - La peronospora è diffusa, soprattutto nel Trapanese: quelli che non hanno trattato a ciclo completo per questioni di costi avranno forti perdite, le aziende strutturate avranno una buona vendemmia. Siamo attorno a un’incidenza del 10-15%.

Incontro su iniziativa dei sindaci di Marsala e Petrosino - I danni da avversità atmosferiche e più in generale i problemi della viticoltura sono stati i temi al centro dell'incontro che si è tenuto lunedì pomeriggio a Palazzo comunale di Marsala su iniziativa del sindaco Massimo Grillo e del sindaco di Petrosino Giacomo Anastasi. All'incontro hanno partecipato i deputati regionali Cristina Ciminnisi, Dario Safina, Stefano Pellegrino e Nicola Catania. “Il grido di allarme lanciato del settore agricolo va sostenuto nelle opportuni sedi, affermano Grillo e Anastasi. Sono criticità, non ultima la peronospora, su cui chiediamo di fare rete, agire in sinergia, concordare iniziative per raggiungere soluzioni. Insomma, un lavoro di squadra - aggiungono i sindaci di Marsala e Petrosino - che include i nostri Consigli comunali e alla cui attenzione sottoporremo un documento da condividere anche con gli altri sindaci della provincia e indirizzato ai Governi Regionale e Nazionale”.

Le richieste dei produttori - Nel corso dell'incontro - avviato dall'assessore alle Attività produttive Salvatore Agate - presidenti e delegati delle Cantine sociali (Colomba Bianca, Paolini, Birgi, Petrosino ed Europa) hanno espresso l'urgenza delle richieste, mettendo altresì in risalto l'aumento generale dei costi di produzione agricola (concimi ed energia in particolare) che ha amplificato una crisi che, dopo la pandemia, fa ora i conti con la guerra in Ucraina. Sulla necessità di agire in fretta hanno pure convenuto le altre sigle di categoria - Confagricoltura, Coldiretti, CIA, Consorzio DOC Sicilia, Feder.Agri, Legacoop, AGCI - in ciò sostenuti anche dal direttore dell'Ispettorato provinciale agricoltura Vito Falco il quale, riguardo all'emergenza peronospora, ha evidenziato la lunga procedura che segue la richiesta di accertamento dei danni. Alla luce della previsione di un fortissimo calo della produzione di uva da vino (in taluni casi anche oltre il 50%), agire con la massima tempestività è urgente. E ciò su più fronti, ossia concentrando gli sforzi su avversità atmosferiche, distillazione di crisi, ristrutturazione dei debiti, vendemmia verde, de minimis, i punti su cui - in maniera unanime - sono confluiti tutti i presenti al tavolo tecnico di Marsala. Come e dove trovare le risorse (uno stanziamento di 20 milioni, si auspica) è un impegno che i deputati regionali presenti si sono assunti, coinvolgendo in prima battuta sia l'assessore regionale all'agricoltura Luca Sammartino che il dirigente regionale Dario Cartabellotta.

Per Dario Safina, deputato regionale PD, per il settore vitivinicolo in ginocchio, sono necessari i fondi dello Stato -  “Non serve solo che il presidente Schifani chieda al governo nazionale lo Stato di Calamità per il comparto vitivinicolo siciliano ma è ora che giungano concreti aiuti economici a sostegno degli agricoltori siciliani. Il settore è ormai sotto attacco da mesi a causa dei repentini e imprevedibili cambiamenti climatici. L’intera filiera produttiva, già in crisi da decenni, ora si trova letteralmente in ginocchio e senza i fondi dello Stato rischia di soccombere e sparire”.

Il grido d’allarme arriva dal deputato regionale del PD Dario Safina che questa mattina, durante i lavori dell’Assemblea regionale siciliana, depositerà un ordine del giorno a sostegno e tutela del comparto vitivinicolo siciliano.

“Il fungo della Peronospora – spiega Safina - non è altro che l’ultima delle piaghe in ordine cronologico, causate dal maltempo e dai folli e imprevedibili cambiamenti climatici degli ultimi anni. Il danno già calcolato è pari al 40% netto in meno della produzione dell’intero comparto, con conseguente riduzione delle tonnellate di uve raccolte e declino delle qualità dei vini generati. Un vero e proprio disastro per i nostri agricoltori e per uno dei settori traino dell’economia siciliana”.

“E’ necessario ed urgente che gli ispettorati agrari chiedano l’accertamento dei danni, così da poter interloquire con il governo nazionale, al netto della richiesta dello stato di calamità inoltrato con la delibera di giunta regionale del 15 giugno scorso. Ora gli agricoltori del comparto si trovano a fare i conti con una situazione non più recuperabile – continua Safina –. Anche perché il calo dei consumi, in particolare dei vini rossi, e l’aumento delle giacenze di cantina hanno contribuito a delineare una situazione di squilibrio di mercato. L’intero comparto insomma rischia di implodere. Serve e subito, prevedere la vendemmia verde e la distillazione di crisi. Urge, senza indugi, dare una mano concreta ai nostri agricoltori. Non possiamo permetterci il lusso di abbandonarli in balìa dei capricci climatici”, conclude l’onorevole Safina.

Sulla grave crisi vitivinicola nel trapanese interviene anche il Pd di Alcamo: "La crisi viticola e vitivinicola in corso sta mettendo a dura prova i nostri agricoltori e l'economia locale. Le abbondanti piogge dei mesi scorsi e l’anomalo andamento meteorologico hanno causato l'insorgere della peronospora della vite, che lascia intravedere una considerevole perdita di prodotto. A tale problematica di tipo fitosanitario, si accompagna una grave crisi di mercato, soprattutto, del vino rosso, che rimane in gran parte invenduto nei silos delle nostre cantine. Infatti è importante sottolineare che, a causa della crisi economica e dell’inflazione alle stelle, il vino rosso ha riscontrato difficoltà nell'essere venduto rispetto al vino bianco. Questo è principalmente dovuto al fatto che il vino rosso ha un mercato più specifico, essendo principalmente destinato all'imbottigliamento, mentre il vino bianco ha una maggiore versatilità e può essere utilizzato in diverse occasioni. Questa situazione impone una riflessione sulle strategie di commercializzazione e una ricerca di soluzioni innovative per sostenere il settore vitivinicolo. In conclusione, la crisi viticola e vitivinicola attuale richiede un'azione decisa e un impegno sincero da parte di tutti noi alcamesi. Riteniamo che solo attraverso una sinergia di idee e competenze possiamo affrontare con successo la crisi attuale e garantire un futuro sostenibile per l'intera filiera vitivinicola".

 La peronospera a livello nazionale - Sono sempre più pesanti gli effetti della peronospora, la malattia della vite che a causa delle forti piogge di primavera sta attaccando diverse regioni italiane, con perdite previste in alcune zone per la prossima, imminente, campagna vendemmiale fino al 40%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) attraverso le interviste alle imprese del vino compiute sui territori. Maggiormente colpita, in generale, la viticultura biologica che, in alcune aree, risulta fortemente compromessa.  In generale – ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – la stagione pre-vendemmiale era partita bene un po’ ovunque, poi da maggio in avanti la situazione si è guastata. Siamo passati repentinamente dal problema degli stock in eccesso – attualmente confermato con le Dop in eccedenza a +9% sullo scorso anno – a uno scenario di probabile importante riduzione dei volumi di raccolta previsti in diverse regioni”. Per le altre aree poco colpite dalla peronospora si prevede una buona vendemmia.

La situazione peronospera nelle principali regioni italiane - Piemonte: la situazione appare sotto controllo: siccità fra marzo e aprile, piogge nella norma, più oidio che peronospora.

Lombardia: in Valtellina si registrano problematiche di peronospora su una produzione tendenzialmente abbondante. Pressione su foglia e su grappolo, con cali mediamente del 5%.

Veneto: pochi e localizzati attacchi grandinigeni, con perdite anche al 50%. La produzione attesa in regione per ora è molto abbondante.

Friuli-Venezia Giulia: bene Collio, qualche problema a macchia di leopardo nel resto della regione. I vigneti rimangono comunque carichi.

Emilia e Romagna: la situazione appare per ora sotto controllo per quanto riguarda la peronospora. Resta problematico il post-alluvione, sia, soprattutto in collina, per l’accesso ai vigneti, sia per il fango in pianura.

Toscana: a causa delle forti piogge a maggio, la peronospora è presente e si registrano difficoltà di accesso ai vigneti per i trattamenti. Per ora si prevede una riduzione su una produzione che si annunciava comunque abbondante (in media 10% di infezioni). Riportati problemi anche di botrite e grandinate locali.

Umbria: la pressione è molto forte, con cali dal 10 al 15%, con punte fino al 30%. La produzione iniziale prevista era abbondante, quindi si dovrebbe arrivare a una raccolta nella norma.

Abruzzo e Molise: è piovuto costantemente dal 4 aprile. A causa della conformazione del terreno (colline e vallate) è stato difficile accedere agli appezzamenti per poter eseguire i trattamenti fitosanitari. La peronospora ha attaccato in forma abbastanza importante entrambe le regioni e si stima un calo di produzione del 30-40 % sulle uve convenzionali (50-60% in Molise), mentre si arriva anche al 70-80% sulle uve biologiche. Il danno maggiore sembra comunque subìto dalle varietà a bacca rossa, non trattate perché al momento dell’attacco erano ancora in fase primordiale, nelle zone collinari. Per tutta questa serie di situazioni, oggi le aziende produttrici hanno rallentato le vendite e qualcuna le ha addirittura fermate.

Marche: situazione non omogenea. In linea di massima è stata colpita di più la zona più prossima alla costa, ma le infezioni sono un po’ ovunque. È difficile quantificare la perdita ma sicuramente si profila un’annata di scarsa produzione (-20%), su una stagione ancora in ritardo nello sviluppo della fase fenologica rispetto al 2022.

Lazio: la stagione era partita bene, ma la pioggia di maggio ha innescato forti focolai, attorno al -25% di produzione prevista (su una partenza abbondante).

Basilicata: la peronospora ha avuto un forte impatto sul Vulture e anche sui bianchi, in alcuni areali le previsioni sono a -60%.

Puglia: la peronospora si è diffusa sia a Nord (tendoni tasso a 50%) sia a sud, su Malvasia, Negroamaro e Primitivo, con cali attesi del 25%.