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14/07/2023 07:13:00

Truffe e corruzione per i lavori al porto di Castellammare del Golfo

Truffe e corruzione per i lavori al porto di Castellammare del Golfo. 

Per aumentare i costi della costruzione del porto di Castellammare del Golfo avrebbero dichiarato che i fondali friabili e sabbiosi fossero, invece, di dura pietra. E per ingannare la Regione Siciliana,  che ha appaltato i lavori, avrebbero portato in cantiere della pietra dura proveniente da una cava vicina.

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip di Trapani, su richiesta della procura nei confronti della società per azioni nel settore edile che ha vinto l’appalto per il rifacimento dell’infrastruttura , per circa 2 milioni di euro.

Il provvedimento trae origine da uno stralcio di una complessa indagine, inizialmente diretta dalla Dda di Palermo, volta al contrasto dell’articolazione di “cosa nostra” operante nel territorio di Castellammare del Golfo, che si era conclusa nel giugno 2020 con l’arresto dell’allora reggente di “cosa nostra” castellammarese, insieme ad altri sodali.

Nel corso delle indagini, sebbene non siano emerse forme di condizionamento mafioso sui lavori di riqualificazione del porto di Castellammare del Golfo, aggiudicati alla ditta per 11 milioni di euro,  è stata documentata una frode in pubbliche forniture di ingente valore economico.

Per questa vicenda sono indagati a vario titolo per i reati di concorso in corruzione, istigazione alla corruzione e frode in pubbliche forniture. l’allora socio di maggioranza della società, il presidente del consiglio di amministrazione dell’impresa, nonché da alcuni dipendenti della stessa e da un luogotenente della guardia costiera, ormai pensione.

In particolare, secondo gli inquirenti, i tecnici della società per far aumentare i costi visto che il fondale era non particolarmente duro per aumentare i guadagni e addebitare costi più elevati all’ente pubblico appaltante di spese non sostenute, avrebbero sostituito le rocce estratte con pietre di maggior consistenza provenienti da cave limitrofe, in quanto gli importi da incassare, secondo quanto stabilito nel contratto, erano direttamente proporzionali alla durezza delle pietre del fondale oggetto delle operazioni di scavo. L’esecuzione del  provvedimento condurrà adesso al sequestro delle disponibilità bancarie della società in questione presso svariati istituti di credito del territorio siciliano.

Il completamento del porto turistico di Castellammare rientra nel secondo lotto, da oltre 14 milioni di euro, dei lavori di ammodernamento dell’infrastruttura finanziati dalla Regione. Il cuore dell’intervento è costituito dalla nuova banchina, lunga 400 metri e realizzata mediante una paratia in pali secanti della lunghezza di 15 metri, situata alla radice della diga foranea e avanzata di 80 metri rispetto al precedente limite. Sono poi stati realizzati il molo di sottoflutto, gli impianti e i servizi necessari alla fruizione del porto e delle opere interne che hanno consentito l’aumento dei posti barca. È stato inoltre costruito un piazzale attrezzato di 20 mila metri quadrati all’interno del quale sono presenti gli edifici destinati alle Autorità marittime, le officina a servizio della cantieristica navale, il Club nautico a servizio delle nuove strutture di ormeggio, i vigili del fuoco e i servizi per l’accoglienza. il piazzale è stato attrezzato con sei torri faro da 20 metri d’altezza ciascuno, pali di illuminazione lungo le strade di accesso al porto e segnapassi nel bordo banchina. Il porto di Castellammare dispone adesso anche di un nuovo scalo di alaggio da 30 metri per imbarcazioni fino a 50 tonnellate. Il progetto ha riguardato anche la riqualificazione di piazza Castello con un nuovo waterfront. Ai lavori, secondo i dati forniti dall’impresa esecutrice, hanno partecipato oltre 100 addetti tra dipendenti diretti e indiretti.