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03/08/2023 11:27:00

Castellammare, operazione "Spurgo Low cost". Torna in libertà uno degli indagati 

 E’ tornata in libertà una delle sette persone arrestate, lo scorso 27 luglio, nell’operazione della Squadra mobile di Trapani “Spurgo low cost”. E’ il 43enne autotrasportatore Sebastiano Ferrarello, al quale su istanza dell’avvocato difensore Ivan Stabile, il gip di Palermo Lorenzo Jannelli ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

“Esprimo la soddisfazione personale per il risultato ottenuto – dichiara l’avvocato Stabile - poiché è stato data credibilità alla difesa già in sede di interrogatorio di garanzia che si è svolto presso la Questura di Trapani, soprattutto perché contrariamente al parere del P.M. che invece si era opposto alla revoca della misura cautelare”.

Nell’ordinanza il giudice Jannelli scrive: “Ritenuto che la difesa del Ferrarello ha invocato la revoca della misura cautelare della misura degli arresti domiciliari, evidenziando ìl tenore dell’ìnterrogatorio di garanzia reso al p.m. in da ta 01 agosto 2023; ritenuto che effettivamente, avuto riguardo anche alle dichiarazioni rese, che permettono di inquadrare più correttamente il ruolo del Ferrarello quale soggetto ordinariamente dedito a trasporti mediante autoarticolati e solo marginalmente e occasionalmente presente in servizio presso la DASCA per le attività di illecito conferimento; appare credibile il tenore delle dichiarazioni rese dall’indagato, il quale ha peraltro for malizzato immediatamente le dimissioni dall’impresa DASCA presso la quale aveva fatto ingresso solo recentemente”.

Sulla base di ciò, il gip ritiene “indebolito il quadro indiziario” e “del tutto affievolite le esigenze cautelari”. Due giorni dopo l’operazione della polizia, il gip aveva concesso, invece, gli arresti domiciliari al titolare della “Dasca”, Giuseppe D’Angelo, che due giorni prima era stato rinchiuso in carcere. Le accuse mosse ai sette indagati sono associazione per delinquere finalizzata all’illecito smaltimento di rifiuti e inquinamento ambientale. All’operazione hanno collaborato gli agenti del commissariato di Castellammare del Golfo, con il supporto dei militari della Guardia di finanza di Alcamo, sotto il coordinamento del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine.

“Le indagini – spiegò la Questura nella nota diffusa il 27 luglio - grazie all’utilizzo di sistemi di videosorveglianza, delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di ricostruire un consolidato modus operandi della ditta di smaltimento rifiuti in cui lavoravano gli arrestati. In sostanza, una volta prelevati i liquami e i rifiuti dai loro clienti (abitazioni private, stabilimenti balneari, esercizi commerciali) gli stessi venivano riversati in segreto dei tombini finendo quindi nella condotta fognaria e conseguentemente in mare, in assenza di un idoneo impianto di depurazione funzionante. In più, proprio a causa dello sversamento, spesso le condotte si intasavano causando l’avaria o la rottura delle pompe di sollevamento all’interno dei tombini. Proprio per risolvere tale problematica il comune di Trapani era costretto poi ad incaricare la stessa società ad intervenire per porre rimedio al malfunzionamento. Tra gli indagati risulta anche il titolare di uno studio di biologia che stilava referti falsificati facilitando le attività illecite dei criminali. Grazie alle indagini è stato possibile anche risalire a due persone, impiegate nella discarica di Camporeale (Palermo) che sversavano percolati nei terreni limitrofi all’area adibita a discarica”.