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07/09/2023 06:49:00

Le due piazze della droga a Mazara Due: undici condanne

 Undici persone coinvolte nell’operazione antidroga della Guardia di finanza “Sugar”, con cui l’1 dicembre 2022 le Fiamme Gialle sgominarono, a Mazara, due organizzazioni criminali accusate di gestire altrettante piazze di spaccio, sono state condannate, con rito abbreviato, dal gup di Palermo Rosario Di Gioia.

La pena più severa (quattro anni e 2 mesi di carcere e 10 mila euro di multa) è stata inflitta a Salvatore Addolorato, di 46 anni, presunto leader di una delle due organizzazioni. Da lui partivano tutte le disposizioni, a cominciare dalla base logistica in un garage, per arrivare alla clientela da raggiungere e dai prezzi da fissare. Tutto organizzato come fosse davvero un’impresa, al punto che persino i turni venivano predisposti per evitare di lasciare incustodito il garage e per avere un ampio orario in cui soddisfare i clienti.

A capeggiare l’altra, secondo l’accusa, sarebbe stata una sua cugina, Rachela Maria Addolorato, di 48 anni, condannata a due anni e 2 mesi per spaccio, ma assolta da associazione per delinquere. Di questo secondo gruppo avrebbero fatto parte anche il marito Pietro Perniciaro, condannato a due anni e 4 mesi, i figli Paola e Giuseppe Perniciaro (due anni e 4 mesi anche per quest’ultimo), la madre Clara Policardo, il fratello Salvatore Addolorato, di 28 anni, condannato a due anni e mezzo, e la compagna Francesca Pizzo.

Gli altri imputati condannati dal gup Di Gioia sono Alessandro Accardi (tre anni di carcere), Giuseppe Addolorato (due anni e 4 mesi), Francesco Addolorato (due anni), Gianluca Addolorato (due anni), Alex Salerno (un anno e 10 mesi), Mario Carmelo Addolorato (un anno e 8 mesi). Per gli ultimi quattro la pena è stata sospesa.

Rachela Maria Addolorato e il fratello Salvatore Addolorato, entrambi difesi dall’avvocato Simone Bonanno, sono stati assolti dall’accusa di associazione per delinquere.

Sono stati, infine, assolti da ogni accusa “per non aver commesso il fatto” Roberto Culicchia e Michele Alfano, rispettivamente di 42 e 53 anni. Dei due, il primo è stato difeso dall’avvocato Ludovico Bisconti, il secondo dalla collega Mariagrazia Misseri.

Disposta la confisca del motopesca “Domenico Infante” del 46enne Salvatore Addolorato. Altri otto imputati sono stati rinviati a giudizio davanti il Tribunale di Marsala.

I due gruppi criminali avrebbero gestito le rispettive piazze di spaccio entrambe nel quartiere popolare di “Mazara 2”. Ciò, secondo quanto emerso nelle indagini coordinate dalla Dda di Palermo, attraverso una capillare rete di distribuzione in grado di perfezionare quotidianamente molteplici cessioni di sostanza stupefacente, diversificandone l’offerta: dal crack, alla marijuna, all’hashish e alla cocaina. Ventuno, in tutto, le persone indagate.

Per 13 di loro fu disposta la misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento, per gli altri otto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Dagli accertamenti della Guardia di Finanza è emerso che sette indagati percepivano illegittimamente il reddito di cittadinanza (ovviamente, subito revocato). E, intanto, ostentavano una vita normale. Su Facebook, Rachela Maria Addolorata scriveva: "Sono mamma e nonna a tempo pieno".Il sussidio statale lo percepivano sia lei, che il marito e i figli. L’indagine ha portato all’individuazione anche del gruppo capeggiato da Salvatore Addolorato, cugino di Rachela. All’Addolorato fu sequestrato un peschereccio, il “Domenico Infante”. Nelle intercettazioni discutevano di utilizzare il motopesca per nuovi affari di droga nel Canale di Sicilia. Quale carattere comune ai due sodalizi investigati, sarebbe emerso il sistematico ricorso a un linguaggio criptico per dissimulare la compravendita di sostanze stupefacenti che, a tal fine, venivano denominate “ricci”, “pesci”, “magliette bianche o scure”, in relazione alle differenti tipologie di droghe trattate.