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26/09/2023 09:02:00

La morte di Napolitano e Messina Denaro, Don Giuseppe Alcamo: "Prego per entrambi"

Giorgio Napolitano, ex Presidente della Repubblica e Matteo Messina Denaro, ex latitante e capo di Cosa nostra Trapanese, per il prete di Mazara del Vallo, don Giuseppe Alcamo, erano fratelli, entrambi al cospetto della giustizia divina dovranno rispondere dei loro peccati e per questo, pur distinguendo le due figure, Capo dello Stato e garante della Libertà il primo, criminale l'altro, che ha commesso diversi omicidi, che ha iniziato a compiere in giovane età e che è stato condannato per le stragi di Capaci e Via D'Amelio e per quelle del 1993 a Roma, Firenze e Milano, diversamente dal giudizio umano e parziale, verranno giudicati senza pregiudizio, senza influenze, per le azioni che hanno compiuto. "Io prego per entrambi", dice don Giuseppe, che li ricorda nella sua celebrazione eucaristica. 

La vita di un uomo è sempre molto di più del suo peccato, anche se nessuno è senza peccato.
Nello stesso giorno, a distanza di poche ore, sono morti a questa vita terrena Giorgio Napolitano e Matteo Messina Denaro.
Il primo si è donato alla politica, ha servito lo Stato italiano in tanti, tantissimi ambiti e per lungo tempo, fino ad arrivare a essere garante della Costituzione e della Libertà, da Presidente della Repubblica. Gli siamo grati per tutto quello che di buono ha fatto per il bene comune.
Il secondo si è donato al malaffare e alla violenza, è stato un pericoloso delinquente che ha procurato morte, dolore, paura, terrore, al punto da essere identificato con tutti i mali che affliggono la Sicilia e l'Italia. Non possiamo essergli grati, assolutamente no.
Mentre i giornali ne parleranno ancora per qualche giorno e poi saranno entrambi archiviati per essere dimenticati, io credo che per loro inizia una nuova tappa della loro vita, caratterizzata dalla vera verità che nulla archivia e nulla dimentica.
Nella fede, credo fermamente che entrambi si sono presentati al cospetto di Dio, per rendere ragione del loro operato e delle loro scelte, delle loro azioni e delle loro motivazioni, per chiedere misericordia e perdono.
Mentre, noi siamo portati, in base al proprio punto di vista, a santificare l'uno e condannare l'altro o viceversa, davanti a Dio non ci saranno santificazioni o condanne facili e sommarie.
Il Giudizio di Dio è veramente giusto. Il giudizio di Dio non è parziale e non è influenzabile. Dio non guarda dall'esterno ma dall'interno della vita e del cuore, e sa collocare fatti e misfatti dentro una visione esistenziale globale e totale.
Con questa professione di fede in Dio giusto e misericordioso, voglio semplicemente dire, da educatore cristiano, che nessuno può ergersi a giudice delle persone, ma solo delle azioni che le persone compiono. E, le azioni sono sempre determinate dalle motivazioni che possono illuminare o oscurare la mente e il cuore.
La Chiesa, alla luce del Vangelo, mi ha insegnato a distinguere il peccato dal peccatore. Mentre il peccatore lo affida alla misericordia di Dio, il peccato lo detesta, lo condanna e si impegna ad educare per non relativizzarlo.
Mi viene difficile dirlo, ma devo dirlo, per me Giorgio e Matteo sono entrambi fratelli per cui pregare, e facendo violenza a me stesso, oggi nella celebrazione eucaristica li ricorderò insieme, perché credo fermamente che io non sono migliore di nessuno e che Dio è padre di misericordia di tutti.
don Giuseppe Alcamo