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31/03/2024 06:00:00

Da Trapani a Roma: una mostra celebra Carla Accardi, "Nostra Signora dell'astrattismo"

 Una grande mostra a Palazzo Esposizioni celebra Carla Accardi, pittrice trapanese tra le più importanti del Novecento italiano e figura chiave dell'astrattismo. La rassegna, curata da Daniela Lancioni e Paola Bonani, presenta circa cento opere, ripercorrendo l'intera carriera dell'artista dagli esordi nel 1946 fino al 2014, anno della sua scomparsa.

Una pioniera dell'astrattismo

Nata a Trapani nel 1924, Carla Accardi si trasferì a Roma nel 1946, dove entrò a far parte del gruppo "Forma 1", un movimento di giovani artisti che si opponeva al realismo socialista allora dominante. Insieme a Piero Dorazio, Achille Perilli e Antonio Sanfilippo, Accardi diede vita a un'arte astratta innovativa e sperimentale, che utilizzava il segno e il colore per creare nuove forme di espressione.

La ricerca artistica

La mostra di Palazzo Esposizioni permette di ammirare l'evoluzione artistica di Carla Accardi attraverso le sue diverse fasi: dal bianco e nero degli esordi, all'uso del colore, alla dematerializzazione del corpo della pittura, fino alle sperimentazioni con materiali industriali come il sicofoil.

Oltre alla pittura, Carla Accardi si dedicò anche ad altre forme d'arte, come l'incisione, la scultura e l'installazione. La sua opera è stata influenzata da diverse esperienze, tra cui il femminismo, di cui è stata una convinta sostenitrice.

Scrive La Lettura, il supplemento culturale del Corriere della Sera: 

La por­tata este­ti­ca­mente rivo­lu­zio­na­ria di quella sta­gione crea­tiva nel nome della «forma» e del «colore» entrerà nelle sto­rie dell’arte del Nove­cento, anche per­ché all’epoca quei gio­vani «ribelli» riu­sci­rono a far arrab­biare (quasi) tutti: l’Ita­lia bor­ghese delle nature morte die­tro ai divani in salotto, ma anche i ver­tici del Par­tito comu­ni­sta (cui pure erano poli­ti­ca­mente vicini) che della bat­ta­glia per il rea­li­smo in tema d’arte aveva fatto un vero dogma. Da allora Accardi di strada ne ha per­corsa mol­tis­sima, sem­pre con una sua par­ti­co­lare vena di spe­ri­men­ta­li­smo che, pur inno­van­dosi, l’ha comun­que tenuta anco­rata a un «segno» ancora oggi assai rico­no­sci­bile e per il quale non è azzar­data la defi­ni­zione di «stile».

A rac­con­tare ora que­sto cam­mino è la mostra Carla Accardi, curata da Daniela Lan­cioni e Paola Bonani e alle­stita fino al 9 giu­gno nelle sale di Palazzo Espo­si­zioni a Roma con circa cento opere dal 1946 al 2014. Un’anto­lo­gica — in coin­ci­denza con il cen­te­na­rio della nascita (9 otto­bre 1924) e il decen­nale della morte (23 feb­braio 2014) dell’arti­sta — che per numero, dimen­sioni e impor­tanza di opere scelte si con­fi­gura come il più esau­stivo omag­gio dedi­ca­tole fino a oggi. Trat­tan­dosi di una retro­spet­tiva, le cura­trici hanno scelto di riper­cor­rere l’intera car­riera della pit­trice, impa­gi­nando la mostra con un per­corso cro­no­lo­gico in grado di favo­rire la let­tura e l’evo­lu­zione delle sue diverse «fasi».

Ad acco­gliere il visi­ta­tore nei saloni di via Nazio­nale sono due auto­ri­tratti gio­va­nili: un car­bon­cino del 1942 e un pic­colo olio del 1946, che pre­cede di poco la defi­ni­tiva svolta non-figu­ra­tiva. È da qui che ini­zia il viag­gio lungo un per­corso crea­tivo che dall’astrat­ti­smo dell’imme­diato dopo­guerra, pas­sando per l’infor­male, arriva ai grandi polit­tici degli anni Novanta e Due­mila. In mezzo, tutti i temi della ricerca di Accardi, sem­pre anco­rata alla crea­zione di un lin­guag­gio segnico senza figure, nar­ra­zioni, natu­ra­li­smi: prima il bianco e nero, poi la suc­ces­siva appa­ri­zione del colore, la dema­te­ria­liz­za­zione del corpo della pit­tura — quando il sup­porto del qua­dro diventa parte inte­grante dell’opera stessa — e la sco­perta delle super­fici in sico­foil, mate­riale indu­striale pla­stico tra­spa­rente. 

 

Un omaggio doveroso

La mostra di Roma è un doveroso omaggio a una grande artista che ha contribuito a rinnovare l'arte italiana del Novecento. Un'occasione per scoprire o riscoprire il lavoro di una donna straordinaria che ha saputo affermarsi in un mondo dominato dagli uomini.

La mostra è aperta al pubblico fino al 9 giugno 2024. La mostra di Roma è un'occasione imperdibile per approfondire la conoscenza di una grande artista e per riflettere sul ruolo dell'arte nella nostra società.