Nell’ambito della seconda edizione del Concorso Pianistico Internazionale Domenico Scarlatti di Trapani, una momento che per tutti resterà indimenticabile ha illuminato la cerimonia di premiazione: Oxana Yablonskaya, pianista ebraica e presidente della giuria del premio, ha incoronato vincitore della categoria emergenti il giovanissimo talento del pianista palestinese Mohammed Alshaikh, dimostrando che la musica supera ogni confine, unendo i popoli e riconoscendo meriti e talenti, al di là delle differenze culturali e politiche.
Il concorso prosegue in questi giorni con le fasi eliminatorie dell’edizione 2024 che si concluderà mercoledì 10 aprile, ma intanto i riflettori sono puntati su Alshaikh, 21 anni, nato nella città palestinese di Ramallah in Cisgiordania. All’età di nove anni ha iniziato gli studi di pianoforte presso la Barenboim Said music School, istituzione fondata dal celebre direttore d’orchestra Daniel Baremboim. Ha proseguito la sua formazione al Magnificat Institute for Music di Gerusalemme e da alcuni anni partecipa con successo a concorsi internazionali in tutta Europa e ha già tenuto diversi recital pianistici in città come Taormina e Torino.
La giuria, presieduta per l’appunto da Oxana Yablonskaya, ha assegnato ad Alshaikh il punteggio di 99,5 su un massimo di 100. In commissione, oltre ad artisti e didatti sia italiani che stranieri, anche Nina Tichman, che come Yablonskaya, proviene dagli USA ed è di fede ebraica.
In un momento in cui le differenze territoriali e di fede stanno segnando il nostro presente, i direttori artistici delle associazioni Trapani Classica e MEMA – Mediterranean Music Association (rispettivamente Vincenzo Marrone d'Alberti e Giovanni De Santis) vogliono sottolineare l’importanza di questa felice coincidenza che amplifica, oltre ogni più rosea aspettativa, l’obiettivo principale del Concorso dedicato al compositore di origini siciliane: far incontrare e sostenere giovani talenti provenienti da tutto il mondo. In questa edizione sono infatti giunte domande di iscrizione da Russia, Cina, Palestina, Stati Uniti, Bulgaria, Vietnam, Corea del Sud, Giappone: paesi spesso al centro delle dinamiche geopolitiche più delicate che, attraverso giovani artisti, possono sedersi alla stessa tastiera del pianoforte per far risuonare l’armonia che in questo momento manca in troppe parti del nostro pianeta.
Mohammed Alshaikh ha conquistato la giuria eseguendo in modo impeccabile la Sonata in La maggiore K 24 di Domenico Scarlatti, la Danse Macabre di Saint-Saëns nella trascrizione per pianoforte di Horowitz e Liszt, lo Studio op. 10 n. 2 di Chopin e l’Etude-Tableaux op 39 n. 4 di Rachmaninov.