Gli sprechi nella rete idrica siciliana raggiungono percentuali elevate, arrivando fino al 50%. In Italia, per ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili, solo poco meno di 58 litri arrivano all'utente finale, con una perdita di 42 litri (pari a 3,4 miliardi di metri cubi) lungo la rete idrica, che in molte aree del Paese è vecchia e mal tenuta. Secondo uno studio della Cgia, la Sicilia è la quinta regione per dispersione d'acqua, con un tasso del 51,6%. La situazione è particolarmente grave nel Mezzogiorno, dove le perdite sono critiche. La Basilicata registra la dispersione più alta con il 65,5%, seguita dall'Abruzzo (62,5%), Molise (53,9%), Sardegna (52,8%) e Sicilia (51,6%). Al contrario, la Lombardia (31,8%), la Valle d'Aosta (29,8%) e l'Emilia Romagna (29,7%) presentano dati meno preoccupanti.
Tra i capoluoghi di provincia siciliani, Trapani si distingue positivamente con una dispersione d'acqua del 17,2%, posizionandosi all'undicesimo posto tra i Comuni monitorati. Seguono Enna (27,4%) e Caltanissetta (31%). Catania, con il 40,5%, e Ragusa e Palermo, rispettivamente al 46,5% e al 49,4%, si trovano al di sotto della media nazionale. Agrigento (52,4%), Messina (56,5%) e Siracusa (65,2%) mostrano i dati peggiori, con Siracusa che registra una perdita giornaliera di 351 litri per abitante.
La siccità sta mettendo in crisi non solo l'agricoltura ma anche il settore degli allevamenti. La mancanza di piogge nel 2023 e 2024, unita a lunghi periodi di temperature elevate, ha causato l'evaporazione delle scorte d'acqua. Di conseguenza, si sta valutando la possibilità di scavare nuovi pozzi. La Regione Sicilia ha dichiarato che le riserve sono scarse, ma l'approvvigionamento dovrebbe essere garantito fino all'autunno. Nel frattempo, si stanno effettuando interventi sui bacini idrici per ridurre al minimo le perdite.
Ecco come come ridurre gli sprechi: Ridurre gli sprechi alla fonte installando riduttori di flusso nei rubinetti e nelle docce, ottenendo risparmi di almeno il 50% dell'acqua.
Installare sistemi di recupero dell'acqua piovana per raccogliere quanta più acqua possibile durante le piogge, che sono sempre meno frequenti.
Realizzare sistemi di fitodepurazione delle acque reflue, permettendo il riutilizzo dell'acqua dopo il trattamento.
Utilizzare bagni a secco (compost toilet), che azzerano il consumo d'acqua e producono compost, già diffusi in centinaia di migliaia di abitazioni nel Nord Europa da oltre 50 anni.
Creare orti autoirriganti per minimizzare il consumo d'acqua.
Recuperare le pratiche tradizionali dei nostri nonni, come l'uso di bacinelle nei lavandini e nelle docce per raccogliere l'acqua da riutilizzare negli sciacquoni o per altri scopi non potabili, risparmiando migliaia di litri d'acqua all'anno.
Assicurarsi che i fondi disponibili vengano investiti nella riparazione della rete idrica, controllando che ogni centesimo sia speso per le riparazioni e non venga disperso in corruzione.