Un'enorme riserva d'acqua dolce e salata, nascosta da milioni di anni sotto i monti Iblei, potrebbe essere la chiave per affrontare la crisi idrica che affligge la Sicilia. È questa la sorprendente scoperta annunciata da Lorenzo Lipparini, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che ha recentemente presentato i risultati di uno studio innovativo alla cabina di regia regionale contro la siccità. "Il territorio ha un enorme potenziale che potrebbe aiutare a gestire la crisi e i rifornimenti per molti anni", ha affermato Lipparini.
Un Giacimento di 17 Miliardi di Metri Cubi di Acqua
Secondo le ricerche condotte dal team dell'Ingv, in collaborazione con le università di Malta e Roma Tre, sotto la superficie dei monti Iblei si nasconde un bacino di circa 17 miliardi di metri cubi d’acqua, custodito da sei milioni di anni. "Per secoli ci siamo abituati a cercare l’acqua in superficie. Dal 2020 anche l’Onu ha riconosciuto che l’idea di cercare acque non convenzionali, in profondità o off-shore, è una soluzione sensata per il Mediterraneo", ha spiegato Lipparini. "Abbiamo applicato questa idea in Sicilia e abbiamo trovato un giacimento che si estende quasi sotto tutto il sottosuolo degli Iblei".
Acqua Sottoterra: Una Risorsa da Sfruttare
Lipparini ha sottolineato che la scoperta non è una mera ipotesi scientifica, ma un dato certo. Tuttavia, per sfruttare questa risorsa, sarà necessario un ulteriore studio delle caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua. "Dobbiamo scavare un pozzo, estrarre dell’acqua e studiarla. Solo così potremo capire se conviene o meno procedere con l’estrazione", ha dichiarato.
Costi e Tempistiche
La profondità dell’acqua varia tra i 700 e i 1.000 metri, una misura che, secondo Lipparini, non è proibitiva rispetto ai pozzi petroliferi che possono raggiungere i 7 chilometri. "Scavare un pozzo di questo tipo costa circa un milione o un milione e mezzo di euro. La parte più lunga riguarda lo studio di fattibilità e le analisi", ha aggiunto. Se la Regione Siciliana decidesse di investire in questo progetto, in meno di due anni si potrebbe avere una risposta definitiva.
Un Contributo Prezioso, ma non Risolutivo
Sebbene Lipparini sia cauto nel considerare questa scoperta come la soluzione a tutti i problemi idrici della Sicilia, è convinto che potrebbe offrire un contributo significativo. "Pensiamo che ci siano altri bacini nel resto della Sicilia, per esempio a Sud di Palermo, a Nord di Sciacca e nel Ragusano", ha rivelato.
Stabilità Geologica e Sicurezza
Una delle preoccupazioni sollevate riguarda l'impatto di queste esplorazioni sulla stabilità geologica dell'isola, una zona sismica per natura. Lipparini rassicura: "In Italia sono stati scavati nel tempo circa 7 mila pozzi e non c’è nessuna correlazione con i terremoti. Scavare un pozzo a mille metri è come infilare una cannuccia di cemento dentro la roccia. La roccia siciliana è calcarea e stabile".
Aspettative e Prospettive
Il governatore della Sicilia, Renato Schifani, ha espresso interesse per questa scoperta, e Lipparini ha già avuto un incontro con il direttore della Protezione Civile Salvo Cocina. Tuttavia, il ricercatore rimane prudente: "Io faccio il ricercatore e lo scienziato, non so dire se il progetto sarà preso in considerazione, ma sono stato accolto bene".
La speranza è che la Regione agisca rapidamente per esplorare questa risorsa nascosta che potrebbe offrire una risposta alla crisi idrica della Sicilia. Se confermata, la scoperta potrebbe segnare un passo importante nella gestione sostenibile delle risorse idriche dell’isola, fornendo una soluzione tangibile a uno dei problemi più urgenti del nostro tempo.