Ancora una volta, l’ex pm Maria Angioni ha cercato di difendersi dall’accusa di diffamazione mossagli, con una querela, dall’ex ispettore di polizia Vincenzo Tumbiolo. “Sulla base di alcuni articoli letti sul web – ha detto l’ex magistrato nell’ultima udienza del processo in corso davanti al giudice monocratico di Marsala Bruno Vivona - mi ero fatta il convincimento che tra gli uomini delle forze dell’ordine che nel pomeriggio del primo settembre 2004, nell’ambito delle ricerche di Denise Pipitone, fecero accesso in un’abitazione di Mazara del Vallo che credevano fosse quella di Anna Corona, ci fosse anche l’ispettore di polizia Vincenzo Tumbiolo”.
La querela venne sporta dall’ex poliziotto dopo alcune dichiarazioni rilasciate dall’ex pm alla trasmissione televisiva “Mattino 5” del 27 maggio 2021. La Angioni ha anche affermato che fu anche la sua collega Laura Cerroni a dirle, circa 19 anni fa, che anche Vincenzo Tumbiolo avrebbe collaborato in qualche modo alle indagini sulla scomparsa di Denise, ma ieri la Cerroni, in aula, ha detto di non ricordare se ha fatto quell’affermazione.
Tra gli uomini delle forze dell’ordine (carabinieri e poliziotti) che qualche ora dopo il sequestro di Denise Pipitone sbagliarono appartamento non c’era, però, l’ispettore Tumbiolo, in quanto, evidenzia l’accusa, “sospeso dal servizio dal luglio 2002 al 2 febbraio 2005, in seguito ad una misura cautelare emessa nell’ambito di un’indagine della quale era titolare proprio la dottoressa Angioni”. L’ex poliziotto è stato, poi, assolto con sentenza definitiva. In quest’ultima udienza, Maria Angioni ha risposto alle domande del suo difensore, l’avvocato Stefano Giordano, del pm Ignazia Uttoveggio, del legale di parte civile Giuseppe De Luca e del giudice Vivona. Alla prossima udienza, il 18 ottobre, dovrebbe essere ascoltato l’ultimo teste citato dalla difesa, Antonino Pipitone.