Ad un anno dal voto, il Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, si gioca il tutto per tutto con un'operazione politica e amministrativa che sembra spregiudicata. Il Sindaco e la Giunta, infatti, hanno approvato una delibera che potrebbe segnare un punto di svolta per la città di Marsala: la trasformazione dell'istituzione Marsala Schola in un'azienda speciale multiservizi, che gestirà, di fatto, tutti gli aspetti principali della macchina comunale. Non solo la scuola, come avviene (con risultati non esaltanti) già adesso, ma anche le strutture sportive, i contenitori culturali e tanto altro.
Nelle intenzioni del Sindaco c'è la volontà di dotare l'ente di una specie di agenzia multiservizi adatta a molte cose, senza i lacci della burocrazia. Ma in questa storia ci sono molte cose che non tornano. Innanzitutto, Massimo Grillo sconfessa se stesso: eletto con l'impegno di eliminare Marsala Schola - che in molti casi, durante i suoi anni di vita (nel 2026, secondo il suo atto costitutivo, dovrebbe sciogliersi) ha complicato i servizi scolastici, anzichè migliorarli - ha prima nominato un Cda per accontentare la distribuzione di poltrone della sua maggioranza (lui si è tenuto il fedelissimo presidente, Sergio Bellafiore, in quota Sturiano è stata nominata Lugia Ingrassia, ed in quota Lo Curto, Salvatore Virzì), poi ha tergiversato sullo scioglimento, rimandando di volta in volta fino alla svolta di questi giorni. Che ha un evidente limite di forma e di opportunità: può, un Sindaco, ad un anno dal voto, fare un'operazione di questo genere, che in pratica blinda il Comune, e chi sarà chiamato a gestirlo dopo di lui, per i prossimi anni?
Cerchiamo di capire meglio cosa accade.
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Il Comune di Marsala ha approvato uno schema di statuto che prevede la trasformazione dell’attuale istituzione "Marsala Schola" in una società multiservizi denominata "Marsala Servizi". La decisione, sostenuta dal sindaco Massimo Grillo, introduce una serie di novità radicali, ma suscita numerose perplessità. L'ente non si limiterà più ai servizi scolastici, ma si occuperà anche di cultura, sport, gestione immobiliare e altro ancora. La proposta sarà ora sottoposta al Consiglio Comunale per l'approvazione definitiva.
Un cambiamento a un anno dal votoIl nuovo statuto di Marsala Servizi è un intervento che non passa inosservato, soprattutto perché arriva a pochi mesi dalle elezioni amministrative. Una scelta così radicale in un momento politicamente delicato solleva domande sulla sua opportunità. Non sarebbe stato più prudente lasciare queste decisioni alla prossima amministrazione? L'attuale Giunta sembra voler lasciare una forte impronta, ma il tempismo appare inopportuno.
Una delega di funzioni che esautora il ComuneLa nuova Marsala Servizi avrà competenze che spaziano dalla refezione scolastica agli asili nido, dalla gestione delle palestre e dei musei fino a servizi culturali e sociali. Questo vasto ventaglio di funzioni potrebbe, di fatto, sottrarre al Comune un ruolo diretto nella gestione di settori cruciali per la vita cittadina. Se da un lato l’intenzione è quella di migliorare l’efficienza, dall’altro si corre il rischio di creare un organismo autonomo difficilmente controllabile e potenzialmente sovradimensionato.
Un modello superato?La decisione del Comune appare in controtendenza rispetto alle indicazioni nazionali. Il legislatore spinge verso una razionalizzazione delle risorse e una maggiore efficienza nei servizi, evitando il proliferare di aziende speciali o municipalizzate che, spesso, si rivelano fonti di sprechi e debiti. Questo modello, già visto in altre città, rischia di diventare un bacino per incarichi e posti di sottogoverno più che un’efficace macchina gestionale.
I dettagli dello statutoSecondo il nuovo statuto, Marsala Servizi si occuperà di:
La gestione sarà affidata a un Consiglio di Amministrazione, un Presidente e un Direttore, con una struttura organizzativa che prevede ampia autonomia e risorse provenienti dal Comune. Secondo il nuovo statuto, gli amministratori dell'azienda speciale riceveranno le seguenti indennità:
Ma il Testo Unico sulle Società Partecipate (D.Lgs. 175/2016, "TUSP") impone il divieto di creare nuove società partecipate. Il TUSP prevede limiti stringenti alla creazione di nuove società partecipate da parte di Comuni, salvo specifiche condizioni. Ad esempio, i Comuni possono costituire società solo se queste sono strettamente necessarie per lo svolgimento di servizi di interesse generale (art. 5 del TUSP). Gli enti locali devono periodicamente verificare l’efficienza e l’utilità delle partecipazioni esistenti, con l’obbligo di dismettere quelle non necessarie o inefficienti. Le società partecipate devono garantire sostenibilità economica e finanziaria. I Comuni non possono costituire società per attività che non siano strettamente legate alle loro competenze istituzionali.
La Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019) rafforza ulteriormente i controlli sulle società partecipate e ribadisce il divieto di costituire nuove società per scopi non essenziali.
Secondo l’art. 114 del D.Lgs. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali, "TUEL"), i Comuni possono creare aziende speciali, ma solo per servizi di rilevanza economica e previa valutazione della loro effettiva utilità. Anche qui, il principio di razionalizzazione e contenimento della spesa è fondamentale.
In linea con la normativa nazionale e con i principi di efficienza amministrativa, la scelta di trasformare Marsala Schola in una multiservizi appare in controtendenza e rischiosa. Anche considerando lo statuto speciale della Regione Siciliana, sarebbe opportuno valutare se una tale operazione rispetti davvero i requisiti di necessità e sostenibilità richiesti dalla legge. Inoltre, il contesto politico-amministrativo e il tempismo rendono questa scelta particolarmente controversa e dal sapore clientelare.
Una partita politica e amministrativa aperta
Mentre il sindaco Massimo Grillo difende la scelta come necessaria per modernizzare i servizi comunali, le critiche non mancano. La trasformazione di Marsala Schola in Marsala Servizi sarà davvero un passo avanti? O rischia di essere un’operazione clientelare dai costi incerti, con un pesante impatto sul bilancio comunale?