L’inchiesta coordinata dalla Procura di Brescia sulle minacce di morte indirizzate all’ex procuratore di Trapani, Marcello Viola, ora a capo della Procura di Milano, e alla pm della Direzione distrettuale antimafia Alessandra Cerreti, apre uno scenario inquietante sul collegamento tra le mafie siciliane e il “sistema mafioso lombardo”.
Le minacce, giudicate “serie” e “circostanziate”, hanno portato a un innalzamento delle misure di sicurezza per i due magistrati, già sotto scorta. Entrambi sono stati in prima linea in importanti indagini su Cosa nostra, e il contesto delle intimidazioni fa temere un legame con l’inchiesta Hydra, condotta dal Nucleo investigativo dei Carabinieri e dalla Dda di Milano.
Hydra e la mafia in Lombardia
L’inchiesta Hydra ha svelato una pericolosa alleanza tra Cosa nostra, camorra e ’ndrangheta, confermando la presenza di una rete criminale che opera con metodi sempre più sofisticati nel Nord Italia. Coordinata dalla pm Alessandra Cerreti, l’indagine è entrata nel vivo con la recente conferma da parte della Cassazione di diversi arresti, dopo un lungo scontro tra procura e gip sul riconoscimento dell’associazione mafiosa.
Tra i personaggi chiave dell’inchiesta figura Paolo Aurelio Errante Parrino, 78 anni, originario di Castelvetrano e parente acquisito di Matteo Messina Denaro. Errante Parrino, considerato il punto di riferimento della mafia castelvetranese in Lombardia, risulta ancora latitante. Si sospetta che abbia approfittato dei tempi lunghi della giustizia per organizzare una fuga. In passato ha negato legami con Cosa nostra, ma le sue connessioni con il boss castelvetranese e la sua attività ad Abbiategrasso lo collocano al centro di questa rete criminale.
Un clima di intimidazione
Le minacce a Viola e Cerreti risalgono a ottobre 2024, quando i due magistrati erano impegnati nei ricorsi al Riesame per l’inchiesta Hydra. La scoperta recente di un arsenale di armi da guerra nelle mani di Giovanni Abilone, uno degli indagati nell’indagine, ha ulteriormente allarmato le autorità, confermando la pericolosità della mafia lombarda e la possibilità di azioni violente contro chi lavora per smantellarne la rete.
La lotta contro il crimine organizzato
Marcello Viola, durante gli anni trascorsi tra Palermo e Trapani, ha fronteggiato Cosa nostra, accumulando un’esperienza preziosa ora al servizio della Procura di Milano. Le minacce non fermano l’impegno dei magistrati, ma sottolineano il costo altissimo che pagano coloro che combattono il crimine organizzato.
L’inchiesta Hydra, con i suoi intrecci tra mafie del Sud e del Nord, dimostra come la presenza mafiosa non sia un fenomeno relegato a un’area geografica, ma un problema diffuso che richiede il massimo impegno delle istituzioni e della società civile.