Un clima di concorrenza sempre più acceso sta avvelenando l’ambiente scolastico a Marsala, trasformando il periodo delle iscrizioni in una vera e propria battaglia tra istituti. A denunciarlo è un genitore che ha inviato una lettera alla nostra redazione, segnalando come, in almeno una scuola, i bambini siano sottoposti a pressioni psicologiche da parte delle maestre affinché scelgano di proseguire il loro percorso educativo nello stesso istituto.
Un sistema che penalizza i bambiniIl genitore evidenzia come il problema sia stato acuito dalla riforma ministeriale che ha accorpato infanzia, primaria e secondaria di primo grado, incentivando di fatto le scuole a trattenere quanti più alunni possibile per garantirsi stabilità e risorse. Se da un lato una sana competizione tra istituti potrebbe essere positiva, dall’altro – denuncia il genitore – in alcuni casi si sta trasformando in una pressione indebita sugli alunni, i quali subiscono vere e proprie violenze psicologiche.
“Le maestre – racconta il genitore – continuano a chiedere agli alunni se hanno deciso in quale scuola media iscriversi. Se non scelgono l’istituto di appartenenza, partono commenti denigratori sulle altre scuole, sui professori, sugli studenti che le frequentano e persino su famiglie di persone extracomunitarie o con difficoltà economiche.”
Pressioni e discriminazioni in classeSecondo la denuncia, i bambini che non scelgono l’istituto suggerito vengono trattati diversamente: “Tornano a casa con la paura di quello che dovranno dire alle maestre e di come dovranno rispondere. Chi decide di cambiare scuola viene penalizzato nei compiti, nelle interrogazioni e nel lavoro in classe.” Una situazione inaccettabile, che getta i piccoli in una condizione di stress e disagio, quando invece la scuola dovrebbe essere un luogo sereno di crescita e apprendimento.
L’appello ai dirigenti scolastici e alle istituzioniIl genitore, che preferisce rimanere anonimo per timore di ritorsioni nei confronti del figlio, chiede un intervento deciso da parte delle istituzioni scolastiche e delle autorità competenti affinché vengano tutelati i diritti dei bambini e delle famiglie: “È ora che qualcuno dia una strigliata a chi si comporta in questo modo. Il problema ricade su noi genitori, costretti a gestire le lamentele e le paure dei nostri figli.” La scelta della scuola dovrebbe essere una decisione libera e consapevole, basata sulle esigenze didattiche e personali di ogni studente, e non il risultato di pressioni e discriminazioni.