“Nonostante la struttura disponga di locali in grado di ospitare attività alternative per i detenuti ai fini della rieducazione nel corso della detenzione, come prevede la Costituzione, la carenza di personale, necessariamente destinato ai servizi classici di sorveglianza, non lo consente. La strada dell’adozione di pene alternative per i detenuti che hanno compiuto reati minori permetterebbe di risolvere in parte il proble
ma del sovraffollamento e contribuirebbe a ridurre il disagio psicologico. E’ in questa direzione che dovrebbe muoversi la politica”.
E ancora: “Fondamentale è anche e soprattutto la collaborazione con le amministrazioni comunali, come quella di Erice, che con il sindaco Giacomo Tranchida ha finanziato con 25 mila euro l’installazione di un impianto di videosorveglianza esterno al carcere permettendo da utilizzare gli operatori penitenziari per attività all’interno delle mura – continua la Borsellino che ha visitato in particolare il reparto dei detenuti speciali e quello femminile. – Iniziative come questa, a cui ho aderito volentieri, meritano di essere ripetute con maggiore frequenza e soprattutto in giornate particolari quando la condizione di privazione di libertà per i detenuti è ancora più pesante da sostenere. E’ importante che il territorio guardi con attenzione alle realtà carcerarie locali che non vanno considerate mondi a sé stanti e isolati dal contesto sociale”.