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22/09/2011 10:21:49

Pazzo Pd. Tutti contro tutti all'assemblea di Marsala. Volano insulti e querele

dove si è tenuta l'assemblea comunale del Partito Democratico, chiamato a raccolta dal segretario Anna Maria Angileri per chiarire quanto successo in consiglio comunale (dove il gruppo del Pd ha contribuito all'approvazione del bilancio e all'aumento delle tasse da parte del Sindaco del Pdl, Renzo Carini) e fare luce sui rumor che vedono ormai sempre più certa la candidatura a Sindaco di Marsala di Giulia Adamo (Udc) con l'appoggio del Pd, secondo un accordo chiuso a Palermo dai dirigenti provinciali.

In realtà tutto si è trasformato in un processo  ben sopra le righe al segretario Angileri. Toni eccitatissimi e involontariamente comici, ingiurie e offese, nervi tesissimi. Insomma, la politica vista da dentro, ancora una volta non ha dato un bello spettacolo di sè. Le accuse provenivano dai settori più tradizionali del Pd, dalla vecchia nomenclatura, quella legata a Margherita e Ds, e che esprime infatti i tre consiglieri comunai del gruppo. I quali a loro volta hanno cercato di spiegare le ragioni della loro condotta in consiglio, in un clima che però poco si prestava all'ascolto.

Tra gli interventi più accesi quelli del capogruppo del Pd, Antonio Vinci, che ha accusato Angileri di essere "falsa e bugiarda". Ha aggiunto "o te ne vai tu o me ne vado io" e se l'è presa pure con l'ex assessore Paolo Paladino (che si è  pubblicamente dimesso dal Pd dopo quanto successo in consiglio): "Forse Paladino esce dal Pd perchè vuole le mani libere per sostenere qualche suo parente che si candida a Sindaco" ha detto Vinci. Il riferimento di Vinci  pare essere  alla probabile candidatura in quota Pdl di Salvatore Ombra, presidente dell'Airgest e parente della moglie di Paladino...

Seguendo l'esempio di Massimo Grillo, un altro fronte di attacco è stato aperto nei confronti della stampa, accusata di tutto: di dettare la linea al Pd marsalese, e addirittura di prendere soldi in gran segreto.....

Terminata l'isteria degli interventi, è stato presentato un documento, che recita:

L’Assemblea degli iscritti del Circolo Territoriale di Marsala, riunitisi il giorno 21 settembre 2011 presso i locali dell’Hotel President, dopo un articolato dibattito ed alla luce delle gravi inadempienze e violazioni che sono emerse ha approvato, a larga maggioranza, il seguente documento:
“I sottoscritti componenti del Coordinamento Comunale del Partito Democratico di Marsala, alla luce delle gravi violazioni statutarie e dei gravi fatti emersi dal dibattito dell’Assemblea degli Iscritti, censura l’operato del Segretario Comunale di Marsala e chiede la convocazione urgente del Coordinamento Comunale per discutere il seguente ordine del giorno: Sfiducia del Segretario e richiesta di dimissioni dalla carica di Segretario Comunale del Partito Democratico di Marsala.”

 

Il documento è contestato però dalla segretaria Angileri: "I documenti si presentano e si discutono all'inizio dell'assemblea, non alla fine, quando tutti se ne sono andati". Ecco quanto scrive in una nota di replica:

 

In merito alla nota trasmessa dal Sig. Gaspare Galfano, su una presunta votazione dell’Assemblea degli iscritti del Partito Democratico di Marsala, è doveroso comunicare che i lavori si sono svolti dalle ore 19.20 alle ore 23.20 quando, terminati gli interventi, e dopo la mia replica conclusiva, ad Assemblea ormai quasi deserta vista l’ora tarda sono stati dichiarati chiusi i lavori.
Qualsiasi riapertura dell’Assemblea e/o votazione su un atto che è stato presentato alle 23.10 senza che venisse preannunciata la richiesta di voto è pertanto illegittima. Non occorre essere principi del foro, e neppure fini politici, per capire che delle oltre 250 persone presenti all’apertura nessuna ha potuto conoscere ne discutere un documento presentato quando la quasi totalità degli intervenuti, ritenendo concluso il dibattito, era andata via. Inoltre è doveroso ricordare che la votazione nelle Assemblee è ammessa solo quando è presente la registrazione dei presenti o, come avvenuto nell’ultima Direzione Regionale, per appello nominale. Inoltre, mi riservo di dare mandato ai miei legali di tutelare, presso ogni competente sede, la mia onorabilità in riferimento ad ogni profilo integrante calunnia e/o diffamazione nei miei confronti contenuti nello stesso comunicato.

PALERMO. Doveva servire a fare chiarezza e a definire i rapporti tra il Pd e il governatore Raffaele Lombardo, invece il partito all'indomani della direzione regionale, come osserva il senatore Vladimiro Crisafulli, tra i big dei democratici in Scilia, "é diviso e la confusione regna sovrana". Il nodo irrisolto è se formare o meno un governo politico con Raffaele Lombardo, chiudendo la fase della giunta tecnica, che il Pd tra l'altro dice di avere mandato in soffitta tre mesi fa dichiarando "esaurita l'esperienza". Ipotesi esclusa dal segretario regionale, Giuseppe Lupo: "Ieri in direzione regionale non abbiamo mai detto che vogliamo il governo politico".
Nella minoranza, intanto, si lavora per organizzare il referendum sul sostegno a Lombardo, forti delle 5mila firma raccolte e depositate. In tal senso, il senatore Enzo Bianco ha annunciato che coinvolgerà la segreteria nazionale dopo i silenzi della direzione regionale. Un passaggio, quello del governo politico, che non è stato scritto in modo esplicito nella risoluzione di Lupo, approvata lunedì a maggioranza dalla direzione del partito, ma che secondo alcuni esponenti di quella stessa maggioranza che ha votato il documento è lo sbocco naturale dell'accordo politico alla Regione, questo sì, inserito nel testo. Né è convinta per esempio la corrente che fa riferimento al capogruppo all'Assemblea regionale siciliana, Antonello Cracolici, che in direzione aveva minacciato di non votare la risoluzione contestando al segretario "il rischio per il partito di avere una posizione indefinita". Non era piaciuta a Cracolici e all'area del senatore Beppe Lumia la mossa del coordinatore della segreteria nazionale, Maurizio Migliavacca, contrario al governo politico ("deve essere legittimato da elezioni") e che aveva suggerito ai parlamentari democratici di valutare all'Ars atto per atto i provvedimenti del governo Lombardo, anteponendo come prioritaria la questione delle alleanze con Terzo polo e sinistra per le amministrative di primavera. A ricompattare la maggioranza è stato poi un emendamento della corrente 'Innovazioni', che fa capo al parlamentare Nino Papania, poi ulteriormente limato su richiesta del gruppo che fa riferimento all'ex leader della Cisl, Sergio D'Antoni. Ma adesso proprio la risoluzione è finita al centro di interpretazioni differenti tra chi l'ha votata, con conseguenti fibrillazioni nel partito. Se per Lupo "é chiara" e non fa alcun riferimento al governo politico, altri invece danno una lettura diversa. "Parlare di accordo politico senza che questo venga tradotto in un nuovo governo alla Regione fa ridere", afferma il senatore Crisafulli. "Tutti ieri abbiamo inteso in questo modo la relazione di Lupo - aggiunge - tant'é che io, che sono contrario al governo politico, mi sono espresso contro il documento, altrimenti avrei votato a favore". Ma Lupo sembra tirar dritto per la propria strada: "Oggi il rapporto col governo regionale passa più di prima dalla possibilità di costruire e consolidare un'alleanza che guarda a una prospettiva politica di cambiamento della Sicilia che non è più l'esecutivo tecnico, nato per gestire una fase transitoria, ma sarà un governo del centrosinistra col Terzo polo". In attesa delle prossime regionali, sostiene il segretario, "il Pd valuterà le risposte del governo Lombardo alle iniziative di riforma che il partito proporrà, come ha fatto finora". Insomma, una sorta di commissariamento dell'attuale esecutivo tecnico. Se i malumori ci sono e sono tanti, nessuno però ipotizza fughe dal partito. "Siamo divisi, ovvio - ammette Crisafulli - ma io dal partito non me ne vado, questo regalo non lo faccio a nessuno. Io combatto la mia battaglia politica nei canoni democratici e civili". E annuncia che il referendum su Lombardo "si farà".