L’ex braccio destro all’Ars di Totò Cuffaro, il deputato regionale Nino Dina, il secondo più votato nelle elezioni del 2008, dopo aver lasciato tre mesi fa la direzione della segreteria regionale lascia anche il partito. «C’è un progetto politico che non si è dispiegato con chiarezza prospettica e rimane oscuro agli occhi di molti, - dice Dina - una realtà virtuale di vertice che non è riuscita a contaminare la base del partito».
«UN PARTITO MAI NATO» - «Inoltre, - aggiunge - appare incomprensibile mantenere il sostegno a un governo nazionale che continua a mortificare il sud e la Sicilia in particolare, assenti e taglieggiati nei provvedimenti legislativi a favore degli egoismi della Lega che, avendo negato la crisi per troppo tempo, non riesce a salvaguardare gli interessi del Paese, ritardando interventi di sviluppo e crescita». Per Dina nel Pid «c’è un elettorato che non è riuscito a capire e metabolizzare il senso di un traghettamento affrontato più per fede che per convinzione politica». Per cui «appare inesorabile – conclude - la deriva verso altre formazioni politiche che finiranno per fagocitare un partito mai nato».