Ieri, alle prime luci dell'alba, gli uomini della Polizia di Stato del commissariato di Marsala hanno dato atto all’operazione Tigra eseguendo ordini di custodia cautelare emessi al Gip Annalisa Amato, su richiesta del sostituto procuratore Giacomo Brandini, per dodici persone.Quella che hanno sgominato era un’efficientissima rete di spacciatori che hanno quasi monopolizzato il mercato di cocaina ed eroina a Marsala. L’aspetto importante che esce fuori da questa operazione è che la rete di spacciatori non avevano nulla a che fare con la criminalità organizzata.
Da “Tigra” è venuto fuori uno scenario molto allarmante, ossia che la città di Marsala è pienamente investita dal fenomeno dello spaccio di droga.
L’operazione di ieri è partita dall’arresto di qualche mese fa. A finire in manette fu un palermitano fermato con un chilo di eroina purissima pronta per essere smerciata a Marsala.
Le indagini inizialmente si sono incentrate su Angileri Vincenzo Salvatore e Sammartano Vincenzo poi si sopno indirizzate nei confronti dei coniugi Perricone Enzo Simone e Marino Giuseppa che per i loro traffici usavano una Opel Tigra, di lì il nome dell’operazione. E proprio attraverso le intercettazioni ambientali e localizzazione satellitare all’interno della Tigra che sono state acquisite le prove che hanno poi consentito di emettere le ordinanze.
Tra gli arrestati di ieri c’erano molti volti noti alle forze dell’ordine anche per reati legati al traffico di droga. Le donne coinvolte nell’operazione, hanno spiegato gli uomini della polizia, non avevano un ruolo marginale nello smercio degli stupefacenti. Quella sgominata ieri non si può definire una organizzazione ma tra loro c’era una stabile solidarietà. Ad esempio, è stato evidenziato che gli spacciatori si rifornivano a turno con un unico grosso quantitativo che poi si dividevano tra loro. Il lavoro degli spacciatori era molto frenetico durante la giornate. Non vendevano in un solo affare grossi quantitativi di droga ma nell’arco della giornata riuscivano a chiudere tanti piccoli affari. Un altro aspetto è quello del linguaggio. Anche in questa operazione gli agenti della polizia di stato si sono avvalsi delle intercettazioni, e gli indagati usavano parole in codice per riferirsi alla droga: “macchine”, “magliette”, “pesce”, “cassette di arance”.
Gli spacciatori inoltre non esitavano a liberarsi della droga se sospettavano di essere seguiti o se c’era un posto di blocco. Una donna addirittura inghiottì un grosso quantitativo di droga, poi si sentì male e andò poi a finire all’ospedale. Le indagini, hanno riferito gli inquirenti, non si fermeranno qui. Non sono da escludersi in futuro altre operazioni legate a quella di ieri.
Le ordinanze eseguite ieri obbligano agli arresti domiciliari Nizza Antonietta Maria, marsalese pregiudicata di 47 anni; Angileri Vincenzo Salvatore, marsalese pregiudicato di 63 anni; D'Arpa Umberto, palermitano pregiudicato di 44 anni; Corso Andrea marsalese pregiudicato di 26 anni; Perricone Enzo Simone, marsalese pregiudicato di 32 anni; Marino Giuseppa, marsalese incensurata di 30 anni. Mentre l’obbligo di dimora nel territorio cittadino per gli altri: Titone Stefano Giuseppe Alessandro, marsalese incensurato di 25 anni; Pipitone Matteo, marsalese incensurato di 32 anni; Giacalone Vincenzo Cristian, marsalese incensurato di 25 anni; Catarinicchia Lorenzo, marsalaese incensurato di 30 anni. Mancano all'appello due dei dodici indagati.