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24/11/2011 05:54:48

Congresso di Futuro e Libertà a Marsala. Grillo si scopre indignato. E scarica Giulia Adamo

Spiega che tutto è finito, però, perché quel cattivone del Sindaco che loro hanno fatto eleggere ha aumentato l’imposta sui rifiuti. C’eravamo tanto amati, Renzo.
E’ in grande spolvero, Massimo Grillo. Finalmente, dopo tanto peregrinare, ha trovato casa: Futuro e Libertà. Finché dura, va bene. E ci tiene a fare vedere ai suoi referenti, Livio Marrocco (capogruppo all’Ars) e Carmelo Briguglio (coordinatore regionale), la bella argenteria che porta in dotazione: la sale centrale della Villa Favorita gremita di gente. Quelli che prima erano Udc, poi erano Liberi, poi erano Pdl con il trattino e ora infine sono futuristi. Sono loro che compongono l’assemblea del primo congresso comunale di Futuro e Libertà, che si è tenuto domenica scorsa, 20 Novembre, a Marsala.
Assistono plaudenti e assetati (“Ma possibile che non ci sia un minimo di rinfresco?” lamentano tra loro) alla elezione degli organismi dirigenti del nuovo partito e sentono il leader Massimo indicare la retta via.
Ci sono anche i giovani, in sala, quelli dell’associazione Oltrecittà e dei tanti progetti che partono da Grillo e dalla sua segreteria. Stanno incubando una specie di Comunione e Liberazione de noantri. Grillo preferisce dare ad altri il merito: “Ci sono tanti giovani in sala perché il Presidente Fini ha una grande capacità d’attrazione per i giovani”. Applausi.
Siccome Futuro e Libertà oggi è partito di governo, ma ieri era partito di lotta, Grillo si scopre “indignato”. Più di una volta dice basta alla casta dei politici, basta ai privilegi. Lui, che era assessore alla sanità regionale a poco più di venti anni non certo per meriti accademici (“ma sono stato il primo a proporre la razionalizzazione della spesa sanitaria in Sicilia”). Ma c’è di più. Grillo non solo è indignato. Si vanta di essere il precursore degli indignati: “Fui il primo nel 2001 a dire basta ad un certo modo di fare politica”, dice ricordando ancora una volta della sua lite con Totò Cuffaro che lo portò fuori dall’Udc.
E da precursore è stato il primo – racconta – a parlare di risparmio energetico, utilizzo dell’acqua. “Sono tutti progetti che a Marsala stiamo facendo con un gruppo di cittadini, come per esempio l’Albo dei cittadini responsabili”. Che è stato finanziato (lui l’omette) dall’Amministrazione Comunale per 10.000 euro. Con i soldi pubblici siamo tutti bravi ad indignarci.
E a dimostrazione della sua sincera vicinanza agli indignati aggiunge: “Non mi candido a Sindaco di Marsala”. E parte il primo attacco a chi propone (siamo noi) i sondaggi con il suo nome. Primo comandamento: non nominare il nome di Grillo invano.
Ai suoi dice: siamo tutti candidati. E annuncia un punto fondamentale del suo programma: una consulta per un nuovo umanesimo. Lui propone per Marsala la Nazionale del Terzo Polo. Detta così sembra una versione della famosa marca di sigarette. Ma lui si riferisce allo squadrone che tremare il mondo fa, i migliori del terzo polo.
La migliore ce l’ha davanti in prima fila. E’ Giulia Adamo. Si è autocandidata da tempo. Massimo Grillo non la vuole. E glielo fa notare in maniera molto democristiana. Prima la copre di elogi. Attacca la stampa distorta (siamo sempre noi) che ha il grande demerito “di dire la sua” (!), e dice che non ci sono pregiudiziali da parte sua, Giulia Adamo è un’ottima candidata. Poi però mette una serie di paletti che sembrano più trafitti al cuore di Giulia Adamo che piantati per solcare il terreno: la candidatura deve venire dal basso, no alle fughe in avanti, scelte condivise, evitare arroganze, furbizie, individualismi, avere un metodo, evitare il “rampantismo fine a se stesso”. Lei ascolta. Poi, quando Grillo finisce, si alza e se ne va. Doveva essere l’occasione per un’investitura. E’ avvenuto l’esatto contrario....