“Ma come? Prima ci dicono che dobbiamo pagare una somma e poi ci presentano gli arretrati, di punto in bianco”. Sono 33 le famiglie a cui è stato presentato il conto, e in alcuni casi è salatissimo. In totale, per le 33 famiglie, il pagamento degli arretrati ammonta a circa 750 mila euro. La somma riguarda le spese dal 2008 al 2012. Nel 2008 infatti l’amministrazione comunale stabilisce che i disabili mentali di Marsala possono usufruire delle comunità convenzionate con il comune e la Regione. Ai familiari accolgono con favore l’iniziativa. Molte di queste persone erano prima ricoverate a Salemi, e adesso c’è l’occasione di usufruire di una struttura sovvenzionata ed avere i familiari vicino casa e andare a trovarli quando si vuole. Chi soffre di gravi patologie psichiche non può essere assistito a casa, in quanto pericoloso per se stessi e per gli altri. “Un giorno mio figlio stava male, mi ha detto ‘mamma, prima ammazzo a te e poi mi ammazzo io’”, è il racconto drammatico della madre di un ospite presso la comunità alloggio Iside, in contrada Terrenove. “Dove li devo andare a prendere tutti questi soldi? Noi non abbiamo niente, la pensione non ci basta nemmeno per mangiare”. C’è chi deve pagare 7 mila euro, un’altra famiglia oltre 5 mila. E chi, per il figlio, dovrebbe pagare oltre 26 mila euro al Comune. Alle 33 famiglie le notifiche sono arrivate quasi in contemporanea, lo scorso maggio. A stabilire che i soggetti curati presso queste comunità devono pagare parte delle spese in base al reddito è una legge regionale del 2003. Le strutture marsalesi sono semi private, ossia l’assistenza è garantita in compartecipazione tra Comune, Regione e paziente presso delle strutture convenzionate. A Marsala ci sono le comunità Iside (nella foto a destra), la Trinacria e la Horus. Tutte della cooperativa Sanitaria Delfino, di Raffadali, in provincia di Agrigento. In totale queste comunità ospitano 40 malati psichici assistiti da altrettanti operatori sanitari, educatori e dipendenti. Dalla cooperativa fanno sapere che da quando sono presenti sul territorio hanno lavorato al meglio per garantire un ricovero dignitoso. Fatto sta che adesso, a queste 33 famiglie il comune presenta il conto. Non si capisce infatti come mai dal 2008 ad oggi non siano state fatte alle famiglie le comunicazioni annuali. I disagi crescono e ancora una volta il comune di Marsala fa acqua sui servizi sociali.