Mettiamo caso che un domani si trovino i responsabili dell’ignobile incendio che ha devastato, qualche giorno fa, la Riserva del Monte Bonifato, ad Alcamo. Oppure che ci sia un nuovo processo contro le cosche di mafia presenti nel territorio. Ebbene, la Provincia Regionale di Trapani, probabilmente, non sarà parte civile in questi eventuali processi. Oppure, se lo sarà, lo farà con un’apposita delibera, individuando - a caro prezzo - un professionista esterno. Ma come? Non ci sono i legali alla Provincia di Trapani? Si, ci sono. C’è anche un dirigente degli affari legali, ma con uno degli ultimi provvedimenti dell’ex Presidente Mimmo Turano, lo scorso Luglio, sono stati privati di qualsiasi potere di rappresentanza dell’ente. Insomma, l’avvocatura, in Provincia, è come se non esistesse più.
La delibera con la quale viene messa all’angolo l’avvocatura è la 201 del 24 Luglio 2012.
Il casus belli è una ricorso con cui gli avvocati della Provincia chiedono il rimborso delle spese legali sostenute per rappresentare la Provincia nelle diverse cause. Il segretario generale dell'ente è d'accordo. Solo che Turano, presidente della Provincia, interroga la Corte dei Conti, che gli dà man forte: “Gli avvocati pubblici impiegati non hanno diritto al rimborso spese, perchè non hanno un’attività professionale autonoma da mantenere e che giustificherebbe il rimborso spese”. Ma in contemporanea gli avvocati provinciali fanno causa all'ente davanti il Giudice del Lavoro. E vincono la causa. Siamo a Luglio del 2012. Ed è qui che il Presidente della Provincia chiede agli uffici competenti, di modificare il regolamento dell’avvocatura, per tenere conto del parere della Corte, ed evitare in futuro che si ripetano episodi simili. E’ in realtà il grimaldello per scardinare l’avvocatura provinciale e renderla, anzichè autonoma, dipendente dal potere politico. Il nuovo regolamento, ad esempio, cambia i compiti e le funzioni dell’avvocatura provinciale. Mentre nel precedente regolamente le funzioni erano dichiaratamente omnicomprensive (“L’Avvocatura provvede ordinariamente con i propri legali alla difesa ed alla tutela dei diritti e degli interessi della Provincia avanti a tutti gli organi giurisdizionali, collegi arbitrali e uffici di conciliazione…” …. oppure “Ai legali componenti dell’Avvocatura Provinciale…competono…anche le spettanze professionali nelle ipotesi in cui controversie giurisdizionali civili, penali, amministrative, tributarie o arbitrali si concludano per l’Ente in modo sostanzialmente favorevole…” ) il nuovo regolamento all’articolo 1, comma 1, si premura di specificare analiticamente i nuovi compiti. E, magicamente, la materia penale scompare dalle competenze: “L ’Avvocatura…rappresenta e assiste in giudizio la Provincia nelle cause, sia attive che passive, in materia civile, amministrativa e tributaria…“. Non è una svista. La cosa è ripetuta anche dopo: “Spetta all’Avvocatura Provinciale la tutela dei diritti e degli interessi dell’Ente attraverso la rappresentanza, il patrocinio, l’assistenza e la difesa in giudizio nelle controversie civili, amministrative e tributarie…”.. Nell’elenco pertanto non compare più l’assegnazione all’Avvocatura interna della difesa dell’ente nelle cause penali (compresi i processi di mafia) in cui la Provincia può costituirsi parte civile. Perchè è stato cambiato il regolamento? Perchè Turano ha avuto questa esigenza di escludere le questioni penali?
Attualmente la Provincia è parte civile in cinque processi di mafia. Se si dovesse prendere alla lettera il nuovo regolamento, gli avvocati della Provincia dovrebbero rinunciare a continuare la rappresentanza: è contro le disposizioni dell’ente.
In realtà quella che si combatte in questi giorni alla Provincia di Trapani (anche dopo le dimissioni di Turano, i suoi uomini, quelli del suo “cerchio magico” sono tutti lì) è una battaglia ben più grande. All’ufficio legale della Provincia sono stati tolti, in quattro anni, 8 impiegati su 16, tagliati i tutti i compensi e perfino - come abbiamo raccontato - il rimborso delle spese vive sostenute per raggiungere le sedi giudiziarie e fare le udienze.
Non è un caso che la Giunta provinciale, quando decide di fare la guerra agli avvocati della Provincia, e di non pagare i compensi che il Giudice del Lavoro dice che invece gli spettano, dà l’incarico all’avvocato Girolamo Signorello, avvocato di Castelvetrano, per fornire tutti i pareri necessari contro la “temeraria pretesa” degli avvocati della Provincia ricorrenti. Lo stesso Signorello (che è stato, tra le altre cose, anche assessore ai lavori pubblici a Castelvetrano) verrà poi nominato a fine Agosto da Turano presidente delle Megaservice, il carrozzone della Provincia. Signorello, da sempre vicino al Sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, in questa campagna elettorale - dicono i ben informati - sta "portando" a Castelvetrano proprio Turano.
Dunque, carte alla mano, la Provincia non ritiene più necessario costituirsi parte civile nei processi penali in cui è parte offesa. Sono a rischio i processi dove la Provincia è rappresentata, come quello per l'omicidio di Mauro Rostagno o quello contro la cosca di Matteo Messina Denaro che si sta celebrando a Marsala. Di diverso parere è il commissario Giammanco. Vero e proprio oggetto misterioso, l’alta burocrate inviata dal Governo Regionale a fare le veci di Turano e della Giunta prima ha deciso che i contributi straordinari erogati dal Presidente per circa 800.000 euro erano regolari (mentre, guarda caso, l’Avvocatura era di pare opposto....), poi ha diramato una nota per entrare proprio nel merito del funzionamento del settore legale, dichiarando che il nuovo regolamento “non esclude che l’Amministrazione provinciale possa esercitare azione civile a tutela dei propri diritti nell’ambito del processo penale in qualità di persona offesa dal reato”. Per Giammanco, insomma, “l’elenco non è esasutivo”. E allora perchè non modificare subito il regolamento?