Prima erano sotto l’ala protettiva di Vincenzo Virga. In una intercettazione fatta in carcere di un colloquio tra due esponenti della famiglia mafiosa di Mazara, mentre fanno riferimento a dei lavori che si sarebbero dovuti fare in città, viene esplicitamente detto da uno dei due che la Cogeta era un' impresa di Virga. Dopo l’arresto del boss trapanese, secondo gli inquirenti, la gestione passa a Matteo Messina Denaro, per cui Tarantolo non è un prestanome, ma un vero sodale che ha messo a disposizione aziende e conti correnti. In alcuni pizzini è lo stesso Messina Denaro che interviene per lamentarsi con i mafiosi di Gibellina, dopo il furto di alcuni trattori subito da Tarantolo. Oltre a queste “testimonianze dirette”, nei faldoni dell’inchiesta ci sono anche diverse dichiarazioni, tra cui quelle di Angelo Siino, Giovanni Brusca, Francesco Milazzo e Vincenzo Sinacori che hanno ricostruito gli ultimi dieci anni di attività imprendiotoriale-mafiosa di Tarantolo.
In un altro procedimento giudiziario della Procura di Trapani, che ha avuto il via da un rapporto della squadra mobile alla fine del 2007, sono sempre i grandi appalti, la politica e cosa nostra ad essere messi sotto esame. E in quest’altro filone d’inchiesta che si inseriscono le indagini a carico del senatore del Pdl Antonio D’Alì. Stavolta, l’imprenditore su cui si focalizzano le attenzioni degli inquirenti è il valdericino Tommaso Coppola, arrestato nel 2005 con l’accusa di far parte di una cordata di imprenditori con a capo il boss di Paceco Francesco Pace. Dalle intercettazioni saltano fuori i nomi di D’Alì, dell’ex Ministro Enrico La Loggia e di Camillo Iovino, attuale Sindaco di Valderice, imputato e condannato per favoreggiamento.
In un incontro intercettato tra Coppola e l’imprenditore agrigentino Calogero Guercia, quest’ultimo si presenta come referente del senatore la Loggia, che si sarebbe interessato ad un finanziamento per un campanile di Torretta. Lo stesso Guercia dice di poter sfruttare queste conoscenze per dei lavori da fare all’aeroporto militare di Birgi e Coppola aggiunge che per quell’appalto aveva contattato D’Alì. Secca la replica del senatore La Loggia, che dice di conoscere Guercia ma di non aver parlato con lui, né di lavori all’aeroporto militare di Birgi, né di altre grandi opere, ma solo del problema relativo al campanile.
Per D’Alì, senatore trapanese ed ex sottosegretario all’Interno, dopo una richiesta d’archiviazione respinta, ha avuto inizio il processo con il rito abbreviato. C’è la sua storia e quella della provincia di Trapani sotto giudizio. I suoi rapporti con Francesco e Matteo Messina Denaro, la vicenda del trasferimento del Prefetto Fulvio Sodano. Il senatore esclude ogni addebito, ritenendo di essere una vittima della mafia e di essersi sempre battuto per il territorio.
Ci sono indagini e processi in corso. Non sappiamo come finiranno, ma l'unica cosa certa è che tutto ciò continua a bloccare lo sviluppo e la crescita sana di tutta la provincia di Trapani.
Carlo Rallo