LA NOTIZIA. Gli "eccezionali" ritrovamenti archeologici a Favignana, alla Grotta dell’Ucciria, con "pitture rupestri di straordinario valore", sono stati annunciati dal professore universitario Francesco Torre, assieme a uno studente della facoltà di Archeologia Navale di Trapani, Francesco Ernandez, durante lo studio della sua tesi di laurea. Non solo, ma la scoperta era doppia: in una seconda visita, in una grotta adiacente, la Grotta delle Stalattiti, la dottoressa Simona Torre, presidente dell’Associazione Lucy ( associazione di Preistoria che gestisce la Mostra Permanente di Preistoria di Paceco) ha scoperto altri segni pittorici, dipinti in nero, ancora in fase di studio e di interpretazione. "Si tratta di un complesso pittorico di figure antropomorfe maschili stilizzate e di alcuni animali, probabilmente create quando ancora le isole di Favignana e Levanzo erano unite alla terraferma" dichiara Torre, commentando le cinque figure maschili monocrome nere di stile schematico, e alcune figure di animali di non facile interpretazione: alcuni sembrano dei pesci, altri caprioli o lepri. Le figure si trovano tra una parete e un’altra quasi adiacente e sono tutte dipinte in nero, probabilmente con del pitturante con ossidi di manganese. Assieme alle pitture sono state rinvenute numerose conchiglie che rappresentano resti di pasto degli uomini preistorici. Per Torre, queste scoperte "portano una nota completamente nuova nel panorama di tutta l’arte rupestre preistorica nazionale. Favignana, dunque, si appresta a diventare un punto di riferimento per il turismo archeologico e storico nel panorama dei beni culturali siciliani". E gli ha fatto eco anche Rossella Giglio, della Soprintendenza di Trapani che ha espresso interesse per l’eccezionale scoperta, e ha promesso un sopralluogo: "Le pitture - si inquadrano evidentemente nelle conoscenze dei luoghi, e sia a Levanzo che in altri posti testimoniano la presenza dell’uomo preistorico sensibile".
LA SMENTITA. Ma non c'è bisogno di alcun sopralluogo, basta un po' di documentazione. Quei ritrovamenti non sono affatto una novità, ma frutto di un lavoro documentato nel 1968 dal professor Giovanni Mannino che, dietro incarico del soprintendente, Vincenzo Tusa, fu incaricato di effettuare sopralluoghi sulla maggiore delle isole Egadi. E' stata l'Amministrazione Comunale di Favignana, nel giro di 24 ore, a smentire ed analizzare con il contributo di riferimenti storici l'annuncio del giorno prima.
Il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, ha scritto in una nota: «I dipinti della grotta dell'Ucciria sono ben noti da decenni, sia dal Comune che dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani, che è responsabile del sito e vi ha apposto il vincolo archeologico. Nessuna novità quindi, ma in ogni caso aspettiamo che la stessa Soprintendenza chiarisca i termini della questione, che non è certo come è stata rappresentata dal professor Torre, in un pessimo esordio politico».
Una smentita documentata dalla pubblicazione del professor Mannino, "Ucciria" (G. Mannino, in Agorà n°38/2011) che effettuò le ricerche anche su impulso delle segnalazioni fornite dal gruppo Speleo-Archeologico Egadi, che condussero alla scoperta di interesse preistorico della grotta d'Oriente. Nel libro viene chiarito come nel 2005 venne intrapresa una campagna di studio presso la grotta dell' "Ucciria" (o grotta del Cervo) durante la quale furono messe in luce, nel tratto mediano della parete che fa da sfondo nell'ambiente centrale della cavità, alcune figure, zoomorfe e antropomorfe, divisibili in due gruppi. Ai piedi della parete fu aperto un saggio di scavo, tuttora visibile e recintato: il degrado ambientale ha poi parzialmente corroso le pitture.
LA SOPRINTENDENZA. Ed è stata direttamente la Soprintendente, Paola Misuraca, a mettere fine alle polemiche, smentendo seccamente le non - scoperte di Torre, e anche l'entusiasmo di Giglio. Non solo, secondo la Sopritendenza - e Giglio dovrebbe saperlo... - è anche acclarato che quelle pitture siano false. "La presenza di tali pitture non ha alcun carattere di novità per questa Soprintendenza, né per i più seri e attendibili studiosi della materia. Infatti già nel 2000 la Soprintendenza di Trapani e in particolare il dotto Sebastiano Tusa inserì la Grotta della Ucciria in un ampio e complesso progetto di studio e ricerca archeologica sulle grotte del trapanese, che trovò la copertura finanziaria nell'ambito della cosi detta "Agenda 2000" riguardante i fondi europei per gli anni 2000-2006. I lavori si svolsero poi negli anni 2005-2006, con il prezioso contributo, per la grotta in questione, dell'Università di Firenze e in particolare del prof. Fabio Martini e del dotto Domenico Lo Vetro. Questi studiosi notarono, in uno degli ambienti adiacenti alla caverna principale, alcune figure in nero di piccole dimensioni che richiamavano molto le ben più note figurazioni della Grotta del Genovese a Levanzo. Gli stessi studiosi, sulla base di una indiscutibile e profonda conoscenza della materia e delle connesse problematiche, espressero la convinzione, per le pitture della grotta della Ucciria, che non si trattasse di immagini preistoriche. quanto piuttosto di un falso che potrebbe risalire anche ad anni recenti, per quanto non chiaramente definibili come arco cronologico. Tale convinzione si fondava, tra l'altro, sulla circostanza che nessuno dei pur autorevoli studiosi e ricercatori, altresì ottimi conoscitori dei siti in questione, avevano mai fatto menzione di queste figure nel sito delle Uccerie, cosa ben strana atteso che le stesse sono ben visibili sulle pareti della cavità in discorso e che non possono passare inosservate a chiunque vi entri. Fu pertanto concordato, tra gli studiosi dell'Università di Firenze e questa Soprintendenza, di non segnalare il fatto, ritenuto comunque meritevole di indagini più approfondite sulla base della composizione del pigmento che non può essere diagnosticata con sistemi autoptici. Altresì, esigenze di tutela e salvaguardia del sito, ricadente in proprietà privata ma accessibile a chiunque dotato di buone scarpe, suggerivano la riservatezza.
Come si vede non si tratta, pertanto, di eccezionali e inedite rivelazioni o di nuove scoperte, ma di temi e presenze già ben noti che richiedono un cauto, ponderato e scientificamente approfondito approccio, ben lontano da quello che ha caratterizzato l'operato di quanti, in questi ultimi giorni, hanno inteso più o meno estesamente occuparsi pubblicamente della vicenda.
LA CAMPAGNA ELETTORALE. Sullo sfondo di questa polemica c'è la campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione di Favignana nel 2013. Il professore Torre, autore della falsa scoperta, è in procinto di candidarsi a Sindaco per sfidare l'attuale primo cittadino, Antinoro. E' per questo che il Sindaco di Favignana, rispondendo alla cantonata di Torre ha parlato di "pessimo esordio politico". Torre dal canto suo ha cercato di correggere il tiro. Le sue scoperte erano già "scoperte" nel '68?: «Pieno merito allora a chi le ha scoperte», è la sua replica. Ha sottolineato la sua «buona fede» e anche che aveva «doverosamente» informato la Sovrintendenza.