Come abbiamo raccontato ieri, il ginecologo marsalese Domenico Gaudino è stato condannato ad un anno e mezzo per tentata violenza sessuale. Bocche cucite da parte dei legali di Gaudino, che aspettano le motivazioni della sentenza per presentare appello.
Gaudino nel luglio 2013 era stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale su una paziente. La condanna è stata emessa dal gup Amato a conclusione del processo con rito abbreviato. A denunciare il medico, nel marzo 2013, era stata una donna che raccontò di aver subito abusi nel corso di una visita ginecologica nello studio di largo Zerilli. Il medico, dopo aver chiuso a chiave la porta del suo studio, avrebbe iniziato a palpeggiarla mentre la donna era distesa sul lettino, chiudendole la bocca con una mano per non farla urlare. La paziente, però, riusciva a divincolarsi e a tentare di rifugiarsi nel bagno dello studio. Gaudino, mezzo nudo, l’avrebbe raggiunta e bloccata di nuovo tentando ancora di abusare della vittima, ma anche questa volta la donna, minacciando di mettersi a gridare, riusciva a farlo desistere. Rivestitasi, la paziente si faceva aprire la porta dello studio e andava via. Poi, sporse denuncia ai carabinieri, che avviarono un’indagine, con intercettazioni e analisi di tabulati telefonici. Successivamente, d’intesa, con gli inquirenti e a seguito dei pressanti inviti del medico che diceva di voler chiarire il fatto e offrendo di darle medicinali gratis, la donna si recava nuovamente dal ginecologo, nel cui studio i gli investigatori avevano, nel frattempo, piazzato una ‘’cimice’’ con cui, all’esterno, potevano ascoltare quanto avveniva all’interno. Anche stavolta, il medico tentò l’approccio sessuale e a seguito di ciò il gip di Marsala dispose gli arresti domiciliari. A coordinare l’indagine è stato il capitano dei carabinieri di Marsala Carmine Gebiola. Nell’interrogatorio di garanzia svoltosi davanti al giudice delle indagini preliminari Vito Marcello Saladino, Gaudino cercò, poi, di difendersi.
All’epoca del fatto, Domenico Gaudino era anche responsabile del Consultorio ‘’Marsala centro’’ dell’Asp. Questa, comunque, non è la prima condanna subita dal medico per tentata violenza sessuale. Un’altra condanna, infatti, gli era stata inflitta a seguito della denuncia di una ragazza che aveva raccontato la sua esperienza, tra lo stupore generale, nel corso di un convegno sul tema della violenza sulle donne. A difendere Domenico Gaudino, al quale i ‘’domiciliari’’ furono revocati a metà settembre 2013 (non poteva più inquinare le prove), è stato l’avvocato Paolo Paladino. Il caso fu anche motivo di una polemica politica sollevata quattro componenti della commissione Pari Opportunità (Genna, Angileri, Titone e Cudia) che accusarono la giunta Adamo di ‘’non aver manifestato solidarietà alla donna’’, puntando l’indice anche contro quella parte della stessa commissione che ‘’ha preferito tacere’’.