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01/04/2014 06:35:00

Processo Correra, ascoltata addetta alla fatturazione della Chemia

 Rosa Malservizi, addetta alla fatturazione della Chemia, è stata ascoltata nel processo che vede imputato, per truffa, Antonio Ignazio Correra. Un raggiro che sarebbe stato consumato in danno della ferrarese Chemia e della Zolfindustria di Novara. Nello specifico, la Chemia accusa Correra di aver fatto falsi ordini di acquisto merce per società ‘’inesistenti’’ o per imprenditori che poi smentivano di aver comprato i prodotti. In alcuni casi, invece, l’imputato è accusato di aver trattenuto denaro che i clienti dovevano dare ai fornitori. Le truffe contestate sono 14. A difendere Correra è l’avvocato castelvetranese Francesco Messina, alle cui domande la teste ha risposto: ‘’I rapporti con Correra li intratteneva l’azienda e in un primo tempo gli ordini andavano bene. Ma dal 2008 non è più stato così. L’azienda ha sollecitato Correra, ma lui non ha più fatto avere sue notizie e i dirigenti hanno passato le pratiche ai legali”. A questo punto il difensore ha prodotto copia due raccomandate inviate alla Chemia nel 2009, nel tentativo di dimostrare che non è vero che l’imputato ha fatto perdere le sue tracce.

MARSALA – Un consulente della Procura, Marcello Rizzo, è stato ascoltato, in Tribunale, nel processo vede imputato per abuso d’ufficio l’ex sindaco di Castelvetrano Gianni Pompeo. Il consulente ha confermato le accuse, ma per gli avvocati difensori (Giovanni e Elena Messina), ‘’l’insussistenza delle accuse emerge già dal contratto di lavoro stipulato con la persona offesa’’. E cioè l’ex comandante della polizia municipale Simone Marcello Caradonna, sostituito da Pompeo nel 2009 con Vincenzo Bucca. Secondo la Procura, il comportamento di Pompeo, che sarà ascoltato il 14 maggio, avrebbe prodotto ‘’un ingiusto vantaggio patrimoniale a Bucca e un danno a Caradonna’’. La revoca dell’incarico era scattata perché Caradonna, a giudizio dell’allora primo cittadino di Castelvetrano, non avrebbe raggiunto gli obiettivi richiesti dall’amministrazione comunale e non avrebbe osservato le direttive del sindaco. ‘’Ma nel contratto di lavoro firmato da Caradonna – sottolineano i difensori - era scritto che lo stesso era correlato ad un rapporto fiduciario con il sindaco, che era essenziale per il mantenimento nel ruolo’’. E il rapporto di fiducia, evidentemente, era venuto meno.