Anche in Italia arriva la fobia da Ebola, il virus che sta provocando decine di morti nei paesi dell’Africa Sub Sahariana.
Soprattutto in Sicilia si è scatenata la fobia da Ebola per l’arrivo costante di immigrati che partono dalle coste del Nord Africa, ma che provengono dai paesi del centro Africa. In molti hanno paura che i migranti che arrivano a Lampedusa possano portare qui l’Ebola. Nelle ultime settimane Lampedusa ha visto un aumento vertiginoso di arrivi e molte sono le imbarcazioni soccorse in mare nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Ma l’Asp di Agrigento ha comunicato che già a bordo delle navi che operano nel Canale di Sicilia vengono fatti tutti i controlli sanitari ai migranti. “I migranti arrivati in questi giorni – racconta all’Espresso, Pietro Bartolo, coordinatore sanitario dell’isola – provengono in gran parte dalla Libia e questo dovrebbe escludere la presenza di portatori del virus ebola. Ma in ogni caso è meglio stare con gli occhi aperti perché la situazione è drammatica e non è possibile procedere all’identificazione dei migranti che arrivano”
“La preoccupazione c'è, eccome - hanno affermato i senatori Lorenzo Battista segretario della commissione Difesa e Luis Alberto Orellana della commissione Esteri - perché in questi giorni dall'Africa stanno arrivando centinaia e centinaia di immigrati e molti dall'Africa Centrale ed Equatoriale dove in alcuni Paesi ci sono conflitti etnici e guerre civili. Si attivino dunque task force nei centri di prima accoglienza, nei porti, negli aeroporti e, in particolare a Lampedusa, Pantelleria e sulle coste dell'Agrigentino”. Le autorità escludono categoricamente la presenza di un focolaio Ebola a Lampedusa, Venerdì scorso invece, il Ministero della Salute aveva tranquillizzato tutti: “In Italia non c’è rischio Ebola”. Ma verranno comunqe “rafforzate in via cautelativa le misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali”. Anche se l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) - continua la nota del Ministerto - “non raccomanda restrizioni di viaggi e movimenti di persone, mezzi di trasporto e merci. Ilil rischio di infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti nelle zone colpite è considerato molto basso se si seguono alcune precauzioni elementari”. Ossia “evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei e con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti, oltre alle altre semplici e generiche precauzioni sempre consigliate in caso di viaggi in Africa Sub-sahariana quali, ad esempio, evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, evitare di consumare carne di animali selvatici, lavare e sbucciare frutta e verdura prima del consumo, lavarsi frequentemente le mani”. L’Unione Europea ha predisposto un finanziamento di 1,1 milioni di euro per cure e prodotti sanitari da destinare ai paesi africani per contrastare il virus.
L'ultimo bilancio dell'emergenza causata dal virus della febbre emorragica di Ebola, estremamente letale, è salito a 157 casi sospetti in Guinea (di cui 101 letali) e 21 nella vicina Liberia (10 morti). Casi sospetti sono stati segnalati anche in Ghana, Mali e Sierra Leone, ma per il Mali sono risultati negativi.
Come in tanti casi, poi, le vicende sanitarie che colpiscono l'Africa diventano pretesto per comportamenti intolleranti e xenofobi.