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18/04/2014 06:45:00

Caso Correra. Oggi a Marsala la prima sentenza per il caso degli assegni rubati

 E' attesa per oggi la sentenza per Antonio Ignazio Correra e Giuseppe Genna, processati, davanti al giudice monocratico Faillaci, con l'accusa di ricettazione di assegni rubati. Il procedimento è interessante perchè è scaturito dagli sviluppi di un'altra indagine, avviata proprio a seguito della denuncia di Correra, sfociata nel processo, per usura ed estorsione, a Massimo Bellitteri, uno dei più noti ristoratori della città, e a Antonino Salvatore Sieri. Nel corso delle indagini a carico di Bellitteri e Sieri è, infatti, emerso che due degli assegni consegnati dalla presunta vittima di usura sarebbero stati staccati da un carnet di assegni emesso dall'Unicredit e rubati, ad Erice, il 21 gennaio 2008, a Michela Bulgarella. Nel corso del processo «Correra + 1» è stato ascoltato anche il promotore finanziario Giuseppe Nuccio, che ha dichiarato: «Massimo Bellitteri mi chiese di verificare lo stato dei due assegni che gli erano stati dati da Antonio Correra e io ho scoperto che erano bloccati». Un assegno era di 52 mila euro, l'altro di 25 mila. Denaro che sarebbe stato prestato a Correra per l'acquisto di prodotti agricoli (fertilizzanti). Poi, secondo l'accusa, Correra avrebbe denunciato lo smarrimento dei due assegni e Giuseppe Genna sarebbe stato suo complice. Sieri e Bellitteri si sono costituiti parte civile. Ad assisterli sono gli stessi legali che li difendono nel processo per usura: Paolo Paladino e Salvatore Fratelli. A difendere Correra e Genna sono, invece, gli avvocati Francesco Messina, Stefano e Gabriele Pellegrino.

Il Pubblico Ministero evidenziando, in sede di requisitoria,  "la gravità del quadro probatorio emerso ai danni degli imputati", ha chiesto  la condanna del Correra e del coimputato Genna  ad anni 1 e mesi 4 di reclusione e € 600,00 di multa.  Richiesta condivisa anche dagli avvocati delle parti civili Bulgarella, Sieri e Bellitteri.
Questi ultimi, in particolare, hanno evidenziato che la vicenda, che si innesta nell’ambito del parallelo processo per usura ed estorsione ai danni di Sieri e Bellitteri, dimostrerebbe "l’arguzia e la lucidità del Correra nel concepimento e nell’attuazione del disegno criminoso". Dichiarano i due: " Correra, pur di sottrarsi scientemente alla restituzione di somme dovute al Sieri e Bellitteri, per i rapporti commerciali pregeressi finalizzati alla compravendita di prodotti agricoli, avrebbe prima rilasciato gli assegni di illecita provenienza e dopo, per sfuggire al rischio di essere denunciato proprio da Bellitteri, avrebbe,giocando d’anticipo, denunciato di essere vittima di usura ed estorsione".
Diversa è stata la conclusione cui è giunta la difesa dell’imputato Correra, la quale, ribadendo il ruolo di vittima dello stesso, ha ritenuto che egli avrebbe agito perché mosso dallo stato di necessità.

Correra è accusato in altri procedimenti penali, a seguito di numerose denuncie sporte da diversi imprenditori e aziende del Nord, subito dopo la sua denuncia presentata ai carabinieri.  I reati vanno dalla truffa alla insolvenza fraudolenta, alla calunnia e ricettazione. L'ultima udienza del processo principale, quello per usura ed estorsione, si  celebrata il 9 Aprile con l’esame del carabiniere Alberto Furia e proseguirà il prossimo 7 Maggio per il controesame della difesa.