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18/04/2014 08:06:00

Marsala, truffa all'Inps. Quindici braccianti indagati. Quattro vogliono patteggiare

 Sono quindici braccianti agricoli coinvolti nell’indagine della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura su una truffa all’Inps (indennità di disoccupazione <indebitamente> percepite) che nel luglio 2013 sfociò nell’arresto di Giacomo e Piernicola Abrignani, di 61 e 37 anni, padre e figlio, ex rappresentate e impiegato della sezione di Strasatti della Confederazione italiana agricoltori, e di Giacomo Passalacqua, di 71 anni, commercialista, responsabile delle Acli nella stessa borgata marsalese. Passalacqua, davanti al gup, ha patteggiato la pena ed è stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa). Giacomo e Piernicola Abrignani, invece, sono già sotto processo davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone. Prossima udienza il 6 maggio. Davanti al gup Francesco Parrinello ci sono, adesso, i quindici braccianti, quattro dei quali hanno preannunciato di voler patteggiare la pena. Sono Matteo Zerilli, Francesco De Vita, Gaspare Giacalone e Antonino Sciacca. L’udienza preliminare è stata, poi, rinviata al 28 maggio perché uno degli indagati (Salvatore Ampola) era assente per motivi di salute. Gli altri dieci imputati sono Andrea Salvatore De Pasquale, Pasquale Paladino, Ignazio Fabio Lombardo, Giovanni Giacalone, Antonio Francesco Monaco, Tommaso Pipitone, Emanuele Mangione, Giacomo Cosentino, Pasquale Zichichi, Marcella Barbara Giacalone. Alcuni di loro hanno già restituito le somme percepite come indennità di disoccupazione. Complessivamente, la truffa all’Inps, secondo l’accusa, sarebbe stata di circa 300 mila euro. I fatti contestati sono relativi al periodo compreso tra il 2006 e il 2009.

Porto abusivo di arma da fuoco e omessa denuncia, quattro indagati. Un avviso conclusione indagini (atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) è stato notificato a una guardia giurata in servizio di vigilanza armata, ma con autorizzazione a portare la pistola scaduta e in attesa di rinnovo, al responsabile dell’istituto di vigilanza privata ‘’La Guardia’’ di Marsala, che al primo ha consentito di svolgere regolarmente servizio, e a due vigili urbani di Campobello di Mazara che, dopo un controllo, hanno omesso di segnalare il fatto, denunciando il ‘’porto abusivo di arma da fuoco’’. Protagonisti della vicenda sono i marsalesi Gaspare Salvatore Tumbarello, di 47 anni, guardia giurata, Antonino Chirco, di 49, legale rappresentante della società ‘’La Guardia’’, e i due vigili campobellesi, l’ispettore Baldassare Lipido, di 43 anni, e l’assistente capo Patrizia De Simone, di 36. Agli ultimi due si contesta, in particolare, di non aver denunciato il Tumbarello dopo un controllo effettuato il 6 dicembre 2012. Tumbarello effettuava vigilanza armata al depuratore fognario di Campobello nonostante l’autorizzazione a portare l’arma da fuoco risultasse scaduta, seppur in attesa di rinnovo. A svolgere l’indagine, scaturita dagli sviluppi di un’altra inchiesta su ‘’La Guardia’’, è stata la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura.