“Era impossibile appartarsi. Stavamo sempre tutti insieme e non ci lasciavano mai soli”. E’ quanto hanno dichiarato cinque testi citati dalla difesa (quattro ex allievi e una docente) ascoltati, davanti il Tribunale di Marsala, nel processo per i presunti abusi sessuali commessi in danno di una minore tra le mura dell’Istituto Rubino di Marsala. Imputati sono Giuseppa Signorelli, 50 anni, ex responsabile dell’unità assistenziale, e Vincenzo Galfano, di 48, bidello. Entrambi furono posti agli arresti domiciliari il 3 ottobre 2012. Testimonianze, dunque, queste ultime decisamente a favore degli imputati. Anche se nel corso del processo non sono mancate dichiarazioni di opposto tenore. Nell’udienza del 23 maggio, intanto, verranno ascoltati gli ultimi testi della difesa. Saranno chiamate a testimoniare anche le suore che fino ad alcuni anni fa erano al Rubino. E inoltre l’ex compagno della madre della minore che ha denunciato le violenze e la moglie di Vincenzo Galfano. Presunta vittima degli abusi sessuali è una ragazzina che adesso ha 16 anni. Gli abusi sarebbero stati commessi tra il 2005 e il 2009. A difendere gli imputati sono Stefano Pellegrino e Roberta Piccione, mentre legale della minore, parte civile, è Nathalie Simona Lo Sciuto. Negli ultimi decenni, il Rubino ha fornito assistenza scolastica a studenti in difficoltà provenienti da realtà ad alto rischio sociale. Tra questi, anche ragazzi segnalati dal Tribunale per i minorenni di Palermo.
Trentenne marsalese condannato per stalking e percosse. Vittima l’ex fidanzata
Il gup Annalisa Amato ha condannato a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) un 30enne marsalese (Gianluca M.) accusato di stalking e percosse all’ex fidanzata (M.C.S.). L’imputato ha patteggiato la pena. I fatti contestati sono relativi al 2010, quando la notte di Natale l’uomo avrebbe anche colpito la fidanzata con una violenta testata. La donna, per paura, ha denunciato il fatto solo parecchio tempo dopo, spiegando che dopo aver interrotto la relazione sentimentale l’ex fidanzato iniziò a tempestarla di telefonate. A svolgere le indagini sono stati i carabinieri della sezione di pg presso la Procura.