Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
21/05/2014 07:00:00

Marsala, arrestati in tre per il ferimento di Giovanni Angileri. Nomi e particolari

14.00- Questo il comunicato stampa dei Carabinieri di Marsala.

Nelle prime ore del mattino del 20 maggio, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Marsala hanno dato esecuzione a un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Marsala nei confronti di tre soggetti marsalesi, tutti ritenuti responsabili del ferimento di Angileri Giovanni, pregiudicato marsalese classe 1962, avvenuto nella via Roma di questo centro, in data 26 marzo u.s..
I soggetti sono:
• LICARI Francesco Giovanni, marsalese 36enne, commerciante;
• VINCI Massimo, marsalese 28enne, muratore;
• BARSALONA Giuseppe, marsalese 42enne, marinaio, con pregiudizi di polizia.
Tutti e tre sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Trapani a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che gli ha contestato i reati di lesioni personali gravi e detenzione e porto illegale di arma comune da sparo in concorso.
Alla 10.00 circa del 26 marzo, infatti, è pervenuta alla Centrale Operativa di Villa Araba una chiamata che segnalava l’esplosione di dei colpi d’arma da fuoco e che vi era una persona ferita a terra. L’operatore, pertanto, allertava subito un’ambulanza del 118 per le cure del caso nonché inviava sul luogo dei fatti una gazzella del N.O.R.M. che, in prossimità dell’ingresso di un bar ivi ubicato, costatava che a terra, in una pozza di sangue, era adagiata una persona successivamente identificata nell’ANGILERI Giovanni, classe 1962, pregiudicato per reati in materia di stupefacenti.
Le indagini esperite sul luogo dei fatti dai militari dell’Aliquota Operativa, attraverso l’escussione dei presenti, consentivano di ricostruire le fasi dell’ azione di fuoco: l’ANGILERI, infatti, aveva intrattenuto diverse telefonate nel corso delle quali discuteva animatamente con i suoi interlocutori e, successivamente, era stato raggiunto da un soggetto, accompagnato da altri due, che armato di pistola lo aveva attinto con un colpo d’arma da fuoco alla gamba. A questo punto, pertanto, risultavano determinati per chiarire lo scenario in cui tale evento delittuoso era maturato nonché per procedere all’individuazione degli autori, da un lato l’acquisizione delle immagini di tutti i sistemi di videosorveglianza presenti nella zona nonché l’analisi del cellulare del cellulare della vittima, sequestrato presso l’Ospedale di Marsala mentre egli veniva sottoposto ad un delicato intervento chirurgico a seguito della ferita riportata: tali attività consentivano l’individuazione del video dell’intera azione di fuoco ripreso dalla telecamera di un esercizio commerciale nelle vicinanze e dei soggetti con cui la vittima aveva avuto le animate comunicazioni telefoniche descritte poc’anzi, ovvero il proprio genero ed il titolare di un autosalone, gli odierni arrestati Vinci Massimo e Licari Francesco Giovanni.
Quest’ultimi, rintracciati e condotti presso la Compagnia Carabinieri di Marsala, venivano ascoltati fino a notte inoltrata e, dalle loro dichiarazioni, emergeva che effettivamente avevano avuto nel corso della mattinata un diverbio con l’Angileri Giovanni a causa di una ruota di scorta non fornita all’atto della precedente vendita di un’autovettura da parte del titolare dell’autosalone, motivo per cui nella mattinata, prima dell’evento delittuoso, l’Angileri si era presentato presso quell’attività aggredendo fisicamente il titolare alla presenza del genero.
Quanto dichiarato, però, presentava diverse incongruenze soprattutto messo a confronto con le ulteriori dichiarazioni di altri testimoni presenti ai fatti; dopo un’articolata attività investigativa, frutto di indagini di polizia giudiziaria di tipo tradizionale, corroborate da attività tecniche di intercettazione, veniva completato e confermato il quadro accusatorio, acclarando il movente: dopo la lite animata avvenuta nel concessionario per futili motivi, infatti, LICARI e VINCI - titolare dell’autosalone e genero della vittima - organizzavano un vero e proprio raid punitivo nei confronti dell’Angileri portato a compimento da un terzo uomo all’uopo contattato e successivamente identificato dagli investigatori in BARSALONA Giuseppe che, dopo aver raggiunto l’Angileri nei pressi del bar di via Roma in cui si trovava, gli sparava alla gamba con una pistola, dileguandosi poi unitamente ai suoi complici a bordo di un’autovettura nella sua disponibilità.

12.45 - I fatti di via Roma sono stati seguiti, a distanza di pochi giorni, da altri spari in un bar di via Trapani. Il Procuratore Alberto Di Pisa e il Comandante Carmine Gebiola hanno sottolineato che i due fatti non sono legati tra loro. “Ci preme evidenziare e tranquillizzare la cittadinanza che non c’è nessun allarme di una guerra tra bande in città. I due episodi non sono collegati tra loro, ma sono fatti di violenza che purtroppo sono accaduti nel giro di pochi giorni” ha commentato Di Pisa.
Le immagini della telecamera di sorveglianza sulla scena dell’agguato hanno anche ripreso l’atteggiamento dei passanti, che agli spari e alla vista di Angileri ferito a terra hanno voltato le spalle e fatto finta di nulla. “Dispiace il comportamento che hanno avuto i presenti sul posto, che in alcuni casi sono stati individuati e alle nostre domande hanno risposto che non ricordavano cosa fosse successo. La nostra indagine, fatta di interrogatori, intercettazioni telefoniche e ambientali, e al filmato di via Roma, ha permesso di individuare ugualmente i responsabili. Abbiamo celermente rassicurato la cittadinanza sulla presenza e l’efficienza delle forze dell’ordine. Ma sarebbe bene che i cittadini collaborassero anche in queste circostanze”, è il commento di Carmine Gebiola.
Gli spari di via Roma, dunque, non sono collegati a quelli di via Trapani. E non sono neanche collegati con i precedenti penali di Giovanni Angileri.
 

12.00 - E’ successo tutto per una ruota di scorta. Futili, utilissimi motivi hanno generato la gambizzazione di Giovanni Angileri, 52enne pregiudicato marsalese, ferito da un colpo di pistola in pieno centro a Marsala, lo scorso 26 marzo.
I carabinieri di Marsala, guidati dal Comandante Carbine Gebiola, hanno arrestato tre persone, ieri mattina, a conclusione di un’indagine che ha fatto luce sulla dinamica e il movente del gesto. Giuseppe Barsalona, di 43 anni, Francesco Licari, di 36, e Massimo Vinci, di 29 si trovano adesso al carcere San Giuliano di Trapani, l’accusa per loro è di lesioni aggravate dall’utilizzo di arma da fuoco, derubricato il reato di tentato omicidio. Dei tre soltanto Barsalona, che sarebbe l’uomo che ha sparato, ha dei precedenti, gli altri due sono incensurati.
Al centro c’è la diatriba per la compravendita di un’auto. Angileri in autunno aveva acquistato un’auto nella concessionaria di auto usate di Licari, ma questa non aveva la ruota di scorta al suo interno. Angileri per settimana ha chiesto insistentemente la ruota di scorta ricevendo risposte dilatorie da Licari. La mattina del 26 marzo Angileri telefona insistentemente a Licari, a quel punto i toni si fanno molto più accesi. Angileri si presenta al salone di Licari, in via Degli Atleti, dove c’è anche il genero Massimo Vinci. Qui ne nasce una ulteriore discussione con Angileri che aggredisce Licari, e se ne va lasciando l’auto sul posto, con le chiavi appese, dicendo che non la vuole più e rivuole indietro i soldi. Dopo questa discussione Licari si reca al Bar Imperial di Via Roma, dove per telefono continua a discutere con Angileri. Alle 9.45 il genero Massimo Vinci chiama il suocero chiedendo dove si trovasse. Pochi minuti prima delle 10, come testimoniano le riprese fatte dalle telecamere di sicurezza di un negozio vicino al Bar, un uomo, identificato dai carabinieri in Giuseppe Barsalona, si afficina a Angileri e fa fuoco. L’uomo stramazza a terra, mentre Barsalona inveisce contro di lui, puntandogli nuovamente la pistola alla testa. Subito dopo fugge via, mentre ci sono Licari e Vinci ad aspettarlo in auto.
 

7.00 Come abbiamo anticipato ieri, i carabinieri di Marsala hanno individuato e arrestato i tre presunti autori del ferimento del 52enne pregiudicato marsalese Giovanni Angileri (nella foto). Quest’ultimo venne raggiunto da un colpo di pistola alla gamba sinistra, vicino l’inguine, lo scorso 26 marzo, intorno alle 9.30, mentre era seduto davanti un bar di via Roma. Con l’accusa di lesioni gravi, sono stati rinchiusi in carcere Giuseppe Barsalona, di 43 anni, Francesco Licari, di 36, e Massimo Vinci, di 29. Quest’ultimo è il compagno della figlia del pregiudicato ‘’gambizzato’’. All’individuazione delle tre persone arrestate i carabinieri sono arrivati grazie alle immagini filmate da una telecamera di un impianto di sorveglianza a circuito chiuso di un esercizio commerciale. Pare che alla base del ferimento vi siano stati dissidi relativi alla compravendita di un’auto nella concessionaria di via degli Atleti gestita da Licari.

Oggi alle 10 ci sarà una conferenza stampa al Comando dei Carabinieri di Marsala, alla presenza del procuratore Alberto Di Pisa.