Mimmo Milazzo, già segretario della Cisl territoriale Palermo Trapani, è il nuovo segretario generale della Cisl Sicilia. E’ stato eletto alle 13,40 durante un affollata assemblea Cisl presieduta dal segretario generale Annamaria Furlan ed alla quale ha preso parte anche il segretario uscente Maurizio Bernava chiamato a roma proprio nella segreteria nazionale della Furlan.
Milazzo è stato eletto con 139 voti sui 148 delegati presenti. Nessun voto contrario, 4 le schede bianche, 5 quelle dichiarate nulle. Milazzo, 59 anni, ha retto la segreteria provinciale di Palermo ed ha seguito l’accorpamento con quella di Trapani durante la riorganizzazione e la spending review del sindacato. Non completa il suo secondo mandato perché chiamato proprio a guidare la Cisl Sicilia.
Appena eletto Milazzo ha subito rimesso il mandato precedente consentendo, così, già nel pomeriggio, all’elezione del suo successore per la segreteria Palermo Trapani. scaramanticamente ancora non viene indicato il nome del suo successore ma, a meno di sorprese dell’ultimo istante, la segreteria Palermo Trapani dovrebbe andare a Daniela De Luca.
Cinquantanove anni, una laurea in Scienze politiche Milazzo si iscrive alla Cisl negli anni ‘80 dopo l’assunzione con qualifica di funzionario, alla ex provincia di Palermo. È nel settore pubblico Cisl che, fino al 2008, svolge la propria carriera sindacale. Risale al 1993 il suo primo incarico da segretario generale di federazione, alla Filsel (la federazione degli enti locali), poi nel ’97 alla Fist che rappresentava i lavoratori di enti locali e sanità. Nel 2001 Milazzo sarà segretario generale della Fps Cisl Sicilia: funzione che svolgerà fino all’aprile 2008. È dopo sette anni da segretario regionale, che il 28 aprile 2008 viene eletto alla guida della Cisl Palermo. Poi, nel marzo 2013, la Cisl di Palermo diventa Cisl di Palermo-Trapani. Ma anche la nuova Unione interprovinciale nata dall’integrazione lo ha confermato quale segretario generale.
Il nuovo numero uno della Cisl Sicilia ha ringraziato e posto l’accento su alcuni temi che saranno al centro, nei prossimi mesi, dell’iniziativa del suo sindacato. A cominciare dai fondi Ue: “perché non si può scherzare con risorse destinate a promuovere sviluppo e occupazione”. “A destare preoccupazione – con le sue parole – è soprattutto il Po Fesr Sicilia per il quale entro fine anno dovranno essere spesi quasi 600 milioni. Al momento – ha rimarcato – la spesa è meno della metà”.
Milazzo ha lanciato tre parole d’ordine: “trasparenza, ricostruzione, condivisione”. E pronunciato “tre sì e tre no”: sì alla verità su conti e debiti di Regione ed enti locali. “Serve – ha detto – una sede costruttiva di confronto Regione-Anci-forze sociali sulla situazione reale, economica e finanziaria, del sistema Sicilia”. Sì alle politiche di attrazione di nuovi investimenti; sì al confronto, al dialogo, alla cooperazione”. Per contro, “stop all’emergenza sociale in una regione in cui, tra l’altro, ci sono più di 80 pensionati ogni 100 occupati e più della metà dei pensionati ha un assegno inferiore ai mille euro lordi al mese”. Poi, “stop alle logiche dello spreco e del privilegio”. E “stop all’irresponsabilità politica e amministrativa”.
Tra le proposte avanzate, il riordino del sistema delle autonomie locali “a partire dal recepimento del Dl Del Rio sulle province”. Con l’accantonamento della legge Crocetta. Ma “promuovendo – ha affermato Milazzo – l’accorpamento dei piccoli centri per gestire in modo efficiente i servizi alle comunità”. Inoltre nel 2015, ha ricordato, scatterà l’armonizzazione dei sistemi contabili di Regione ed enti locali: “la Regione, che ha Statuto speciale, ha il dovere di attrezzarsi per tempo, con proprie linee di indirizzo”.
Il nuovo segretario ha anche sottolineato che nei primi sei mesi di quest’anno la Sicilia ha perso quasi 40 mila posti di lavoro e che, mentre sale il tasso di disoccupazione che tocca quota 23%, calo quello di occupazione (“al 39% contro il 55% della media nazionale”). Al governo regionale ha chiesto “un colpo d’ali” con il varo di un piano energetico regionale; di un piano regionale per le acque e l’assetto idrogeologico. Un piano di sviluppo agro-industriale e un piano che incentivi le “attività manifatturiere ad alto contenuto di ricerca e innovazione; ad elevata ricaduta occupazionale”. E per i settori in crisi: “dai call center alla microelettronica alla cantieristica navale”.
Milazzo, che ha anche richiamato le parole pronunciate ieri a Strasburgo da Papa Francesco (“che dignità può avere una persona che non ha il lavoro?”), una volta eletto ha proposto al consiglio la nuova segreteria regionale: sarà composta da Giorgio Tessitore (Palermo), già componente della segreteria Bernava. E Rosanna La Placa, finora segretaria della Cisl Scuola di Agrigento-Caltanissetta-Enna, new entry. Nei prossimi giorni, l’assegnazione delle deleghe.
Prima di Milazzo aveva parlato il neo-segretario nazionale Bernava, che ha fatto un bilancio dei suoi sei anni alla guida della Cisl Sicilia. “Nel mio ultimo giorno da sindacalista qui – ha detto – voglio ricordare il valore della sobrietà. Va ripensato tutto all’insegna della sobrietà”. Per Bernava un sindacato non può comportarsi come i partiti interessati a partecipare alla distribuzione delle risorse per riprodurre consenso. “Lascio – ha tenuto a rimarcare – una Cisl che non ha rapporti con qualunque forma di gestione”. Negli ultimi sei anni, ha ancora detto, la Cisl in Sicilia non ha fatto uno sciopero. “Solo manifestazioni per avanzare proposte. E questo, tanto con il governo Lombardo quanto con quello Crocetta”. Il fatto è che se l’economia non cresce, le risorse o le recuperi o le produci. “La Sicilia ha bisogno di una profonda ristrutturazione della spesa pubblica e di produrre nuova ricchezza puntando sull’impresa e sugli investimenti produttivi”. Il sindacato, ha quindi aggiunto, deve bandire la convegnistica. Al centro della politica Cisl, sono “la contrattazione, la partecipazione diffusa. E il decentramento”. Il segretario nazionale ha poi ricordato le manifestazioni Cisl per il contratto del pubblico impiego l’1 dicembre, e quelle del 2 a Firenze, del 3 a Napoli e del 4 a Milano. E riguardo allo sciopero targato Cgil-Uil, del 12, “è l’ennesima folle avventura di uno sciopero generale finto, tutto mediatico”, ha detto. “In questa fase storica non ha senso. È uno sciopero inconcludente che rischia di rendere inconcludente e inutile, il sindacato”.