Sequestro di persona, estorsione, percosse in danno della moglie (T.I., di 37 anni) e ingiurie all’amante di quest’ultima sono i reati contestati a un poliziotto in servizio al Commissariato di Marsala, l’assistente Luigi Nesta, 41 anni, originario di Corato (Bari), al quale il gip Francesco Parrinello, su richiesta della Procura di Marsala, ha applicato la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, nonché il divieto di avvicinamento alla moglie. Indagati sono anche i genitori di questa, Giovan Battista Ingianni, di 70 anni, e Anna Renda, di 64, abitanti in contrada Torrelunga Puleo, anche loro accusati in concorso con Nesta di sequestro di persona ed estorsione. Di quest’ultimo reato deve rispondere anche Giuseppe Di Girolamo, di 55 anni, accusato anche di lesioni personali (in danno dell’amante di T.I.) insieme con Ingianni e Renda. L’amante (I.V.) fu, infatti, picchiato in una via del centro di Marsala, riportando lesioni al volto e alla cervicale giudicate guaribili in 30 giorni. Sempre di lesioni, infine, sono accusati anche due poliziotti della squadra Volanti, l’assistente Fulvio Gambina, di 43 anni, e Niki Girgenti, di 24, che il Nesta fece intervenire quando sorprese la moglie e l’amante per strada. I due poliziotti, secondo l’accusa, non sarebbero intervenuti quando Ingianni, Renda e Di Girolamo picchiarono l’amante della moglie di Nesta. L’accusa di estorsione è relativa al fatto che la moglie fedigrafa, dopo la scoperta della tresca amorosa, sarebbe stata costretta ad andare da un notaio per cedere al marito (tramite procura speciale al Di Girolamo) la sua quota di proprietà dell’appartamento in cui vivevano in città, mentre il sequestro di persona dal fatto che la donna fu chiusa a chiave in casa, per circa 24 ore, dal marito e dai suoi genitori per paura che fuggisse con l’amante. Alla donna fu sottratto anche il telefono cellulare. A liberarla sono stati i militari della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, venuti a conoscenza di quanto stava accadendo perché la donna prigioniera, avendo nascosto in casa un altro cellulare, è riuscita a inviare degli sms a due amiche. L’indagine delle Fiamme Gialle, a cui la donna ha poi raccontato la sua vicenda, è stata coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa. Si è così scoperto che Nesta (difeso dall’avvocato Edoardo Alagna), dopo 13 anni di matrimonio, avendo qualche sospetto, aveva iniziato ad indagare sulla vita privata della moglie, prima pedinandola e poi installando addirittura una piccola videocamera nella cucina di casa, ritenendo che qui la donna incontrasse il suo amante, che intanto, per tutelarsi in sede legale, si è rivolto all’avvocato Fabio Spanò. L’ordinanza del gip Parrinello è stata, infine, inviata anche agli assistenti sociali del Comune.