Il nigeriano Ayoola Akinshulu, di 31 anni, sarebbe lo scafista di un gommone che nel Canale di Sicilia, a circa 37 miglia dalle coste libiche, lo scorso martedì si è sgonfiato determinando il decesso di 41 persone. Lo hanno accertato i poliziotti della Sezione criminalità straniera della Questura di Trapani che nella tarda serata di giovedì lo hanno sottoposto a fermo.
Sono stati i quattro superstiti del naufragio a fornire agli agenti le informazioni utili alla identificazione di Akinshulu.
Ayoola Akinshulu era lo scafista del gommone partito dal litorale della città libica Zouara con a bordo 45 migranti di diversa nazionalità, per lo più provenienti da Niger, Nigeria e Ghana, affondato poche ore dopo in mare aperto in seguito alla perdita della chiglia inferiore. Nel naufragio sarebbero così morti 41 uomini, tutti adulti.
Sempre i superstiti hanno raccontato agli agenti che Ayoola Akinshulu si era accordato con i trafficanti di esseri umani di stanza in Libia per non pagare il suo viaggio verso l'Italia. In cambio avrebbe condotto il gommone alternandosi alla guida con altro migrante che avrebbe perduto la vita durante il naufragio. Dopo l'arresto il nigeriano è stato rinchiuso in carcere dove si trova a disposizione del magistrato Andrea Tarondo che coordina le indagini. Ecco il comunicato della Questura:
Nella tarda serata di ieri personale della Sezione Criminalità Straniera ha sottoposto a Fermo d’indiziato di delitto: AKINSHULU, Ayoola nato in Nigeria nel 1984
Lo stesso è indagato, in concorso con ignoti, per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto.
I fatti si riferiscono ad un naufragio avvenuto lo scorso 14 aprile a circa 37 miglia dalle coste libiche. In quell’occasione la nave “Bersagliere” della Marina Militare accorreva in soccorso di un gommone sgonfio e semiaffondato con a bordo quattro naufraghi. Gli stessi venivano poi trasbordati su altra nave della Marina Militare, la “Foscari”, che giungeva nella mattinata di ieri nel porto di Trapani trasportando 587 migranti di diverse nazionalità soccorsi durante 4 diversi naufragi nella stessa zona di acque internazionali, compreso quello sopra cennato.Le indagini condotte da quest’Ufficio, che hanno trovato la condivisione della locale A.G., hanno consentito di accertare che l’AKINSHULU fosse lo scafista del predetto gommone partito dalle coste della Libia (dalla città di Zouara) con a bordo 45 migranti di diversa nazionalità, per lo più centro africani (Niger, Nigeria, Ghana, etc).
Dopo poche ore di navigazione l’imbarcazione aveva ceduto, perdendo la chiglia inferiore e causando il naufragio dei trasportati, per cui ben 41 persone (tutti maschi adulti) perdevano la vita in mare.
Dall’escussione dei superstiti si accertava che l’AKINSHULU si era accordato con i trafficanti di esseri umani di stanza in Libia - mediando attraverso suoi connazionali residente in quel Paese - per non pagare il “viaggio” verso l’Italia purchè si assumesse l’onere di condurre il gommone alternandosi alla guida con altro migrante che purtroppo avrebbe perso la vita nel corso del naufragio.
L’arrestato è stato associato alla casa circondariale di Trapani, a disposizione del Dr. Andrea Tarondo che coordina le indagini.