Lavoro in Sicilia, è tutto fermo, nonostante il Jobs Act. Le misure volute da Matteo Renzi, infatti, hanno riscontro in tutta Italia, tranne che nella nostra Regione, dove i consumi tra l’altro sono fermi allo +0,8% , e ciò spiega la difficoltà delle aziende ad assumere. Nel resto d’Italia le imprese a Maggio hanno fatto 182.188 nuove assunzioni, nell’Isola il Jobs Act ha fatto registrare solo 8.106 nuove assunzioni in più rispetto allo stesso periodo del 2014, di cui appena 1.325 contratti a tempo indeterminato (per lo più stabilizzazioni di precari o emersioni dal lavoro nero). Sono in calo i contratti di apprendistato (-912); è invece boom di assunzioni a termine (+7.693). Il saldo fra licenziamenti e assunzioni è positivo per 27.740 unità, ma solo grazie a 11.599 cessazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2014.
Circa la cassa integrazione, le ore totali autorizzate da gennaio a maggio sono crollate del 27,94% rispetto ai primi cinque mesi del 2014. La Cig ordinaria ha avuto una flessione di -40,13%, perché le aziende hanno chiuso al termine del periodo.
“La carenza di infrastrutture e le continue emergenze cui è sottoposto il territorio, dai crolli alle frane fino alle alluvioni impediscono di produrre di più, di prendere nuove commesse e, quindi, di assumere ulteriore personale”. A spiegare la dinamica perversa degli sgravi contributivi è Vincenzo Barbaro, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo che chiede di legare gli incentivi del Jobs Act in Sicilia “alle infrastrutture e alla manutenzione del territorio in modo tale che il taglio del costo del lavoro avvenga solo tramite interventi strutturali sulle retribuzioni per favorire nuove assunzioni”.
Per il Ministro del Lavoro Poletti, “il tema va connesso al tessuto imprenditoriale e alle dinamiche dell’economia locale. Penso che il Jobs Act anche qui produrrà risultati perché abbiamo cercato di spingere con molta forza sul versante della stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Pensiamo sia un elemento che deve cambiare strutturalmente il sistema dell’occupazione del lavoro nel nostro Paese». «Sappiamo bene che gli incentivi e i cambiamenti normativi devono fondarsi su una condizione delle dinamiche economiche, delle dinamiche dell’economia e dell’impresa – ha aggiunto naturalmente queste vanno tenute in correlazione. Evidentemente la situazione della Regione (Sicilia ndr) e della sua economia sono tali da non aver raccolto questa sfida ma credo succederà anche in Sicilia».