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17/10/2015 06:35:00

Castelvetrano, dal carrozzone Megaservice alla micro cooperativa

 Il botto. Si brinda. Applausi e pasticcini. Nell’aula multimediale della biblioteca di Castelvetrano c’è Antonio Ingroia, il Sindaco Felice Errante, i due nuovi assessori in quota Lo Sciuto/Turano e tanta altra gente. Un incontro breve, meno di un’ora. Sembra quasi un flash mob: due parole di rito e poi le foto.

Che cosa si festeggia?

Lo abbiamo chiesto ad Antonio Ingroia, commissario dell’ex Provincia (oggi Libero Consorzio), prima che andasse via.

Si festeggia un anno di vita di una vera impresa – ha spiegato - E’ una cooperativa di lavoratori che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco, di rinunciare alle solite richieste di sponsorizzazioni e finanziamenti a vuoto da parte degli enti pubblici”.

Si tratta di “Impresa e lavoro” la cooperativa nata, come spesso è stato scritto, dalle ceneri della “Megaservice”.

La Megaservice era un’azienda “partecipata” al 100%, con un unico socio: la Provincia di Trapani.

Una realtà multi servizio, nata a sua volta da altre ceneri: quelle dell’Imam, un’azienda metalmeccanica dell’indotto Fiat, di proprietà di Giovanni Cascio, esponente della sinistra locale.

Verso la fine degli anni novanta, l’Imam rimase senza commesse e chiuse i battenti. La sinistra si attivò per salvare i posti di lavoro, con la convinzione che i 74 lavoratori potessero essere indispensabili per occuparsi di servizi collettivi nell’intera provincia di Trapani. E siccome si stimò che di lavoro ce ne sarebbe stato a iosa, si pensò che la nuova società partecipata avesse bisogno di ulteriore personale. Ecco perché all’allora Prefetto di Trapani, dottor Finazzo, venne proposta l’esigenza di inserire in organico altri 15 lavoratori ex Telecom, ai quali bisognava aggiungerne altri 34, per un totale di 123 persone.

Nel 2004, i consiglieri provinciali del centro sinistra avevano però chiesto elementi di garanzia e trasparenza nelle procedure di assunzione, subodorando forse che la partecipata si sarebbe potuta trasformare in un carrozzone politico clientelare, del tipo “vota per me e ti faccio lavorare lì dentro”.

Due anni dopo, il timore divenne qualcosa di più e nell’aprile del 2006 Giacomo Tranchida, allora consigliere provinciale dei DS, fece una dichiarazione dai contorni più che profetici: “I sindacati, per primi, sono stati presi in giro dall’Ex Presidente Adamo. I lavoratori in mobilità ex Imam (oggi disoccupati), tranne pochissimi ed a part time, ancora aspettano di essere assunti – aveva sottolineato - diversamente da una folta selezione di raccomandati sponsorizzati dal centro destra che invece in detta società senza regole, senza idee e senza piano d’impresa, hanno trovato piena occupazione clientelare”.

Ma la Megaservice si sarebbe dovuta occupare anche di turismo. Anche se nel 2006 lo stesso Tranchida non aveva torto quando diceva che la qualificazione dei lavoratori era riconducibile ai servizi tecnici-manutentivi e che “non ci azzecca nulla la velleità della gestione di servizi turistico-alberghieri” per cui invece “occorre un’autentica e naturale propensione, oltre che debita esperienza imprenditoriale per trasformare un metalmeccanico in un imprenditore turistico”.

Nel tempo infatti, nessuno degli operai Imam si occuperà di turismo, a parte l’ex proprietario dell’azienda Giovanni Cascio che, avendo già esperienza imprenditoriale, è diventato amministratore della Trinacria Srl.

Sempre nel 2006, secondo Giacomo Tranchida, oggi sindaco del comune di Erice, “l’obiettivo dell’ex presidente della Provincia Giulia Adamo era un altro: creare contenitori societari che le consentissero di fare assunzioni clientelari”.

L’attuale primo cittadino di Erice aveva anche detto che il tempo è sempre galantuomo, “il passato lasciamolo alle spalle – aveva aggiunto – ma traiamone tutti un po’ d’insegnamento”.

Nel 2013 i frutti di quest’insegnamento hanno però affondato la Megaservice, sotto il peso di 3 milioni di euro di debiti. La nuova cooperativa nasce appunto dalle sue ceneri. Ceneri che avevano prodotto una sessantina di disoccupati. Ma della nuova realtà ne fanno parte soltanto in sedici che, come ha sottolineato Ingroia, “hanno scelto di diventare imprenditori di se stessi affrontando il mercato”.

Ma l’impressione è che la cooperativa si fondi esattamente sulle “offerte di lavoro” delle istituzioni pubbliche: prima la Provincia, oggi i comuni del consorzio. E per “stare sul mercato” il sindaco Errante aveva dato subito l’esempio, facendo fare loro la pulizia delle aiuole di una scuola superiore ed impegnandosi formalmente “per assicurare l’affidamento di alcuni servizi alla nuova cooperativa”. E gli altri comuni? Il primo cittadino di Castelvetrano era stato molto esplicito: “Analogo impegno mi auguro possano assumere altri sindaci della ex provincia di Trapani.”

E’ passato un anno ed oggi si è sentito il bisogno di festeggiare.

Ingroia, con obbligatorio ottimismo, ha continuato ad invitare tutte le amministrazioni comunali della provincia ad avvalersi dei servizi della nuova cooperativa.

“Impresa e Lavoro”. L’impresa c’è. Per il lavoro bisognerà rivolgersi ai politici. Come sempre.


Egidio Morici